50.000 morti, ebreo più, ebreo meno. No, non è la statistica dei rastrellamenti nazisti in un intero stato nazionale durante le persecuzioni del 1942/45, ma la cifra (inevitabilmente approssimativa), che racconta i pogrom medievali durante la diffusione della Grande Peste del 1348. Si parte dalla Francia. Tolone, 13 Aprile 1348, 40 Ebrei ammazzati. Seguono Apt, Forcalquier e Manosque. Poi massacri in Linguadoca, Narbonne e Carcassone Apt, dove tutti gli ebrei vengono massacrati. Il 13 Maggio 1348 a Barcellona il quartiere ebraico viene saccheggiato, poi i massacri seguono la diffusione dell’epidemia. Gli ebrei sono massacrati a Bugey, a Miribel, nella Franca Contea, poi a Zurigo il 21 Settembre 1348, ad Augusta il 22 Novembre, poi a Würzburg e Monaco. E ancora, nel 1349, a Friburgo vengono uccisi tutti, poi a Strasburgo il Sindaco rifiuta di far ammazzare gli ebrei, viene deposto e il 14 febbraio ne vengono messi al rogo 2000, praticamente tutti quelli presenti in città.
E poi ancora a Worms, il 1° Marzo 1349, quando vengono messi al rogo in 400, a Francoforte, dove il 24 luglio gli ebrei si immolano e danno fuoco a buona parte della città, poi a Magonza, dove il 22 Agosto vengono trucidati 600 ebrei. Poi a Colonia ed Erfurt, dove vengono uccisi tutti i 3.000 ebrei della città, e poi a Krems, dove il 19 settembre 1349 vengono trucidati tutti, e infine a Norimberga, Hannover e Bruxelles.
Solo nell’Impero Tedesco sono 340 le città in cui si susseguono roghi e attacchi, pogrom o arresti, e la scusa è sempre quella:
Gli Ebrei avvelenano i pozzi dei cristiani
All’epoca l’acqua non aveva una distribuzione capillare come è oggi né tantomeno quella che aveva caratterizzato l’Impero Romano. Lontano dai corsi fluviali gli abitanti delle città medievali utilizzavano i pozzi, che li rifornivano d’acqua per tutti gli usi. L’accusa che viene rivolta agli ebrei, durante la diffusione dell’epidemia di peste, è quella di avvelenatori, di contaminatori d’acqua per favorire la diffusione del morbo in tutte le città. Poco importa se gli ebrei muoiono come i cristiani per la peste, se gli appartenenti alle loro comunità giacciono in putrefazione ai margini delle strade come tutti gli altri:
Gli ebrei sono assassini, vanno ammazzati tutti
Una vecchia accusa
La nomea di avvelenatori accompagnava la comunità ebraica europea ormai da diverso tempo. Era il 1319 e in Franconia, nell’odierna Baviera, gli ebrei furono accusati di avvelenare i pozzi con lo scopo di diffondere la lebbra, poi nel 1321, a Chinon, in Francia, vennero bruciati vivi circa 160 ebrei. Per quasi 30 anni le acque si calmano, la quiete prima della tempesta viene da pensare, e poi, nel 1348, la Peste Nera stravolge tutto.
Per le strade di quasi tutte le città d’Europa i morti non si contano, il morbo uccide un terzo degli europei, circa 20 milioni di persone, i cittadini cercano dei capri espiatori e come da tradizione gli ebrei sono le vittime più fragili.
Era la prima volta che gli ebrei venivano massacrati senza alcuna ragione?
Assolutamente no. Il primo massacro su larga scala delle comunità ebraiche risale al 1095, con l’invocazione della Prima Crociata in Terra Santa da parte di Urbano II. I crociati partiti dalle odierne Francia e Germania risalgono le valli del Reno e del Danubio e massacrano alcune comunità ebraiche che trovano sulla loro strada, dividendosi il bottino. La caccia ai nemici della cristianità è legalizzata, il Papa l’ha invocata, e i crociati interpretano molto liberamente l’invito di Urbano II a liberare il Santo Sepolcro.
L’antisemitismo figlio dell’economia
I cristiani Europei convivevano con le comunità ebraiche da moltissimo tempo, ma in epoca di pandemia di peste trovano la scusa per regolare un po’ di conti. I quartieri degli ebrei sono ricchi, essi sono spesso costretti dalle leggi ad intraprendere mestieri che i cristiani non possono praticare, come il prestito di denaro, e i debiti che i cittadini hanno contratto con gli ebrei sono importanti.
“L’occasione fa l’uomo ladro”, si dice, e gli abitanti di mezza Europa confermano in pieno il detto. La caccia agli ebrei con la scusa che essi siano avvelenatori di pozzi è un modo in cui le comunità medievali tentano di fare bottino senza scatenare una guerra. In Francia e Germania, in Olanda e Belgio, in Russia, nel Nord della Spagna, in Svizzera, in Austria i Pogrom non si contano, così come non si contano i danni di queste persecuzioni, ma il morbo è talmente devastante che le autorità cittadine non hanno la capacità di perseguire i colpevoli.
