Dopo il ritorno dall’akedà – la legatura di Isacco – Abramo e suo figlio trovano Sara morta all’età di centoventisette anni.
Abramo si preoccupa subito di dare a lei una sepoltura in un luogo distinto, lontano dalle tombe delle altre popolazioni.
Compiuta questa mizvà, si dedica con anima e corpo a trovare una moglie per suo figlio Isacco.
Molti si chiedono: “Dato che Isacco aveva trentasette anni, non poteva cercarsi una moglie da solo?”
In realtà c’è un forte valore che vige all’interno della società ebraica: la famiglia e l’educazione dei figli.
Abramo fonda questi valori all’interno di una società prive di ogni sentimento; è per questo che si preoccupa di impostare, attraverso il suo esempio, delle regole solide per la società in generale, ma che sono state rafforzate nella tradizione ebraica.
Un padre o una madre all’interno del nostro popolo, invecchiando, si preoccupano fortemente per i loro figli, focalizzandosi soprattutto su due principi simbolo della nostra tradizione: il loro funerale (che fosse una sepoltura ebraica) e il matrimonio dei loro figli: cioè che i loro figli contraggano un matrimonio ebraico.
Il racconto del servo Eliezer che scende in Mesopotamia per cercare una moglie per Isacco viene ripetuto tre volte.
Noi sappiamo che la Torà non spreca nemmeno una virgola più del necessario; quindi sicuramente vuole lasciarci per ognuna delle tre narrazioni un messaggio ben preciso.
All’interno di una famiglia ebraica, un genitore fa del tutto affinché i suoi figli sposino altri ebrei.
Questo insegnamento avviene attraverso l’esempio del loro matrimonio con l’insegnamento morale ai propri figli ed anche attraverso il sacrificio economico ( Abramo invia alla futura sposa e alla sua famiglia un enorme patrimonio).
Le tre ripetizioni del racconto potrebbero quindi avere questo intento e questa finalità.
La sepoltura di Sara e la smania dell’ebreo di essere sepolto in un cimitero ebraico ha la finalità di testimoniare il passato; insegnare ai figli di contrarre matrimonio ebraico ha la finalità di garantire il futuro del nostro popolo.
Shabbat shalom