“Un principe di D-o tu sei in mezzo a noi” (bereshit 23;20)
Avrahàm viene definito dagli uomini di ‘Efron, principe di D-o, non solo per le sue grandi ricchezze ma per la grande dignità con cui è solito trattare con il prossimo. Il suo dinamismo e il grande amore per la famiglia lo porterà subito dopo la morte di Sara, sua amata moglie, ad adoperarsi per acquistare un pezzo di terra dove seppellirla, che pagherà una cifra esorbitante, ma soprattutto a cercare una moglie idonea per il suo unico figlio Isacco.
Sia per l’una che per l’altra cosa Abramo non chiede sconti, né doni a nessuno; anzi è lui che, nel massimo della signorilità, elargirà con grande benevolenza.
Alla sua morte all’età di 137 anni, la Torà lo definirà “zaken ve save’a – vecchio e sazio” (bereshit 25;8)
Ciò significa che aveva goduto sotto ogni aspetto della benedizione divina. I Maestri della mishnà ci insegnano che il ricco è colui che “gioisce della sua porzione” (Avot 4): è colui che ringrazia D-o per ciò che gli manda, sia nel bene che nel male. È colui che si accontenta di ciò che ha e, di ciò che ha ne fa godere anche gli altri. Abramo acquista la terra per seppellire sua moglie e nel momento in cui gli viene chiesta una cifra altissima, paga senza chiedere sconti. Abramo sa dare ospitalità a tutti, ma quando gli viene offerta una parte del bottino della guerra contro i re di Sodoma e Gomorra, non vuole nemmeno “un laccio di scarpa, affinché non si dica di averlo fatto arricchire” con quel danaro (bereshit 14;23)
La sua sazietà di vita sta proprio nel sapersi accontentare di ciò che si ha. Giacobbe, quando incontrerà suo fratello Esaù dopo venti anni e dopo che Esaù esordisce dicendo “iesh lì rav – io ho molto” (bereshit 33;9) risponde: “iesh li kol – ho tutto” (bereshit 33;11)
Ho tutto ciò di cui ho bisogno senza dover chiedere nulla a nessuno.
Dire di avere molto manifestando spavalderia agli altri, non fa parte del comportamento ebraico; un ebreo deve godere di ciò che ha, senza mai mettere in difficoltà o in stato di sudditanza suo fratello. Questa è stata la grandezza dei nostri Padri, questo è l’esempio che i loro discendenti – il nostro popolo – deve seguire.
Shabbat Shalom