La fine della nostra parashà, ci narra la discesa di Moshè dal monte Sinai, dopo che il Signore gli aveva dato nuovamente le Tavole della Legge.
Il testo dice che Moshè aveva il volto splendente, ma egli non lo sapeva.
Nel Talmud (shabbat 10;b) ci si chiede: “chi fa un regalo ad un suo amico, deve dirglielo? Si risponde di no, secondo ciò che è scritto nella nostra parashà:” Moshè non sapeva che il suo volto era splendente”.
Si chiedono i chakhamim della nostra ghemarà: “quale era il regalo? Si risponde: lo shabbat”. Lo shabbat di cui si parla ancora una volta nella nostra parashà, è considerato il dono più grande che il Signore abbia fatto al suo popolo, per i concetti ed i valori (sconosciuti ancora alla gente dell’epoca) che esso contiene.
“Ismach Moshè be mattenat chelkò – Gioì Moshè per il regalo ricevuto” così dicono i nostri Maestri ed il regalo era proprio lo shabbat.
Shabbat Shalom