Capitolo 23 – Gli Ebrei durante la prima guerra mondiale
Condizioni generali degli Ebrei durante la guerra
Persecuzioni degli Ebrei in Russia
Comitati di soccorso
Occupazione inglese della Palestina e la dichiarazione Balfour
Primi atti per la costituzione della sede nazionale ebraica in Èretz Israèl
Condizioni generali degli Ebrei durante la guerra
La grande guerra mondiale che si combatté tra il 1914 e il 1918 e che fu causa di tante stragi e di tante rovine per tutti i paesi che vi presero parte, e cioè per quasi tutti gli stati dell’Europa e per le loro colonie e i loro possedimenti, fu in modo speciale causa di gravi sventure per gli Ebrei.
Di tutti gli eserciti fecero parte gli Ebrei: non pochi, sentendosi parte della nazione in mezzo alla quale abitavano, combatterono come volontari, alcuni raggiunsero anche alti gradi ed ebbero posti di responsabilità. Ma tutto ciò non impedì che l’antisemitismo si facesse sentire. In Germania gli Ebrei furono accusati di cercare di sottrarsi al servizio militare e fu fatto uno speciale censimento dei soldati Ebrei; in Russia, col pretesto fra altro che gli Ebrei, che parlavano lo yiddish, affine al tedesco, potevano facilmente intendersi coi Tedeschi, furono espulsi da varie regioni e specialmente da quelle di confine.
Nelle alterne vicende della guerra, in conseguenza delle quali molte regioni di confine furono conquistate dagli Austro-tedeschi o dai Russi, gli Ebrei soffrirono ancor più che il resto della popolazione per massacri e saccheggi. Particolarmente dolorosa fu la situazione di quei numerosi Ebrei che vennero a trovarsi in territori soggetti a stati in guerra con quelli di cui essi erano cittadini: espulsi come nemici dai paesi di loro residenza, difficilmente trovavano altra sede e finivano per essere chiusi in campo di concentramento. Di questo soffrirono in modo particolare i molti Ebrei di cittadinanza russa che si trovavano in Èretz Israèl, soggetta alla Turchia, che combatteva contro la Russia a fianco della Germania. Non occorre poi dire che le interruzioni delle comunicazioni causate dalla guerra ridussero di molto le possibilità di fare giungere dalla Diaspora aiuti in Èretz Israèl, sia per quelli che vivevano della Chalukkà sia per le nuove colonie sionistiche.
Persecuzioni degli Ebrei in Russia
I disordini, le rivoluzioni e i continui cambiamenti di regime che afflissero la Russia durante la guerra ebbero poi dolorose conseguenze per gli Ebrei, che, come al solito, erano da ogni partito considerati fautori del partito avverso o tiepidi seguaci di quello a cui appartenevano. Teatro in modo speciale di violenze e stragi fu l’Ucraina, popolata di circa due milioni di Ebrei. Uno dei governi che si succedettero in Russia dopo l’abdicazione dello Zar Nicola II (febbraio 1917) e l’uscita della Russia dalla guerra, stabilì (aprile 1917) per gli Ebrei pieni diritti di cittadinanza e di minoranza nazionale, ma la cosa non ebbe conseguenze pratiche.
Comitati di soccorso
Alle sofferenze degli Ebrei cercarono, e in parte riuscirono, a portare qualche sollievo comitati formatisi specialmente negli Stati Uniti di America, che rimasero estranei alla guerra fino all’aprile 1917; anche dopo questa data non cessò l’attività dei comitati che riuscirono ad agire attraverso paesi neutrali. Tra questi ebbe speciale importanza il comitato per la distribuzione di aiuti, Jewish Joint Distribution Committee, noto col nome di Joint.
L’occupazione inglese della Palestina e la dichiarazione Balfour
L’avvenimento più importante per l’avvenire del popolo ebraico che ebbe luogo durante la guerra è l’occupazione della Palestina per parte dell’esercito inglese. Prima ancora di questo fatto i Sionisti riponevano grandi speranze nell’Inghilterra e fino dal 1915, in seguito alle espulsioni di molti sionisti da Èretz Israèl, si era costituito in Egitto il “Corpo dei mulattieri di Sion” capeggiato da Yosèf Trumpeldor che prese parte a importanti battaglie a fianco degli eserciti dell’Intesa. Nello stesso anno Zeev (Vladimir) Jabotinski fondò la Legione ebraica, formata da Ebrei dell’Inghilterra e di alcuni stati dell’America.
In nome degli Ebrei trattarono col governo inglese Chayìm Weizmann (1874- 1952) e Nachùm Sokolov (1860-1935). Il primo di essi, chimico di grande valore, aveva reso all’Inghilterra notevoli servizi che furono utilissimi per la guerra. Le trattative si conclusero, dopo non poche difficoltà, con una dichiarazione che il ministro inglese degli esteri, Arthur James Balfour, diresse il 2 novembre 1917 a Lord Rothschild con preghiera di trasmetterla all’organizzazione sionistica, dichiarazione nella quale si affermava che il governo inglese vedeva con favore la formazione in Palestina di una sede nazionale per il popolo ebraico e che esso avrebbe fatto del suo meglio per il raggiungimento di questo scopo, restando inteso che nulla si sarebbe fatto che fosse in contrasto coi diritti civili e religiosi delle Comunità non ebraiche esistenti in Palestina o coi diritti e le condizioni politiche degli Ebrei negli altri paesi. Questa dichiarazione è nota come “Dichiarazione Balfour”. A essa si associarono i governi della Francia, dell’Italia e degli Stati Uniti e non occorre dire che essa suscitò grande entusiasmo tra gli Ebrei di tutti i paesi.
Intanto si succedevano le vittorie inglesi; l’11 novembre il generale Allenby entrava in Gerusalemme e nel corso di poche settimane le milizie turche lasciarono interamente il paese. Alle operazioni militari prese parte, a fianco dell’esercito inglese, la legione ebraica.
Primi atti per la costituzione della sede nazionale ebraica in Èretz Israèl
Nel Marzo 1918 una commissione, presieduta da Weizmann e costituita da vari rappresentanti del Sionismo e degli Ebrei di vari paesi, si recò in Palestina per fungere da consiglio consultivo presso le autorità inglesi per le questioni relative alla creazione della sede nazionale ebraica. Gli Ebrei d’Italia erano rappresentati da Angelo Levi Bianchini, che fu ucciso dagli Arabi. Il 24 luglio fu posta, sul monte detto Har Hatzofìm (Monte Scopus) la prima pietra dell’edificio che doveva costruirsi per servire da sede a una università ebraica da fondarsi a Gerusalemme.
Durante il soggiorno della Commissione in Èretz Israèl, Weizmann si incontrò con l’emiro Feisal capo degli Arabi di Palestina in quel tempo, e a conclusione delle conversazioni che ebbero luogo fu firmato da loro a Londra nel gennaio 1919 un accordo nel quale si auspicava l’accordo fra Ebrei e Arabi e l’adozione di misure atte a incoraggiare l’immigrazione ebraica in Palestina.
Gli avvenimenti di cui sopra aumentarono, come è naturale, la gioia e l’entusiasmo degli Ebrei e molti pionieri si accinsero all’immigrazione.