” … Priva di difetti, sulla quale non sia mai stato posto un giogo” (Shemòt 19, 2).
Il grande Chozè di Lublin diceva riguardo a questo verso: Colui che vede se stesso “privo di difetti” come se fosse già arrivato alla completezza senza aver più nessuna mancanza è questo per lui un segno evidente che non ha ancora acquisito “‘òl malkùt Shamaìm – il giogo divino”. Se questo avesse invece un poco di òl malkùt Shamaìm su di sé, avrebbe compreso che ancora egli non è altro che imperfezione.
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