Ancora sulla controversa lista “unitaria” che si presenta alle elezioni romane per l’Ucei. Stavolta i maldipancia dei giovani sostenitori di Pacifici. (Puntate precedenti qui e qui)
Vito Kahlun – Edoardo Amati
Un legittimo schifo. Crediamo sia questo la lista unitaria MPS (Magiar, Pacifici, Sassun) candidata alle prossime elezioni dell’Ucei. Ci dispiace non usare mezzi termini, così come ci dispiace provare un sentimento politico di questo genere, ma questa è la nostra verità. Quando persone con visioni politiche fortemente diverse – che fino all’altro ieri si scannavano con qualsiasi arma – si mettono insieme (nella stessa lista!!!) c’è qualcosa che non quadra. E non è difficile desumere i motivi per cui lo facciano.
Il primo è l’interesse. In questo caso l’interesse è far eleggere tutti i nomi della lista senza alcuno sforzo politico o propagandistico. Ragionare in termini tattici anziché strategici. Il secondo è la scarsità di valori. Abbiamo sempre votato, fatto votare, e ci siamo fatti eleggere con la lista Per Israele. Lo abbiamo fatto perché ci riconoscevamo nel sostegno incondizionato a Israele, in una visione dell’ebraismo tradizionalista e per la particolare attenzione dedicata alle tematiche di rilevanza sociale. Non abbiamo mai votato gli altri perché su alcuni di questi punti avevano visioni che non coincidevano con le nostre. Vederli oggi insieme, tutti nella stessa lista, lo troviamo alquanto ridicolo. Da un lato perché temiamo si sia spento quel fuoco sacro che muoveva il loro agire politico. Dall’altro perché in molte riunioni di Consiglio e di Consulta abbiamo udito cose che non permetterebbero ad alcune persone in quella stessa lista di stare nella stessa stanza… Il fatto che si voti con il sistema proporzionale non è una scusa plausibile. Se avessero voluto avrebbero potuto presentare tre liste con meno nomi, non l’hanno fatto.
Come ebrei ci battiamo da millenni per un diritto senza il quale saremmo scomparsi: il diritto alla diversità, all’identità. Un diritto che è anche un valore: non omologarci ci rende liberi, unici e irripetibili. Al contrario l’omologazione non ci rende liberi di scegliere, uguali e ripetibili. Sia chiaro: nessuno avrebbe criticato un’eventuale alleanza politica per governare l’Unione (così come nessuno ha criticato l’alleanza politica per governare la CER), ma candidarsi insieme è una pugnalata all’elettorato. E’ una costrizione tra lo scegliere qualcosa in cui non ci si riconosce e il non scegliere. E’ presunzione del fatto che consenso e accondiscendenza coincidano. Ma non è così: il consenso è supporto consapevole; l’accondiscendenza è sostegno incondizionato. Il primo atteggiamento, il consenso, è praticabile verso gli uomini o le proposte politiche; il secondo, l’accondiscendenza, è vera e propria fede, supporto incondizionato. E per quanto ci riguarda la fede è riconoscibile solo a D-o e il supporto incondizionato ai valori che ci fanno da faro nella vita. Nessuna delle alternative in lizza per l’Unione trovano il nostro consenso.
“Un buon leader crea seguaci, un grande leader crea altri leaders”. Dispiace dirlo ma MPS non hanno in alcun modo investito nei propri vivai: i candidati all’Ucei sono sempre gli stessi, nemici giurati di una volta che ora convivono nella stessa lista. E i nuovi innesti, invece, non vengono dalle rose dei diversi movimenti ma sono il frutto di un calcio mercato che si ripete ad ogni elezione: giocatori per una stagione/elezione e poi in panchina. Carisma, giovinezza e quote rosa qualità da evitare.
Non ci preoccupa il presente della nostra Comunità, crediamo che Riccardo Pacifici sia e sia stato un buon presidente e un buon leader, così come non ci preoccupa il presente dell’Unione, ci preoccupa il futuro. Ci preoccupa l’assenza di una visione strutturata su cui costruire un futuro solido per i nostri fratelli più piccoli, per i nostri cuginetti e per i figli nostri e delle nostre sorelle. Ci preoccupa il mancato coinvolgimento di una generazione che, nonostante si comporti da serva del Signore, viene trattata da eterna stagista al servizio dei capi.
E’ giunto il momento che questa generazione osi qualcosa in più. Che dopo sei (o più) anni di tirocinio inizi a lavorare al futuro e al presente dell’ebraismo romano e italiano. Non contro qualcuno ma per l’ebraismo. Distinti ma non distanti. Disponibili a un dialogo costruttivo ma contrari ad uno sfruttamento elettorale o a ragionamenti tattici. Nel solco di quei valori che fino a qualche tempo fa caratterizzavano l’azione della lista “Per Israele” e che oggi sembrano essersi mescolati in uno strano mix a base di carne e latte.
Lista “Giovani Per Israele”
http://giovaniperisraele.blogspot.it/2012/04/elezioni-ucei-i-giovani-dicono-no-al.html