Marco Ottolenghi
Il 14 di Shevat è mancato Alessandro Sandel Nistor. Nato in Romania nel 1930, giunse in Italia nel dopoguerra e frequentò il liceo nella scuola di via Eupili a Milano. Questo luogo gli rimase nel cuore e in seguito, negli anni sessanta, quando la scuola venne adibita a Bet keneset, divenne la sua sinagoga di riferimento. Studiò chimica al Politecnico, ma aveva grandi interessi umanistici accanto a quelli scientifici, come un altro illustre personaggio, Primo Levi.
Grande amante dell’arte, appassionato bibliofilo, ogni conversazione con lui era un’esperienza istruttiva e piacevole, sia per la sua sterminata cultura sia per il suo unico senso dell’umorismo sempre pungente, ma mai cattivo. Dietro alle quinte fu tra i promotori della “Cattedra di Judaica Goren Goldstein” all’Università Statale di Milano e per diversi anni frequentò le lezioni senza mai dare nell’occhio.
Fu il più stretto collaboratore di Avram Goren Goldstein nelle sue attività internazionali e in Israele, nonché Cancelliere nel periodo in cui il signor Goren svolse le attività di console onorario della Repubblica Centroafricana.
Sandel, uomo schivo e timido, non amò mai mettersi in mostra e per un certo periodo cercò di evitare di impartire la Birkat Kohanim. Col passare degli anni, però, nonostante non fosse particolarmente osservante, si convinse della responsabilità del suo ruolo di kohen e con enormi sforzi emotivi e recentemente anche fisici non mancò di dare la Berachà ai frequentatori del Bet Hakeneset di via Eupili a Milano.
Quando giungeva il momento della Berachà l’atmosfera nella sinagoga si trasformava, calavano i rumori di sottofondo e all’improvviso giungeva la sua voce silenziosa e sottile.
Con la sua abituale discrezione Sandel era sempre disponibile ad aiutare i più bisognosi.
Una delle sue ultime iniziative fu quella di rintracciare in Israele la tomba della badante rumena di suo padre, Moshe Nistor e provvedere a farvi costruire una lapide di cui era ancora sprovvista.
Questo atto di Hesed Shel Emet (misericordia disinteressata) ci fa capire più di ogni altra cosa quale fosse la personalità di questo uomo straordinario. Che il suo ricordo sia in Benedizione.