Quasi tutti gli assassini la fanno franca, o perché giustificati come “malicidi”, quindi uccisori del male, o perché nessuno, dopo l’ondata di morte della peste ha voglia di ammazzare altre persone.
Particolarmente significativo e ben documentato è il Massacro di San Valentino a Strasburgo, nel 1349, dove 2000 ebrei vengono bruciati vivi, ovviamente con l’accusa di essere avvelenatori di pozzi. Qui i nobili sono complici e coinvolti nei roghi, e tutto il bottino viene spartito fra chi ha preso parte alla caccia.
Ma non è solo Strasburgo che si divide i beni degli ebrei uccisi. In moltissime regioni coinvolte i debiti contratti dai cristiani vengono cancellati perché il creditore è stato ucciso, i cristiani si dividono le proprietà degli ebrei e si creano grandi ricchezze che faranno la fortuna di diverse famiglie nel corso dei secoli.
Nonostante l’appello del Papa, Clemente VI, il massacro non esclude in nessun modo la partecipazione degli uomini di chiesa ai massacri, anzi. Proprio le diocesi cittadine di moltissime città si appropriano di ingenti beni delle persone assassinate, in un clima generale di ruberia che forse ha pochi paragoni nel corso della storia. Clemente aveva fatto diffondere un appello accorato:
“Recentemente ci è giunta una notizia infame: la piaga che Dio infligge al popolo cristiano per i suoi peccati, ora i cristiani ne danno la colpa agli ebrei. Spinti dal diavolo, li accusano di avvelenamento. Li massacrano senza far loro ricorrere alla giustizia, non risparmiano né i bambini, né i vecchi, né le donne. È vero che questo crimine di avvelenamento merita una punizione terribile, ma vediamo che la peste colpisce anche gli ebrei… E poi, come possiamo credere che gli ebrei possano trovare un modo per innescare una tale catastrofe? Vi ordiniamo di approfittare della massa per vietare al vostro clero e alla popolazione – pena la scomunica – di fare del male agli ebrei o di ucciderli; se hanno rimostranze contro gli ebrei, ricorrano ai giudici competenti“.
Ma era stato un appello inascoltato.
L’Imperatore
L’Imperatore Carlo IV di Lussemburgo si oppone con fermezza alla legittimazione dei massacri, e impone una multa di 20.000 franchi alla città di Francoforte. Le perdite subite dall’Impero sono enormi sia in conseguenza della peste ma soprattutto dei roghi che hanno devastato le città. Carlo IV non vuole rinunciare alle tasse che avrebbero pagato gli ebrei, che erano vessati un po’ ovunque, e tenta di appropriarsi di tutti i crediti che questi vantavano verso i cittadini.
Ovviamente tanti registri sono finiti bruciati, tantissimi documenti non si sa che fine abbiano fatto, ma non sono pochi i tedeschi che si trovano a dover rispondere direttamente all’imperatore riguardo la restituzione di grosse somme di denaro. Per qualcuno quei pogrom hanno significato solo cascare dalla padella alla brace.
E in Italia?
Nonostante il 1348/49 la peste arrivi in Europa proprio attraverso l’Italia, precisamente a Messina nel settembre 1347, il nostro paese sembra sia stato esente dalla caccia criminale che ha caratterizzato una parte rilevante dell’Europa coeva. Di quel periodo abbiamo numerose cronache fra cui quelle di Matteo e Giovanni Villani, Dino Compagni, Agnolo di Tura e tanti altri, ma nessuno di loro menziona pogrom o persecuzioni.
L’odio verso i giudei era appena all’inizio, durante i secoli successivi saranno innumerevoli i pogrom contro gli ebrei, ma l’Italia era ancora fuori da questa logica, forse per il grande controllo che i comuni riuscivano ad avere sulle popolazioni cittadine. Purtroppo quel controllo sarebbe sfuggito di mano secoli dopo, nel ‘900, quando anche in Italia vennero promulgate le leggi razziali, nel 1938, e poi iniziò, nel 1943, la persecuzione vera e propria, con l’internamento e l’assassinio nei campi di concentramento. Ma questa è un’altra, terribile, storia.
Fonti per l’articolo:
Scorci. Un capro espiatorio per la peste nera: l’ebreo avvelenatore di pozzi, articolo di Caterina Ciccopiedi su Lastoriatutta.
Accusa di avvelenamento dei pozzi contro gli ebrei, Wikipedia Francese.
Il pregiudizio anti ebraico: dall’anti giudaismo all’antisemitismo, video dal canale YouTube “La barba di Aronne”.
https://www.vanillamagazine.it/ebrei-avvelenatori-di-pozzi-lantisemitismo-durante-la-peste-nera/