Riccardo Pacifici – Presidente della Comunità Ebraica di Roma
E’ difficile nascondere l’emozione con la quale mi appresto a leggervi queste poche righe di auguri di Rosh Hashànà nel primo anno della mia presidenza. Un prestigio di cui sono consapevole delle responsabilità a cui sono chiamato a rispondere a voi tutti.
Il mio primo pensiero sento di rivolgerlo ai due soldati israeliani ancora prigionieri nelle mani dei terroristi del fanatismo arabo. Ron Arad – se ancora in vita – è più di 20 anni che non festeggia i moadim a casa e Gilad Shalit è al suo terzo anno. Che le nostre preghiere arrivino ai loro cuori e possano tornare vivi e sani nelle loro famiglie.
Le sfide che ci attendono i prossimi anni sono tante. Alcune difficili ed altre più entusiasmanti. Quelli che stiamo vivendo sono momenti – sotto il profilo politico – “complicati” e se qualcuno immagina che le dirigenze comunitarie siano disposte a svendere le proprie e naturali vocazioni antifasciste in cambio del solo sostegno ad Israele, commetterebbe un terribile errore. Come ci ha ripetuto più volte il mio predecessore Leone Paserman – a cui rivolgo un sentito ringraziamento per gli otto anni con cui ha guidato magistralmente la nostra Comunità – che parafrasando Ben Gurion durante la lotta liberazione dell’Europa dal nazismo, ripeteva spesso nei suoi pubblici interventi: “non svenderemo la nostre battaglie antifasciste per il sostegno alla ragioni d’Israele; non svenderemo le ragioni d’Israele per le battaglie “antifasciste”.
Colgo l’occasione per annunciarvi che il Presidente della Repubblica ha accolto la richiesta del Consiglio della Cer di rendergli omaggio al Quirinale in segno di gratitudine dei suoi puntuali interventi a favore d’ Israele e in ricordo della memoria della Shoà nonché per commemorare con lui i 70 anni Leggi Razziste e festeggiare i 60 anni nostra Costituzione. L’incontro avrà luogo il prossimo venerdì insieme al nostro Rabbino Capo e presidente Ucei Renzo Gattegna.
Ma non sono questi i giorni ed il luoghi in cui è utile soffermarsi nelle vicende politiche nostrane. L’angoscia mia personale e quella della Giunta della nostra Comunità è legata al dramma del costante impoverimento dei nostri iscritti. Non mi riferisco ai “soliti e cronici casi sociali”, di cui da sempre egregiamente la Deputazione si occupa e si misura quotidianamente – ma delle nuove sacche di povertà che colpiscono le fasce che comunemente vengono indicate come la media borghesia, oggi afflitta dalla recessione e crisi del commercio. Espulsa nel migliore dei casi dal mercato del lavoro, si ritrova invece, piena di debiti. Soprattutto con le banche. I pignoramenti quindi e le vendite all’asta delle mura dei propri esercizi commerciali e delle abitazioni sono questioni che ci vedono coinvolti settimanalmente attraverso la “Dror”, il nostro sportello prevenzione usura di via Arenula. Le conseguenze poi si riversano nell’equilibrio familiare, con depressione, vergogna e divorzi. Sono i nuovi “poveri” che non sono alla ricerca di assistenza ed elemosina ma di dignità attraverso un lavoro, anche se più umile e modesto di quello sempre esercitato.
Per questo mi appello al buon senso e alla solidarietà di tutti in un sorta di “emergenza comunitaria” che ci deve vendere tutti mobilitati. NESSUNO ESCLUSO. Serve certamente la”zedakà”, mai come in questi giorni, ma anche la possibilità di offrire ed intercettare lavoro tra le nostre conoscenze. A tale scopo abbiamo istituito un email dedicata: emergenzalavoro@romaebraica.it.
Grazie al cielo abbiamo anche molte notizie entusiasmanti e che ci aprono il cuore. Con il nuovo anno s’inaugura la sede provvisoria ma funzionante per tutti i moadim, ad Ostia al villaggio dei Pescatori. Un esigenza per essere vicino con un vero e proprio Centro Comunitario ai circa 400 nostri iscritti che abitano ad Ostia e dintorni.
