Capitolo 6 – Gli Ebrei in Asia e Africa nel periodo delle crociate
Le fonti
Èretz Israèl
Altri paesi dell’Asia: a) Gli Ebrei in Siria; b) Gli Ebrei in Mesopotamia; ricostituzione dell’esilarcato e del gaonato; c) Gli Ebrei in Arabia e Persia; d) Davìd al-Roi; e) Africa settentrionale.
Le fonti
Notizie importanti si hanno, oltre che dalle fonti generali e musulmane dell’epoca, dai viaggiatori ricordati nel Capitolo precedente, e da Yehudà al Charizi (vedi pag. XXX).
Èretz Israèl
In seguito a molte peripezie e dopo aver subito gravissime perdite, i Crociati giunsero alle porte di Gerusalemme tre anni dopo l’inizio della spedizione (1099), quando la città era caduta in mano dei Turchi Selgiuchidi (vedi pag. XXX). In seguito a un assedio che durò sei settimane conquistarono la città (15 luglio) e fecero stragi di Musulmani e di Ebrei. Secondo una notizia, la verità della quale però non è sicura, molti di questi, rifugiatisi in una sinagoga, furono arsi vivi insieme a questa. Secondo altra notizia, dopo alcuni giorni avrebbero ottenuto di uscire incolumi e di trasferirsi ad Ashkelòn. Tutti gli averi degli Ebrei caddero in mano dei conquistatori e Gerusalemme diventò una città cristiana, dalla quale vennero esclusi gli Ebrei. Il regno cristiano di Gerusalemme sotto Goffredo di Buglione, a cui succedette il fratello Baldovino, si estese a gran parte di Èretz Israèl, nella quale cessò quasi interamente ogni traccia di popolazione e di vita ebraica. Coloro che scamparono agli eccidi si trasferirono in gran parte nei paesi dell’Asia rimasti sotto il dominio musulmano, specialmente in Siria e Mesopotamia (###vogliamo chiamarla Babilonia come in precedenza, oppure Iraq che era il nome dell’epoca? In caso bisogna fare ricerca con “trova e sostituisci”). Negli ultimi tempi di esistenza del regno cristiano di Gerusalemme, che ebbe fine nel 1187, i Cristiani si fecero più tolleranti e fu concesso a alcuni Ebrei di abitare a Gerusalemme ed in altre città e di esercitare alcune professioni, specialmente quella di tintori e, nei paesi lungo la costa, l’industria del vetro, ma agli Ebrei fu vietato il possesso di beni stabili e vennero loro imposte tasse molto gravose. Nessun centro di studi poté essere ricostituito, per quanto a capo di alcune comunità ci fossero dotti e rabbini. In nessuna città la popolazione ebraica fu molto numerosa. Dopo le vittorie del famoso Saladino che abbatterono il governo cristiano, numerosi Ebrei tornarono a Gerusalemme.
Altri paesi dell’Asia
a) Gli Ebrei in Siria
In Antiochia, che cadde anch’essa in mano dei Crociati, non rimase che un piccolo numero di Ebrei. D’altra parte nei territori rimasti in mano dei Musulmani, nei quali si rifugiarono Ebrei provenienti da Èretz Israèl (vedi pag. XXX), fiorirono parecchie comunità: a Damasco, Aleppo e altrove abitarono parecchie migliaia di Ebrei e funzionarono delle yeshivòt.
b) Gli Ebrei in Mesopotamia; ricostituzione dell’esilarcato e del gaonato
Le vittorie dei Crociati determinarono per due ragioni diverse il risollevarsi delle sorti degli Ebrei in Mesopotamia, perché le sconfitte subite dai Turchi Selgiuchidi diedero modo al califfato di Bagdad di risorgere e perché molti Ebrei, profughi da Èretz Israèl, emigrarono nel paese. Sotto il rinnovato dominio degli Abbasidi, nella prima metà del secolo XII, l’Ebraismo babilonese tornò a fiorire e per qualche tempo funzionarono di nuovo l’esilarcato e il gaonato che estesero la loro influenza su gran parte degli Ebrei d’Asia. Specialmente celebre, riconosciuto dal governo e tenuto in grande onore e stima presso Ebrei e non Ebrei, fu l’esilarca Danièl (1160-1174).
Le yeshivòt di Sura e Pumbedita tornarono a fiorire e altre ne vennero fondate, e tra i capi di queste è specialmente da ricordare Shemuèl ben Elì. La comunità ebraica di Bagdad contò parecchie migliaia di componenti, e in essa vi erano molti dotti e un gran numero di sinagoghe.
c) Gli Ebrei in Arabia e Persia
In Arabia, dipendente con una certa autonomia dal califfato di Bagdad, da dove gli Ebrei erano stati espulsi dai successori di Maometto (vedi pag. XXX), esistevano di nuovo nel secolo XII importanti comunità, specialmente nella parte settentrionale della regione, che erano sotto un capo speciale. Nello Yemen il fanatismo dei Musulmani fu causa di sofferenze agli Ebrei, non pochi dei quali furono costretti ad abbracciare apparentemente l’Islam. Loro occupazioni principali erano l’agricoltura e l’allevamento del bestiame; alcuni erano nomadi; non mancarono dotti e uomini d’armi.
Condizioni simili si ebbero in Persia dove fiorirono comunità in Susa, Hamadan, Isfahan e altrove.
d) Davìd al-Roì
Nella seconda metà del secolo XII gli Ebrei d’Oriente furono turbati dall’apparire di un personaggio strano, Davìd al-Roì, che si proclamò Messia e annunciò come prossimo il ritorno d’Israele nella sua terra e la redenzione del popolo. Gli si attribuiscono miracoli e il movimento da lui prodotto non cessò neppure dopo la sua morte, e fu causa di persecuzioni da parte dei governi che videro nei suoi seguaci dei ribelli.
e) Africa settentrionale
In Egitto, le condizioni degli Ebrei furono generalmente buone sotto gli ultimi Fatimidi (vedi pag. XXX); le comunità, fra cui specialmente notevoli quelle di Fostat (Cairo antica) e di Alessandria, erano organizzate e riconoscevano l’autorità del naghìd (vedi ivi ###non so se volete tenere “ivi” o mettere num pagina): tra questi si ricorda Shemuèl ibn Mansur, medico del califfo celebrato dal poeta Yehudà Halevì, che lo conobbe quando passò in Egitto e fu da lui accolto con grandi onori (vedi pag. XXX).
Gravi e continue guerre tra vari pretendenti al dominio che afflissero l’Egitto ebbero le loro ripercussioni sugli Ebrei: fra altro, venne incendiato il quartiere ebraico di Fostat (1168). Le vittorie di Saladino in Egitto come in Asia (vedi pag. XXX) ristabilirono la pace, e gli Ebrei vissero tranquilli; in Egitto trovarono rifugio Ebrei perseguitati altrove, e come già sappiamo, vi ebbe residenza onorata il Maimonide (vedi pag. XXX).
In altre regioni dell’Africa settentrionale, e particolarmente in Marocco, gli Ebrei ebbero molto a soffrire sotto i fanatici Almohadi (vedi pag. XXX) e i più abbandonarono il paese emigrando in Egitto e in Spagna; altri abbracciarono apparentemente l’Islam.