Fiona Diwan
Liberamente ispirato alla sua storia famigliare, l’avvincente romanzo di Daniel Sher narra
le avventure di un geniale matematico-crittografo tra l’Europa in guerra e la Palestina mandataria
Siamo a Kretinga, amena cittadina a pochi chilometri dal Mar Baltico, in Lituania, vicino al confine prussiano. È la vigilia di un pogrom, siamo nel 1937. L’armamentario è sempre lo stesso, accuse di omicidio rituale, colpe presunte di rubare il lavoro ai legittimi abitanti, rimproveri di essere troppo ricchi o troppo straccioni… Ed ecco il fuoco che divampa dappertutto nel quartiere ebraico…
Anche qui, come altrove, stesso scenario: dopo aver combattuto fianco a fianco per la guerra di indipendenza, ebrei e lituani insieme, la luna di miele finisce, i lituani non mantengono la promessa, scaricano gli ebrei dandoli in pasto al popolino frustrato e affamato. Il giovane Ruben Herskowits è costretto a fuggire, l’aria è decisamente insalubre, andrà a Parigi a studiare matematica alla Sorbona insieme a Irene, figlia di Maria Curie.
Alla sua terza prova narrativa oggi Daniel Sher manda alle stampe La salita di Ruben, un romanzo che prendendo spunto dalla vicenda famigliare di Sher spazia dalla Lituania all’Italia, da Israele alla Russia sovietica, dalla Francia alla Svizzera alla Turchia. Ruben è un crittografo geniale, decodifica codici astrusi e piani militari che trasmette ai sovietici, si adopera contro la Germania di Hitler ma è costretto a fuggire inseguito dalle SS.
Sullo sfondo della Seconda Guerra Mondiale e della Palestina mandataria si dipanano le rocambolesche avventure di Ruben. Liberamente ispirato alla sua storia famigliare, Daniel Sher srotola un intreccio che fonde storia ebraica e grande Storia, spionaggio e battaglie leggendarie come Stalingrado, il sionismo e l’alya, le speranze, i rimpianti, le paure millenarie degli ebrei. E il sogno immenso e vertiginoso di costruire una casa dove più nessuno potrà metterti su un carro bestiame.
Daniel Sher, La salita di Ruben, Belforte, pp. 240,19,90 euro.