Dopo lo Spuntino Raphael Barki inaugura una nuova serie: Ciliegina sulla Tor(t)a – Dolci chicche di Torà
Raphael Barki – In memoria di Vittoria bat Margherita
“E lo trovò un uomo, ed ecco che si era perso nella radura, e l’uomo gli chiese: ‘cosa cerchi?'” (Gen. 37:17). La radura é grande, ingannevole e inquietante. Non vi sono alberi che riparino dal sole, non c’è una sorgente che possa placare la sete. Non c’è una direzione, non c’è un segnale, non c’è chi indichi la strada. Molte strade, molti dei, molte velleità e molti oggetti, molte emozioni e molti pensieri. La persona si perde nella radura, disorientata e tormentata.
“E lo trovò un uomo.” Essere umano, non sei perduto. Se non trovi tu l’uomo, ti troverà lui. Dovunque sarai verrà l’inviato, verrà l’angelo, verrà l’uomo che sa porre domande. “E l’uomo gli chiese dicendo,” e gli chiese il saggio, la cui domanda é anche risposta, “che cosa cerchi?” La radura é così vasta, questo mondo é così pieno di varietà e colori, cosa cerchi? Cerchi la ricchezza o la felicità? Cerchi la Torà e le Mitzvòt o forse svaghi e diletto? O forse pace e forse guerra. Cosa voti, destra o sinistra, ashkenazita o sefardita? Cosa desideri di più, la libertà di essere single o il vincolo matrimoniale? Ami i figli o i genitori? Cosa ti appassiona, poesia o scienza, natura o tecnologia?
Dimmi, essere umano, cosa cerchi, dillo subito, in che partito ti apparti, in che divisione ti dividi, in che isolato ti isoli? Cosa cerchi, dillo, non nasconderlo. E se la tua anima anela al Signore – ci sono molte correnti, ci sono molte yeshivòt, una contro l’altra, e perfino chi é contro tutte. Presto, dì quello che vorresti, con o senza kippà, e se con la kippà, quale? Non defilarti, decidi da che parte stai, con noi o con chi ci detesta? “Cosa cerchi?” (ivi 16)
“Cerco i miei fratelli” (ibid.). Sono alla ricerca di fratellanza, cerco amore e fratellanza, cerco il mio popolo, tutto il mio popolo. Se trovassi solo una sua parte non avrei pace (Giobbe 33:30). Sono tutti miei fratelli. Voglio bene a tutti loro. Tutti insieme costituiscono la mia nazione, e non darò retta a chi dice: tagliate [in due] il bambino vivo, tagliatelo [il riferimento é al giudizio di re Salomone nel contenzioso tra le due madri (Re1 3:16-25)].
“Dimmi per piacere, dove pascolano?” (Ibid.). Ti supplico, per cortesia dimmelo. Ci sono così tanti pastori e ognuno si vanta dicendo: sono io il pastore. E il gregge si smarrisce. Hai chiesto del mio partito, io sono del partito del gregge. Ma i pastori l’hanno trascinato di qua e di là, e così si é sparpagliato e disgregato tra i pastori. Per piacere, dimmi, ti supplico dal profondo del mio cuore, “dove sono i pastori.” Li bacerò, li abbraccerò. Ciò che chiedo é fratellanza. Questo e null’altro.
“E l’uomo disse: si sono allontanati da questo” (ivi 17). Questo ormai non lo troverai. “Si sono allontanati da questo – se ne sono andati dalla fratellanza” (Rashì). É anche colpa tua, perché hai parlato male di loro. Non hai visto la luce, solo il buio, hai visto i difetti e non i pregi. Tu hai anticipato il tuo distacco dalla fratellanza. “Come l’acqua [riflette] viso per viso, così il cuore di un uomo [influisce] sul cuore [di un altro uomo]” (Proverbi 27:19). “Come quell’acqua in cui l’uomo guarda e vede una copia del proprio viso, se é desideroso (il volto riflesso) sarà desideroso, se fa una smorfia vedrà una smorfia, così é il cuore dell’uomo verso il prossimo, se amiamo qualcuno anche lui ci amerà, se lo odiamo anche lui ci odierà.” (Rashì TB Yevamòt 117a). Sono già lontani dalla fratellanza.
“E Giuseppe seguì i suoi fratelli.” (Gen. 37:17). Ciò nonostante io seguo i miei fratelli. É nella mia natura, senza questo non posso vivere. No, non andare. Hai perso l’occasione. Tra di voi c’é un’alta montagna. Ti uccideranno. Ti getteranno in un fosso pieno di serpenti e scorpioni. Ti venderanno agli ismaeliti.
Ci andrò comunque. É nella mia natura e in quella di mio padre: “Su, vai a vedere come stanno i tuoi fratelli e come sta il gregge” (ivi 14). É una richiesta di mio padre, é una richiesta del Padreterno che io veda come stanno i miei fratelli e come sta il gregge. “Cerco i miei fratelli.”
“E lo videro da lontano” (ivi 18). Come se non ti avessi detto che sono lontani. Ti percepiscono come distante. Ti dirò la verità. Pure tu sei ancora lontano. Cerchi i tuoi fratelli ma nel tuo cuore sei distaccato dai tuoi fratelli. Prima di tutto devi trovare i tuoi fratelli nel tuo cuore. Può darsi che in quel momento li troverai in carne ed ossa, anima e spirito, personalità e corporatura, intelletto e sentimento, volontà ed immaginazione. Se anche dopo che ti avranno venduto continuerai ad essere fratello, allora potrai affermare con tutta sincerità: “cerco i miei fratelli.” Ma sappi che la strada é lunga e difficile.
“E Giuseppe disse ai suoi fratelli: ‘avvicinatevi’ e si avvicinarono” (ivi 45:4). Quanto é terribile e lontano questo straniero, viceré del sovrano crudele. “E disse: ‘sono Giuseppe, il vostro fratello, che avete venduto, me in persona, verso l’Egitto” (ibid.). Vedete, siete miei fratelli per sempre. Questa mia aspirazione mi ha dato forza: “cerco i miei fratelli.” Adesso, vi ho incontrati, questo é per me il giorno più grande della mia vita, quest’oggi il mio cuore é in festa. “Ed ora non rattristatevi e non rammaricatevi” (ivi 5) perché sono proprio io, vostro fratello.
“Ed ora non temete” (ivi 50:21), non abbiate paura di me. Vi voglio bene. “E li consolò e parlò al loro cuore” (ibid.). Vi voglio bene!
Titolo originale:
Cerco i miei fratelli את אחי אנכי מבקש
Autore: Rav Shlomò Avinèr
Traduzione: Raphael Barki