Con un titolo bizzarro: “Il settarismo identitario non riscuote successo fra gli ebrei milanesi: vota solo il 35% degli iscritti” Lerner confessa la sua ignoranza: a Milano ha votato il 37,8% degli iscritti. Certamente pochi, ma più del 33,7% del 2012. Le discussioni, anche accese, sembrano far bene alla Comunità
Gad Lerner
Si sono concluse con un pari e patta fra due liste contrapposte le elezioni per il rinnovo del Consiglio della Comunità ebraica di Milano, sciolto dopo lo scandalo degli ammanchi milionari perpetrati negli anni da un funzionario disonesto. Il dato più significativo è l’ulteriore calo della partecipazione al voto, ormai ridotta al 35% degli aventi diritto. Molto meno della metà, nonostante un protagonismo mediatico senza precedenti.
La rappresentatività dei portavoce comunitari ne esce assai delegittimata. I roboanti proclami identitari in cui si è contraddistinta soprattutto la destra interna (“ci impegnamo a non criticare mai Israele”, hanno scritto in un appello congiunto l’uscente Walker Mekhnagi e il romano Riccardo Pacifici) trovano adesioni sempre più ridotte. Neanche fra i pochi che vanno ancora a votare prevale il settarismo di chi aveva strumentalizzato perfino la tutela della sicurezza a fini propagandistici.
A furia di insultare e discriminare ogni voce dissonante, nell’ebraismo comunitario italiano si ritrovano a suonarsele e cantarsele fra quattro gatti.
Le cifre, al proposito, parlano da sole.
P.S. L’ unica buona sorpresa è stato il successo personale di una manager, Antonella Musatti, stimata da tutti per la sua gestione della Casa di Riposo e presentatasi in solitudine come indipendente. Non ci vuole re Salomone per riconoscere in lei la “vera madre” e proporla come futura presidente di rinnovamento.
http://www.gadlerner.it/2015/03/24/il-settarismo-identitario-non-riscuote-successo-fra-gli-ebrei-milanesi-vota-solo-il-35-degli-iscritti