Tratto da “I racconti dei Hassidim – Martin Buber”, Guanda 1992
Gioia del sabato
Una volta era ospite di Rabbi Baruch un uomo molto stimato del paese d’Israele. Era di quelli che piangono continuamente per Sionne e Gerusalemme e non dimenticano un attimo il loro cordoglio. La sera della vigilia di sabato il Rabbi cantò «Chi santifica il settimo giorno» nel suo modo consueto. Alle parole: «Amici di Dio, che attendete la ricostruzione di Ariele», alzò gli occhi e vide l’ospite che sedeva cupo e sospiroso come tutti i giorni. Allora interruppe il canto e con gioia rabbiosa gridò sul viso dell’uomo spaventato i versi: «Amici di Dio, che attendete la ricostruzione di Ariele, il giorno del santo sabato giubilate e esultate!» Poi cantò il resto della canzone.
Quando il sabato s’avvicinava
Gli scolari di uno zaddik che era stato scolaro del Baalshem sedevano insieme un mezzogiorno prima del sabato e si narravano i miracoli del Baalshem. Lo zaddik, che sedeva nella sua stanza accanto, li udì. Aprì la porta e disse:
«Che storie miracolose andate narrando! Narratevi del suo timor di Dio! Ogni vigilia di sabato il cuore cominciava a battergli così forte che noi tutti che eravamo presso di lui l’udivamo».
Prova
Si narra: «Eliezer, il padre del Baalshem, viveva in un villaggio. Egli era un uomo così ospitale che appostava ai margini del villaggio uomini per fermare i poveri viandanti e condurli a lui perché li assistesse e nutrisse. In cielo ci si rallegrava della sua opera, e una volta si decise di metterlo alla prova. Satana si offrì a questo scopo, ma il profeta Elia pregò che lasciassero piuttosto andar lui. In figura di povero viandante, n sacco e bastone, venne il pomeriggio di un sabato alla casa di Eliezer e pronunziò la formula di saluto. Eliezer non badò all’infrazione del sabato perché non voleva umiliare l’uomo; lo invitò subito a mangiare e lo trattenne presso di sé. Anche il mattino dopo, quando l’ospite prese congedo, Eliezer non gli fece alcun rimprovero. Allora il profeta gli si manifestò e gli promise un figlio che sarebbe diventato la luce di Israele».
In collaborazione con Cdec – Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea