Perché le mitzvòt (2)
È scritto (Salmi 97, 11): «La luce è seminata per il giusto e la gioia per i retti di cuore».
Iddio ha seminato la Torà e i precetti per farli ereditare a Israele nel mondo futuro e non ha lasciato niente in questo mondo in cui non vi sia un precetto per Israele.
Se uno esce per arare, è scritto (Deut. 22, 10): «Non arerai con un asino e un toro aggiogati».
Per seminare (ivi v. 9): «Non dovrai seminare nella tua vigna semi di varie specie».
Per mietere (ivi 24, 19): «Quando mieterai il tuo campo e avrai dimenticato un covone, non tornerai indietro … ma li lascerai per il forestiero, per l’orfano e la vedova».
Per impastare (Num. 15, 20): «Dalla prima parte dei vostri impasti darete una focaccia come tributo»; e se gli capita un nido di uccelli (Deut. 22, 6): «Qualora ti capitasse un nido di uccelli manderai via la madre…».
Se pianta (Lev. 19, 23): «Dovrete precludervi i primi frutti».
Se seppellisce un morto (Deut. 14, 1): «Non fatevi tagli sulla vostra persona».
Se costruisce una casa (ivi 22, 8): «E dovrai fare un riparo al tetto»; ancora: «li scriverai sugli stipiti della tua casa» (ivi 11, 19).
Se si avvolge con un manto (Num. 15, 38): «… che si facciano delle frange agli angoli delle loro vesti…».
La cosa è paragonata a una persona che si trova in mare e sta per affogare; il capitano gli getta una corda e gli dice: «Afferra questa corda e non la lasciare, perché se tu la lasci, muori».
Così disse il Santo Benedetto Iddio a Israele: «Tutto il tempo che voi siete attaccati ai precetti, vale per voi ciò che è scritto: «fintanto che voi rimarrete attaccati al Signore Dio Vostro sarete tutti vivi (Deut. 4, 14); e così è detto: «attaccati saldamente alla morale, non l’abbandonare, custodiscila, perché essa è la tua vita» (Prov. 4, 13).
Bemidbàr Rabbà 17, 7
Anche questo Midràsh, come il precedente, tratta dello scopo dei precetti.
L’impostazione è analoga.
Il motivo è però diverso. Mentre infatti nel primo si parla dei precetti come un qualche cosa che viene ad abbellire la vita, a dar giovamento all’uomo, qui le Mitzvòt sono intese come una via di salvezza.
L’uomo lotta nel vortice della vita; sono tanti gli ostacoli esterni e interni, del proprio istinto, per cui l’uomo ha bisogno di armi con le quali combattere, difendersi, ha bisogno di un salvagente per non affogare; assolvono a questo ruolo appunto le Mitzvòt, che sostengono l’uomo in ogni passo della sua vita, facendo in modo che la sua personalità non muoia, non si spenga, ma sia sempre pervasa di vita spirituale.