Rabbino capo di Milano
Vorrei proporre una breve riflessione sulla partecipazione della Comunità Ebraica al corteo del 25 aprile. Preciso che ritengo perfettamente legittimo sia partecipare a quel corteo che non prendervi parte. Ciò che ritengo invece inaccettabile è non riconoscere che esiste un problema molto grave. Ritengo inaccettabile che chi ha deciso di non partecipare venga svillaneggiato dicendo che ha scelto di andare al mare.
Vorrei ricordare che cosa è per noi il 25 aprile. È innanzitutto la liberazione dell’Italia dal nazifascismo, la fine della dittatura e la fine di una guerra terribile. Per noi ebrei però è anche qualcos’altro. È la fine del peggiore incubo della nostra storia, la fine delle deportazioni, della discriminazione razziale, degli insulti e della necessità di nascondersi. Quindi per noi è una data di enorme importanza. Gli ebrei potevano tornare a essere se stessi, a camminare a testa alta, a non nascondersi e a non aver paura.
È ancora così? Sembra proprio di no. Assistiamo a un’ondata di antisemitismo in tutta Europa e di nuovo gli ebrei devono nascondersi e tornano ad aver paura. È pericoloso per gli studenti ebrei frequentare le università. Molti devono mimetizzarsi e non mostrare simboli ebraici. Il mondo è cambiato e viviamo un momento estremamente preoccupante.
Per quanto riguarda il corteo del 25 aprile. Ormai da anni in questo corteo gruppi di facinorosi insultano gli ebrei che vi partecipano e, in particolare, la Brigata ebraica che partecipò attivamente alla liberazione dell’Italia. È vero, in questi anni gli ebrei sono stati difesi dalla possibilità di subire violenze peggiori innanzitutto dalle forze dell’ordine ma anche dai rappresentanti dei partiti democratici.
Ma è normale essere difesi? È normale dover aver paura di partecipare a un corteo di cui si dovrebbe essere parte integrante sia in quanto vittime del nazifascismo sia in quanto protagonisti della liberazione da quella dittatura? Personalmente non lo ritengo affatto normale e ritengo che le organizzazioni partigiane, quelle degli ex-deportati, le autorità cittadine e i partiti democratici debbano essere i primi a ritenere che tutto ciò non sia normale.
Non basta dire che si è contro l’antisemitismo; bisogna fare in modo che l’ostilità verso gli ebrei non abbia diritto di cittadinanza soprattutto in un momento così importante e significativo. Si può discutere quali siano gli slogan adatti a questa manifestazione… ritengo però sconcertante che gli organizzatori della manifestazione abbiano ritenuto problematico fare un riferimento alla liberazione degli ostaggi rapiti da Hamas il 7 ottobre. Posso immaginare che non fare riferimento agli ostaggi sia stato un modo per non scontentare qualcuno.
Ritengo tutto ciò molto grave. Se si vuole combattere l’odio antiebraico bisogna essere capaci di assumersi qualche responsabilità.