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Ivano Abbadessa
La circoncisione va vietata esattamente come avviene per l’infibulazione. Ne è convinto Avshalom Zoossmann-Diskin, che intervistato da West spiega quella che è la sua battaglia contro la circoncisione. Il medico ebreo e fondatore dell’organizzazione israeliana Ben Shalem, infatti, combatte quest’antica pratica ebraica, prassi consolidata anche nell’Islam, e diffusissima negli Stati Uniti. “La rimozione chirurgica del prepuzio dal pene – dichiara – è una violazione dell’integrità fisica dei minori esattamente come lo è la mutilazione genitale effettuata sulle ragazzine”.
Anzi, per il responsabile di Ben Shalem “alcune forme di mutilazione genitale delle donne tra cui la più comune ‘sunna’ (che comporta il taglio del prepuzio clitorideo) sono meno violente rispetto al più diffuso metodo di circoncisione negli uomini.” A differenza di quanto giustamente accade per le donne, però, “i genitali dei minori di sesso maschile non sono protetti e sono trattati come se non appartenessero a loro, ma ai genitori e alla comunità di appartenenza”.
Ecco perché “noi, i bambini nati da ebrei e musulmani, abbiamo esattamente gli stessi diritti dei figli nati da laici o cristiani. Se i nostri genitori si rifiutano di capire questo semplice principio di base dei diritti umani, allora l’Europa dovrebbe intervenire e proteggerci all’interno dei suoi confini”. Come? Riconoscendo il diritto d’asilo a chi “fugge dalla circoncisione”.
Eppure parliamo di una pratica che recentemente l’Organizzazione Mondiale della Sanità ha ritenuto possa contribuire a ridurre il rischio di infezione da HIV. Ma per Zoossmann-Diskin si tratta solo di una posizione ideologica esercitata “dalle lobby statunitensi e gruppi religiosi”. “Infatti – continua – non si combatte una malattia amputando organi sani, anche nei casi in cui tale operazione assicurasse una forte riduzione del rischio come nel cancro al seno”. Prova ulteriore dell’infondatezza delle ragioni sanitarie dietro la scelta dell’OMS è che mentre si raccomanda la circoncisione per gli uomini, non si fa altrettanto per le donne. “Nonostante il tessuto femminile equivalente (il prepuzio clitorideo e le piccole labbra) contengano le stesse cellule che facilitano l’ingresso del virus dell’HIV – conclude il dottore”.
La forte reazione di ebrei e musulmani “non deve servire come scusa all’Europa a non agire per proteggere i piccoli da una grave violazione della loro integrità fisica”. Al contrario “tutti i paesi europei dovrebbero essere incoraggiati a far rispettare il divieto di mutilazioni”. Secondo Zoossmann-Diskin, infatti, “dietro la contesa ci sono vittime, le cui urla, sofferenze e danni che devono sopportare per tutta la vita, vengono ignorati da coloro che avrebbero dovuto proteggerli”.
http://www.west-info.eu/it/il-medico-ebreo-che-si-batte-per-vietare-la-circoncisione/