La parashà di questa settimana, continua la serie di regole che il popolo dovrà osservare sulla Terra di Israele per conservare la denominazione e i privilegi di “popolo santo” e vivere una vita distinta per onorare la Terra ed il Signore che ha mantenuto la Sua promessa.
In essa è contenuto il più alto numero di mizvot di tutta la Torà: si parla di rapporti coniugali e intimi, con un atteggiamento degno del popolo ebraico e diverso da quelli che erano i rapporti sessuali che vigevano presso i popoli dell’epoca; di divorzio, una delle istituzioni del diritto matrimoniale fra le più moderne: un uomo che nei confronti di sua moglie non aveva alcun sentimento di amore, poteva divorziare da lei, consegnandole una somma in danaro o in beni immobili, che era stata pattuita precedentemente al momento del matrimonio.
La società ebraica è sempre stata, rispetto alle società dell’epoca e ad alcune dei nostri giorni, piuttosto innovativa, facendo prevalere il buon senso.
Quella del divorzio è una, ma quella che riguarda il “Levirato” è ancora più attuale.
Il levirato era la condizione di una coppia senza figli, alla quale veniva a mancare il marito; la moglie si trovava priva di un appoggio morale e finanziario (teniamo ben presente la condizione delle vedove o delle donne abbandonate dell’epoca, le quali si trovavano alla mercé di chi nutriva pietà per loro), e acquisiva il diritto di poter sposare il fratello del marito defunto, il quale doveva garantirle una vita dignitosa e un futuro per la sua discendenza. Questo era un diritto per la donna e un dovere per l’uomo: nel caso si fosse rifiutato di sposare lacognata, veniva da lei pubblicamente svergognato ed accusato anche di rifiuto di proseguire la discendenza di suo fratello.
Apparentemente sembra una cosa scontata, ma la condizione della donna presso gli altri popoli era talmente bassa che la sua vita era considerata inferiore persino a quella degli animali.
Molti oggi ci accusano di essere retrogradi, ma forse se ci si guarda un po’ intorno, i retrogradi sono altri…….
Shabbat shalom