La vacca rossa
«Il Signore parlò a Mosè e a Aròn dicendo: Questo è lo statuto della legge che il Signore ha comandato. Dì ai figli di Israele che ti prendano una vacca rossa perfetta, che non abbia alcun difetto e sulla quale non sia stato messo giogo … Ciò sia per i vostri figli da osservare per fare dell’acqua purificatrice, è un Chattàt».
Numeri 19, 1
«Un idolatra domandò a Rabbì Jochanàn ben Zakkài: «Quello che voi fate con la vacca sembrano stregonerie! Voi prendete una vacca, la bruciate, la sminuzzate, prendete la sua cenere e quando uno di voi si rende impuro a causa di un morto, gli spruzzate due o tre gocce e gli dite: sei puro!’.
Gli domandò a sua volta Rabbì Jochanàn ben Zakkài: Non ti è mai capitato che uno spirito maligno si sia impossessato di te?».
Gli rispose: No.
Gli chiese (R.J.): «Hai mai visto unì persona posseduta da uno spirito maligno?».
Gli disse: Sì.
Gli domandò ancora: «Voi che cosa gli fate?».
Gli rispose: «Si prendono delle radici, le si bruciano, si spruzza contro lo spirito un po’ d’acqua ed esso fugge».
Gli disse (R.J.): »Che le tue orecchie sentano ciò che la tua bocca ha pronunciato».
Così questo spirito (della persona impura) è impuro come è scritto: ‘…eliminerò dalla terra i falsi profeti e ogni spirito impuro (Zaccaria 13, 2); si spruzza quindi un po’ di acqua pura ed esso fugge. Quando l’idolatra uscì, gli dissero i suoi allievi:
«Maestro, lui, lo hai liquidato facilmente, ma a noi che cosa rispondi?».
‘Rispose loro: «Non è il morto che rende impuri, e non sono le acque che purificano, ma disse Iddio: Una legge ho stabilito, un decreto ho decretato, e tu non hai la facoltà di trasgredire il mio decreto!’».
Bemidbàr Rabbà 8
Il problema della comprensione delle mitzvòt si presenta quando affrontiamo in particolar modo il tema della vacca rossa.
Si sa che, tra le varie suddivisioni possibili, vi sono due tipi di mitzvòt:
– Mishhpatìm: norme comprensibili razionalmente, p. es. non rubare, non uccidere, ecc.;
– Chukkìm: leggi la cui comprensione sfugge al razionale; p. es. le norme alimentari, la vacca rossa, ecc.
La vacca rossa, in particolare, si trova all’apice delle difficoltà, tanto che i Maestri dissero che anche a Salomone, che comprese tutti i precetti, la questione della vacca rossa rimase oscura.
Il Midràsh va letto tenendo conto dell’epoca in cui si colloca.
Ai tempi di R. Jochanàn, era diffusa anche tra le persone colte, la superstizione dell’esistenza dello spirito maligno (vedi Jitzchak Heinemann, Ta’ame Hamitzvòt, Gerusalemme, 1958, pag. 26) si può pertanto capire perché la prescrizione della ‘vacca rossa’ non fosse considerata una stregoneria, ma una prassi religiosa consueta.
La risposta ovviamente non accontenta i discepoli che non accettano semplicemente il riferimento agli spiriti maligni.
Allora viene la seconda risposta: ciò che importa è il comandamento; la regola vale perché è stata comandata.
I precetti in generale sono stati dati per il bene dell’uomo e hanno la capacità di conservare e di prevenire l’uomo dagli errori.
Si chiedono infatti i Maestri: perché si chiamano chukkìm=statuti? Perché essi sono, per così dire, «incisi» nell’uomo contro l’istinto del male e lo sostengono nella lotta contro il proprio istinto; l’uomo, quindi, osservandoli, si purifica.
I precetti mettono l’uomo sempre alla prova e lo aiutano a compiere una continua verifica delle azioni che egli compie. Per questo l’ebreo deve tener continuamente presente il sistema legislativo della Torà, perché, finché è dentro tale sistema, egli si eleva sempre di più, giorno per giorno.
Per questo chi si rende impuro ha bisogno di un atto, seppur formale, per rientrare dentro il sistema e tale atto assume importanza appunto perché dettato da Dio.
Se l’uomo trasgredisce la Legge, si allontana automaticamente da Dio e dalle Sue leggi, quindi per tornare, per espiare, non c’è altro modo che quello di accettare e applicare un decreto divino.