L’organizzazione Masa, che si occupa di portare ebrei in Israele perché facciano la Alià, pubblica uno spot che accenna al matrimonio misto come la causa (o il risultato) dell’assimilazione dei giovani ebrei nella Diaspora. A seguito delle proteste dalla Diaspora lo spot viene sospeso. Si fa ma non si dice.
Israele, campagna contro matrimoni misti. Sospesi gli spot tv dopo le polemiche
ROMA (9 settembre) – Il presidente dell’Agenzia ebraica, Natan Sharansky, ha ordinato la sospensione immediata di una controversa campagna televisiva lanciata per sensibilizzare l’opinione pubblica sui rischi rappresentati dai matrimoni misti degli ebrei nella Diaspora.
«Per quanto sia necessario rafforzare i legami fra la Diaspora ebraica e lo Stato di Israele – afferma Sharansky – dobbiamo stare attenti a non ferire i sentimenti degli ebrei che vivono in altri Paesi».
Che sia una scelta voluta o dovuta, Sharansky non lo dice, ma sicure sono le immediate proteste che la campagna pubblicitaria creata dalla sua agenzia ha suscitato.
L’Agenzia ebraica, infatti, incoraggiava gli israeliani a fornire ad un centralino i nomi di loro conoscenti ebrei all’estero in procinto di sposarsi, per contattarli telefonicamente e dissuaderli dal concludere matrimoni misti. Veniva offerto loro anche un soggiorno in Israele, allo scopo di rafforzare le loro radici ebraiche.
L’idea sarebbe nata in seguito alla consapevolezza che ormai i matrimoni misti fra gli ebrei della Diaspora superano il 50% e per tale ragione le file del popolo ebraico nel mondo si assottigliano.
Il Messaggero 8/9/2209
Israele, spot contro i matrimoni misti: se sposi una non ebrea sei perduto
Critiche alla campagna Masa dai giovani e dalla stampa
ROMA (8 settembre) – Un’organizzazione che collabora con il governo israeliano e le agenzie ebraiche nel mondo, Masa, che si occupa di far arrivare in Israele la gioventù della diaspora per periodi di sei mesi-un anno, alla scoperta delle proprie radici, ha lanciato una campagna di dieci giorni sull’argomento matrimonio.
Una foto di un giovane, Joel Fine, con la scritta “lost”, scomparso. Nel senso di “perduto”: perché la famiglia e gli amici di Joel sanno perfettamente dove si trova. Lontano da Israele, e in procinto di sposarsi con una non ebrea. «Più del 50% dei giovani della diaspora vengono assimilati e sono persi per noi», dice una scritta in sovrimpressione che accompagna i volti dei ragazzi ‘missing’. Il messaggio prosegue con un appello: «Conosci qualche giovane ebreo che vive all’estero? Chiamaci, insieme rafforzeremo il suo legame con Israele».
Masa segue così una strategia nuova: rinsaldare il legame con la religione di chi vive all’estero, sottoposto ai rischi dell’assimilazione che secondo Masa passa, prima di tutto, attraverso il matrimonio interreligioso. Nello spot non si menzionano le unioni miste, ma in una conferenza stampa Masa ha dichiarato che l’obiettivo numero uno è proprio chi si sposa con un non correligionario. Il tutto grazie alle azioni messe in campo: se qualcuno degli amici di “Joel” decide che il ragazzo non può allontanarsi dal suo popolo sposando una donna scelta tra i goym, basta che alzi il telefono e chiami i membri Masa che, a loro volta, contatteranno il futuro sposo, invitandolo a trascorrere un periodo più o meno lungo nella terra dei padri. Una doccia di ebraismo che, si spera, laverà via lo slancio nuziale di Joel, complice magari il sorriso kosher di una bella ragazza israeliana.
L’operazione ha già suscitato reazioni controverse nell’opinione pubblica israeliana, specie tra i diretti interessati, i ragazzi che si sfogano sui blog, come Esther che scrive: «Se le persone vengono trattate come perse al giudaismo, allora si perderanno davvero». Scettica anche la stampa, se non addirittura critica. Ne è un esempio il quotidiano Jerusalem Post, non ostile al governo in carica, che parla di una «campagna controproducente»: nessuno, si legge in un commento affidato a Shmuel Rosner, può «vincere i cuori» dei giovani ebrei «con una pubblicità che implica che il matrimonio interreligioso sia una forma di genocidio».
I responsabili del progetto sostengono che «con un tasso di crescita dello 0,5% e una percentuale di assimilazione pari all’80% in Paesi come le repubbliche ex sovietiche, le comunità ebraiche (della diaspora) sono vicine al punto di non ritorno». «Con questa campagna – si giustificano – abbiamo cercato di riportare l’argomento all’interno dell’agenda pubblica come questione di grande importanza».
Il Messaggero 9/9/2009
Il filmato di Masa: http://www.youtube.com/watch?v=w_7UTzFDrQk
Come l’affiliazione religiosa e il tasso di matrimoni misti influenzano la demografia ebraica:
I tuoi nipoti saranno ebrei?
http://www.simpletoremember.com/vitals/will-your-grandchild-be-jewish-chart-graph.htm