Viaggio nel negazionismo via internet
Siti, blog, forum spesso registrati all’estero per bypassare le eventuali restrizioni. Si va da quelli dei movimenti neonazisti a quelli più o meno ufficiali di Forza Nuova, a profili privati sui social network. Interventi non sempre anonimi
Marco Pasqua
Dai forum dei movimenti neonazisti a quelli, più o meno ufficiali, di Forza Nuova, passando per privati profili di Facebook e blog a tema. I negazionisti italiani e, soprattutto, i loro simpatizzanti, sfruttano il web per far circolare le loro assurde tesi che mirano a diffondere la convinzione che il piano di sterminio degli ebrei, disposto dal regime nazista, non sia mai esistito. Non sempre si nascondono dietro all’anonimato e, talvolta, firmano i loro interventi con nome e cognome. Alcuni di loro sono disposti ad ammettere che i nazisti hanno fatto delle vittime, ma certamente non nelle “camere a gas”, di cui negano l’esistenza. I loro siti sono spesso registrati all’estero, con l’intento di bypassare le eventuali restrizioni sui contenuti imposte da alcune piattaforme di blogging. Contenuti che sono costantemente monitorati dalla polizia postale che, alcune volte, riesce a contestare loro la violazione della legge Mancino. Una lista di queste pagine web era già finita al centro di un’indagine promossa dal Comitato di indagine conoscitiva sull’Antisemitismo, presieduto dalla deputata Fiamma Nirenstein, e oggetto di minacce sugli stessi siti.
Il forum neonazista Stormfront, nella sua versione italiana, ospita spesso interventi in difesa dei negazionisti, con attacchi agli esponenti delle comunità ebraiche italiane e a quei politici che si battono per la difesa della verità storica. Sito registrato in America, espone in homepage una croce celtica e la scritta, in inglese, “orgoglio bianco mondiale”. Il suo fondatore, Don Black, è un ex leader del Ku Klux Klan. Alcuni thread sono dedicati al tema della Shoah, definita “una fandonia” oppure “un complotto ebreo”, ma anche “la colonna portante di un castello di menzogne, una colonna di cartapesta, che può e deve essere abbattuta”. I commentatori abituali, che arrivano anche a negare la veridicità dei fatti narrati da Anna Frank nel suo diario (“i fatti da lei narrati non sono una prova del piano di sterminio”), sono protagonisti di insulti contro “i truffatori ebrei” ma anche contro i media controllati, a loro dire, dalla lobby ebraica. Su questo forum circolavano, nel 2008, le canzoni dei 99 Fosse, il gruppo che irrideva la Shoah, ridicolizzando il tema dei morti nei campi di concentramento con parodie di canzoni famose.
Anche i simpatizzanti e i militanti del movimento di estrema destra Forza Nuova hanno una loro tribuna virtuale, dalla quale vengono lanciati insulti antisemiti. La strategia è la stessa dei revisionisti: negare le cifre dello sterminio e minare la credibilità delle certezze acquisite dalla ricerca storica ufficiale. “Tutti i tabù sono caduti tranne questo, ma è solo questione di tempo, perché l’opprimente Diga Liberticida è infiltrata da mille rivoli di verità”, scrive un utente a proposito dell’Olocausto, riguardo al quale, viene sostenuto più volte, non esistono documenti che testimonino l’ordine di sterminio fisico degli ebrei. E’ questo, uno dei punti cardine della lezione tenuta da Claudio Moffa 1 all’università di Teramo, alla fine di settembre (il docente viene citato ad esempio dai militanti forzanovisti). E poco importano i racconti dei testimoni, sopravvissuti alla Shoah, e le verità ricostruite dagli storici: i negazionisti non sono disposti ad ammettere che le loro tesi non possono trovare alcuna credibile conferma storiografica. Sempre dal forum riconducibile a Forza Nuova, partono attacchi antisemiti agli esponenti delle comunità ebraiche, mentre si accusa Roma di non “saper tenere a bada la manesca, fanatica tribù di Giuda. Ora questa Roma alla vaccinara antifascista ne teme la vendetta”. Stesso tenore nei commenti sul forum dedicato a Benito Mussolini, i cui utenti inneggiano al presidente iraniano Ahmadinejad, per aver negato l’Olocausto.
