Gadi Luzzatto Voghera
“Tutta la materia talmudica che ne’ tomi del Talmud si contiene, a tre casi si può facilmente ridurre, poiché o appartiene a Jus, ed amministrazione della Giustizia, e riguarda i Riti e consuetudini, o spetta finalmente ed all’Insegnamento della Bibbia, ossia alla spiegazione delle Sacre Storie.
Questa terza parte fanno i Rabbini riempita non solo di grave interpretazione, ma anche di Bestemmie, e di commenti contra la Legge naturale e Divina, contro i Patriarchi, contro i Profeti, contro Cristo Signore Nostro, contro la Beata Vergine Maria e i SS. Padri, e ciò in tal maniera e con tanta temerarietà che i Sommi Pontefici sono stati costretti a vietare con severissime leggi e condannare spesse volte alle fiamme questa sorta di libri”.
Sono le parole che si leggono nell’introduzione di una Censura manoscritta anonima composta nella seconda parte del ‘700 da un sacerdote cattolico. Oltre allo sguardo superficiale e malevolo nei confronti della sostanza della Legge Orale ebraica, si legge in queste poche frasi una strana e importante distorsione prospettica, per cui la Chiesa di Roma – per la quale gli ebrei a rigore dovevano essere gli “altri”, estranei al credo da segregare per legge – considera queste scritture in qualche modo come “proprie”, al punto da armare schiere di censori per emendare il testo.
Questa strana dimensione di esclusione/inclusione è stata uno dei terreni più proficui della ricerca pluridecennale portata avanti dalla professoressa Marina Caffiero, la cui opera verrà discussa lunedì 23 ottobre all’École française di Roma in occasione della traduzione in francese del suo famoso studio sui Battesimi forzati. Si tratterà di una buona occasione innanzitutto per ragionare sulle dinamiche del rapporto storico fra cristianità romana e minoranza ebraica in Italia, un tema straordinariamente moderno, che ci permette di cogliere aspetti fortemente presenti anche nella realtà contemporanea.
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