Una sorta di “ritorno alle origini” dopo più di 2000 anni nella cittadina dove sorge il Batei hakeneset costruito prima della distruzione del 2° Tempio di Yerushalaim. Un progetto che si sta realizzando attraverso l’ esperienza emozionante di alcuni volontari di un comitato costituito ad Hoc per riavvicinare gli ebrei lontani geograficamente e spiritualmente dalla propria comunità. Se è pur vero che le mitzvot si fanno con discrezione, non riesco a sottrarmi dal ringraziarli pubblicamente, a cominciare da Rav Ariel Di Porto, Alberto Di Consiglio, Sara Naman, Raul Bedussa, Loretta Kaion, Giorgio Fuà e Pino Dell’Ariccia. A questi Batei Hakeneset, se ne aggiunge un altro, “Or Yehudà”, inaugurato a Purim in via Tripolitania e di cui ci sentiamo fieri. Tra l’altro e su iniziativa privata si è aperto un altro tempio a via Portuense.
Domenica abbiamo poi inaugurato un giardino stupendo ad uso e consumo dei bambini davanti alle uscite dei Batei hakeneset, Tripolino e Bet Shalom, alla memoria di due ragazzi, fratello e sorella deceduti in un incidente stradale, Devid ed Elisabetta Vivanti z.l.. Un progetto interamente finanziato dall’Ospedale Israelitico.
Mercoledì abbiamo costituito dal Notaio la KOCER SRL che gestirà senza finalità di lucro, la vendita di carne surgelata kasher. Era un esigenza ed una promessa che dovevano mantenere e che siamo orgogliosi di realizzare. Tra poche settimane conoscerete i luoghi dove si potrà acquistarla attraverso una serrata campagna pubblicitaria.
Ma non abbiamo finito. La prestigiosa libreria ebraica Menorah ha chiuso alla fine di luglio dopo 23 anni di attività. Una perdita per la nostra comunità e tutta la città di cui si sente oggettivamente la mancanza. Per questo sono orgoglioso di annunciare che dopo ampia discussione nel Consiglio della Comunità e con voto unanime abbiamo deciso di riaprirla nella vecchia sede di via del tempio, 1. Sarà anche funzionale per i studenti delle scuole ebraiche per comprare a prezzi calmierati i libri di testo scolastici e materiale di cartoleria. Si troveranno tefillot, talledot e tefillin ma soprattutto sarà dotato di sala lettura e studio con maestri e rabbanim e fungerà da centro informazioni per i turisti. Tutto questo si realizzerà grazie anche alla donazione del capitale libri del valore di ? 200.000,00 (duecentomila) che ci hanno donato Maurizio e Fiammetta Tagliacozzo fondatori della libreria Menorah.
Questo è il segno tangibile della volontà strategica di volerci occupare prima di tutto del cosiddetto “ebraismo vivo”. Delle cose di cui voi tutti ci chiedete e siamo disponibili in ogni luogo, specie nella Consulta della Cer, ad ascoltare vostre eventuali critiche e suggerimenti. Per un Comunità aperta alle esigenze dei propri iscritti. Permettetemi di ringraziare i nostri Maestri e hazanim, sia in forza alla Cer che quelli volontari, i quali insieme ai Parnasim e Manighim garantiscono le tefillot nei 15 Batei Hakeneset, che possiamo definire di fatto dei centri di aggregazione comunitaria sul territorio. In particolare desidero ringraziare il nostro Rabbino Capo Riccardo Di Segni e il suo staff coordinato da Rav Alberto Funaro. Non posso sottrarmi dal rivolgere un pensiero speciale all’amato Rabbino Emerito Elio Toaff a cui va il nostro devoto rispetto.
Ed infine un particolare un grazie sia ai volontari della sorveglianza che alle forze dell’ordine, che garantiscono ogni anno e con maggior professionalità il sereno svolgimento delle nostre preghiere, grazie al coordinamento di Gianni Zarfati. Senza di loro non sapremmo veramente come fare. Per questo mi permetto di rivolgere un particolare appello, affinché i genitori e nonni dei bambini che frequentano la nostre scuole diano la loro disponibilità di tempo per l’Ags. Questo non è un optional ma un esigenza oggi più che mai di vitale importanza per garantire serenità ai nostri figli.
Shanà tovà,
Riccardo Pacifici