La parashà che leggeremo questa settimana è particolarmente ricca di episodi e problematiche difficili ed alcune anche del tutto negative.
Si inizia con la mizvà della “vacca rossa” le cui acque servivano a purificare chi si era reso impuro dal contatto con un cadavere, mentre rendeva impuro colui che si fosse occupato di eseguire questa mizvà e che si trovava invece in stato di purità.
L’episodio che va sotto il nome di “acque della contesa – mè me – rivà”: in cui si narra che dopo la morte di Miriam, il popolo rimane senza acqua e si lamenta contro Mosè ed Aaron; il Signore comanda a Mosè di parlare alla roccia (un episodio analogo era già accaduto ed è raccontato nel libro di Shemot, in cui il Signore dice a Mosè di battere con il suo bastone contro una roccia da cui sarebbe sgorgata l’acqua per dissetare il popolo), mentre costui batte la roccia in presenza di Aaron che non lo contraddice; per questo il Signore li punisce entrambi, non facendoli entrare nella terra di Israele.
Ancora un altro episodio negativo è quello in cui il popolo si macchia nuovamente della colpa di maldicenza e viene punito con il morso di serpenti, da cui molti moriranno e molti invece ne soffriranno, fino all’intercessione di Mosè, a cui il Signore comanda di costruire un serpente di bronzo “nechash nechoshet” che, chiunque lo avesse guardato ne sarebbe guarito.
Finalmente un episodio positivo è quando il popolo vince una dura battaglia contro l’esercito di Sichon re degli emorei e per questo viene innalzato un canto al Signore.
E’ una di quelle composizioni poetiche chiamate “Shirà”, in cui si esalta la magnificenza divina per avere operato prodigi in mezzo al popolo.
Il testo dice:
“Allora Israele cantò questa cantica dicendo: sorgi o pozzo, celebratelo! “
Racconta un midrash che Miriam la profetessa, sorella di Mosè aveva il merito di far in modo che al popolo non mancasse mai l’acqua, per tutto il periodo di permanenza nel deserto. Per questo motivo il midrash è conosciuto con il nome di “il pozzo di Miriam”, in quanto è narrato in esso, che un pozzo la seguiva nel tragitto del deserto per dissetare il popolo.
Morta Miriam il pozzo sparisce, ci vuole quindi l’intervento divino per far si che l’acqua ritorni in mezzo al popolo.
E’ per questo motivo che nel momento in cui il popolo si disseta, innalza questa bella cantica al Signore, aprendola con le stesse parole con cui inizia anche la “shirat ha jam”, che intonarono dopo il passaggio del Mar Rosso.
Shabbat shalom