Tra i siti registrati all’estero, c’è “Vho”, che fa capo alla Castle Hill Publishers, casa editrice di Germar Rudolf, colonna portante della storiografia revisionistica. Negli anni Novanta è stato condannato a 14 mesi di carcere, mentre successivamente la magistratura fece confiscare un suo testo negazionista. Fuggito in Inghilterra, dove ha fondato la sua casa editrice, nel 1999, in seguito alle pressioni esercitate dalla Germania, si è rifugiato in America. Nel 2006, dopo che gli Stati Uniti hanno respinto la sua richiesta di asilo politico, è stato rispedito in Germania, dove ha scontato una condanna a due anni e sei mesi di carcere. Il sito, registrato negli Usa, raccoglie una serie di link a testi di negazionisti, tra i quali figura l’italiano Carlo Mattogno. E’ tradotto in cinque lingue e, come è immaginabile, si batte per una pseudo-libertà di ricerca “scientifica non conformista”, e per contrastare le leggi che, in alcuni Paesi europei, prevedono l’arresto dei negazionisti. Tra le sue finalità, c’è “l’assistenza finanziaria ai revisionisti che, a causa del proprio operato, vengano sottoposti a processi giudiziari, ad aggressioni fisiche o a calunnie, o che vengano vittimizzati o perseguitati in altra maniera”. “Il momento, per i revisionisti, non è allegro – si legge nella pagina principale – non solo la ricerca storica e scientifica non conformista – quando si tratta di ‘Shoah’ – è penalmente perseguita nella maggior parte dei Paesi europei, ma addirittura Ernst Zündel e Germar Rudolf, dopo essere stati subdolamente deportati dagli Stati Uniti, sono stati recentemente condannati in Germania. Tutto questo solo per aver scritto e pubblicato libri e articoli critici della versione ufficiale dell”Olocausto’. Dunque anche l’Unione Europea (come la vecchia Unione Sovietica) ha i propri prigionieri politici”.
Le vignette antisemite di Holywar, articolazione web di un “Movimento di Resistenza Popolare L’Alternativa Cristiana”, sono spesso fatte circolare tramite Facebook, e vengono continuamente aggiornate, anche seguendo le evoluzioni dell’attualità politica italiana (il che lascia presupporre che sia curato da mani italiane). Quasi sempre si tratta di attacchi a singoli esponenti politici: oltre al sindaco di Roma, Gianni Alemanno (ritratto spesso con Riccardo Pacifici, presidente della comunità ebraica romana), si insultano “l’ebreo Mario Draghi”, ma anche Gianfranco Fini, la compagna Elisabetta Tulliani e il fratello di lei, Giancarlo, (definiti “i soliti arroganti ebrei”). Vengono riportati testi che dimostrerebbero le “falsificazioni fotografiche” relative alla Shoah. Anche qui si sostiene che “il diario di Anna Frank sia stato un falso clamoroso”. Il sito è intestato a nome del norvegese Alfred Olsen, cattolico tradizionalista. Nel 2000 fece discutere, perché mise in rete i cognomi di 9.800 famiglie ebree italiane. Quella lista c’è ancora oggi, su una pagina dominata dalla stella di David e della locandina di un Dvd antisemita (acquistabile online).
La nascita della fondazione dell’associazione AAArgh (acronimo che sta per Associazione degli Anziani Amatori di Racconti di Guerra e di HOlocausto) risale al 1996, e la sua pagina web è tradotta in 22 lingue, tra le quali figura anche l’ebraico. Oltre a testi revisionistici europei, ci sono molti interventi contro chi propone, in Italia, di introdurre leggi che puniscano le teorie dei negazionisti.
Variopinto il panorama dei blog personali, anche se pochi pubblicano materiale con costanza. Da quelli che ripropongono i testi dell’italiano Carlo Mattogno (che, viene scritto, è a capo della “ditta di olo-demolizioni”) a siti dedicati ai negazionisti arrestati. Come “Olotruffa”, aperto per celebrare, si legge nella sua homepage, quei negazionisti “discriminati, perseguitati, condannati, deportati ed internati per anni nei lager olo-sterminazionisti per lo psicoreato di ‘leso olocausto'”. Anche Andrea Carancini, su un blog che porta il suo nome, si occupa di negazionismo sul web dal 2008, dando notizia degli storici arrestati, in Europa, e traducendo testi di revisionisti stranieri.
Tutti siti, questi, che vengono monitorati dalla polizia postale che, in alcuni casi, riesce ad applicare la legge Mancino, che permette di perseguire l’incitazione alla violenza e alla discriminazione per motivi razziali, etnici religiosi o nazionali. Così, nell’aprile del 2009, la magistratura ha individuato e denunciato per propaganda di idee fondate sulla superiorità e sull’odio razziale, un pensionato 61enne, curatore di “Thule-Toscana”, in cui si sosteneva, tra le altre cose, che nei lager nazisti si svolgessero attività ricreative (una delle teorie che accomuna quasi tutti i negazionisti). La sua pagina web è stata sequestrata dalla Procura di Arezzo, città nella quale aveva sede il provider della pagina. Lo scorso mese di marzo, invece, è stato individuato il referente italiano del Ku Klux Klan, che, oltre a predicare la superiorità della razza bianca, insultava ebrei ed omosessuali.
http://www.repubblica.it/cronaca/2010/10/15/news/la_shoah_una_fandonia_un_complotto_viaggio_nel_negazionismo_via_internet-8071892/