Rachel Silvera
Poupette, la strepitosa bisnonna di Vic nel Tempo delle mele, diceva intrisa di saggezza: ” Il matrimonio è l’arte di risolvere in due i problemi che non hai quando non sei sposato.” L’Huffington Post, il sito di notizie più potente al mondo, ha aperto prima la sezione dedicata al divorzio (con la collaborazione della celeberrima Nora Ephron) e poi quella del matrimonio. Ma allora perché continuare, perché non accettare passivamente il cinismo che sempre di più invade e dirada le nostre nuvolette di zucchero filato? Perché il matrimonio è di per sé un fatto prodigioso.
L’unione di due individui che scelgono deliberatamente di condividere l’armadio, le gioie e i dolori per il resto della propria vita. Decidono di sopportare il tubetto del dentifricio spremuto da sopra per un bene superiore. Tollerano la possibilità di avere una presenza che ‘ciondoli’ per casa senza un fine ben preciso. Accettano di preparare minestrine e infusi miracolosi per l’influenzato stagionale di turno. Sono ben consapevoli che non sapranno mai cucinare le leccornie di mamma e non avranno mai il potere decisionale del papà. Ma con la sicurezza di girarsi indietro e di poter contare su qualcuno in questo mondo, dove tutto sembra un pavimento scivoloso sul quale è stata appena passata la cera.
La celebrazione del matrimonio ebraico è un insieme di rituali che eternano il momento: la chuppah, la rottura del bicchiere, i balli forsennati (forse per intontire lo sposo e non fargli realizzare la parziale o totale perdita della tanto agognata libertà). Tutto questo lo so perché sono la cugina della sposa. Fortunatamente mi hanno esonerata dall’indossare uno di quegli abiti color lavanda che solo gli stomaci forti possono tollerare. E non sono nemmeno stata obbligata a farmi fare una permanente riccia anni ’80 che fa sembrare chiunque un personaggio di Kiss me Lycia. In compenso non ho fatto la cugina cattiva dei matrimoni che vuole a tutti i costi accalappiare un invitato o che assaggia la torta nuziale con le dita. La sposa non è una ragazza qualsiasi.
Mia cugina, Michal Colombo, è una delle persone più particolari che abbia mai conosciuto. Scrive come se fosse la figlia naturale di Tolstoj e a volte snobba la grammatica. Sforna idee come torte al cioccolato (certo se sapesse fare anche quelle non sarebbe male, ma imparerà, tra bruciature e fumo poco rassicurante). Prende decisioni risolute da quando ha pronunciato le prime parole. Per questo è stato così emozionante vederla mentre si dava da fare per costruire pezzo dopo pezzo questo matrimonio. Tra qualche telefonata su skype, messaggi lapidari (“Non riuscirò mai a fare tutto in tempo”) e il discutere delle disposizioni dei tavoli, che portano quasi sempre a voler decapitare qualche povero e inconsapevole invitato che non si sa dove piazzare, mi sforzo per non commuovermi. Ricordo quando disegnavamo i vestiti e lei puntualmente ideava il suo vestito da sposa, disegnando piccolo per fare entrare più modelli in un unico foglio per fare economia.
E la cosa più bella è vedere che ha incontrato qualcuno che ha il suo stesso livello di follia misto a genialità. Vedere David e Michal insieme è come assistere ad un telefilm delle sette di sera. Non puoi sentirti di troppo perché ti invitano immediatamente ad accedere nelle loro strane e divertentissime dinamiche di coppia. Mazal Tov David e Michal per compiere il prodigio del matrimonio e dare un bel calcione al cinismo.
Newsletter L’Unione Informa 9.1.2012