Rav Elio Toaff
Nel Talmud ci si domanda perché la festa di Hanukkah duri otto giorni malgrado che il miracolo dell’olio si sia prolungato per solo sette giorni. Tanto i Rishonim che gli Acharonim hanno spiegato il fatto così: il primo giorno lo destinarono alla festa per aver trovato l’olio del Cohen Gadol e gli altri alla celebrazione del miracolo dell’olio. Invece altri spiegano che il primo giorno fu dedicato alla ripresa del servizio divino che i Greci avevano proibito. Fra i Rishonim c’è però anche chi afferma che gli otto giorni furono stabiliti perché i Greci avevano proibito la milà, che – come prescritto – si fa a otto giorni dalla nascita oppure per far durare la festa quanto la festa di Succot, che è la più lunga del calendario.
Quando si mandavano messi per annunziare il nuovo mese “Al pi ha-reaià” essi uscivano anche nel mese di Kislev per annunciare Hanukkah a chi abitava più lontano. Fra gli Acharonim c’è chi sostiene che laddove non arrivavano i messi del Bet Din, si festeggiava Hanukkah per nove giorni per il dubbio, come per i derabbanan non si deve essere rigorosi perché, dal momento che il dubbio è se si tratti del primo giorno di Hanukkah e il nono giorno non è più Hanukkah, o viceversa, se si vuole facilitare non sarebbe Hanukkah né il primo giorno né il nono, ma certamente uno dei due lo sarebbe, pertanto si propende per essere rigorosi e stabilire Hanukkah di nove giorni.
Oggi ci si regola facendo precisi calcoli e si fanno ancora due giorni di festa nella golà per disposizione dei Hachamim. I Rishonim hanno scritto che non si fanno più nove giorni di Hanukkah ma solo otto perché essi stessi hanno stabilito così. In Arachim 10b è scritto che Hanukkah non è considerata né moed né jom tov. Ma c’è chi sostiene che esiste nella Torà un remez riguardo Hanukkah, perché alla fine della parashà dei moadot dice: “Elle em moadai”. E ancora alla fine della parashà dei moadot è detto: “Prenderanno per te olio di oliva puro”, e dal momento che la Torà lo prescrive con i moadot, se ne deduce che si tratta di un jom tov come tutti gli altri.
E fra gli Acharonim c’è chi scrive, seguendo l’opinione dei Rishonim, che malgrado le mizvot che si usano di Hanukkah, come l’accensione delle luci e l’Hallel, siano tutte di prescrizione rabbinica, il fondamento della festa invece deriva dalla Torà, e cioè di ricordare, non fare espèd né digiuno in quanto è prescritto di fissare un giorno festivo per ogni miracolo avvenuto. E a maggior ragione quando si tratta dell’uscita dall’Egitto che fu l’uscita dalla schiavitù alla libertà, e quando uscirono dalla morte alla vita.
I Hachamim hanno stabilito quello che si deve fare per celebrare l’avvenimento, per cui si può affermare che Hanukkah è prescrizione derivata dalla Torà mentre la sua spiegazione e la sua celebrazione sono di origine rabbinica.
Per quel che riguarda il fatto che questi giorni vengano chiamati Hanukkah, i Rishonim hanno scritto che si tratta di Hanuccat Hamizbeach, l’altare che era stato distrutto è ora ricostruito. Si è anche detto che gli Asmonei avrebbero nascosto le pietre dell’altare che i Greci avevano reso impure. Essi spiegarono: vennero gli invasori e lo profanarono. Quando gli stranieri entrarono nel Santuario i suoi oggetti sacri si trasformarono in oggetti profani, e gli stranieri li potevano acquistare come se non fossero mai appartenuti ad alcuno, quando essi li adoperarono per il loro culto, allora divennero Avodà Zarà e quindi proibiti. Qualcuno ha sostenuto che anche gli oggetti del culto si dovevano fare nuovi o quantomeno si doveva cambiare il loro aspetto e si dovevano riconsacrare indirizzandoli verso il culto (facendo hinuch baavodà) pertanto hanno chiamato quei giorni col nome di Hanukkah.
Altri hanno sostenuto che il nome Hanukkah deriva dal fatto che il Tempio fu rinnovato (hanukat habait hinuch habait) e reso atto al culto perché i Greci avevano reso impuro il Santuario, i suoi atrii e tutti gli oggetti santi che poi gli Asmonei purificarono e fecero di Hanukkah l’inizio della loro educazione al servizio divino, hinuch baavodat habait, come fece Mosè.
Infatti è detto nel Midrash (Shibbolè Halleket): Diceva R. Haninà: il 25 di Kislev fu completata l’opera del Mishkan e da allora ha detto Kadosh Baruch Uh. Io devo pagare; e che cosa ha pagato? La Hanukkah degli Asmonei. Hanno detto: perché è stata posta la Parashà degli Asmonei. Hanno detto: perché è stata posta la Parashà di Beaalotehà vicino alla Hanukkah dei principi, hanukat hanesiim? Perché Levi protestava perché non gli era stato concesso di offrire sacrifici. Gli disse K.B.U.: per loro non c’era che un giorno per ogni principe mentre la tua Hanukkah sarà per otto giorni e per tutte le generazioni.
C’è anche un’altra spiegazione per il nome di Hanukkah. Il Notarikon è 25 – 25 hanu ‘caf’ ‘hei’ che equivale a dire che “si fermarono il 25” di Kislev. E c’è anche chi spiega che si fermarono dal procedere verso la guerra. E cioè tutto il giorno, perché il 24 non si fermarono se non di sera e allora accesero le luci. C’è chi spiega questa fermata a causa della proibizione di lavorare ed hanno appoggiato a questo l’uso di non lavorare quando le fiammelle sono accese. E c’è chi spiega “si fermarono il 25” con il fatto che il 25 del mese dovranno cominciare l’accensione dei lumi di Hanukkah oppure che in questo giorno la Shechinà si fermò su Israel. C’è chi ha spiegato che il nome Hanukkah sono le iniziali: H=8 N=Nerot e la regola è secondo Hillel.
Uomini donne, proseliti, servi affrancati sono tutti obbligati ad accendere la Hanukkah. R. Jeoshua ben Levi ha detto: le donne sono obbligate ad accendere la Hanukkah malgrado sia un precetto affermativo che viene a data fissa per cui le donne dovrebbero essere esonerate. Ma esse furono direttamente coinvolte nel miracolo perché i Greci avevano stabilito il jus primae noctis per il loro principe e fu una donna che rese possibile il miracolo perché la figlia di Johanan tagliò la testa del principe e tutti i nemici fuggirono.
Un’altra versione dice invece che la sorella di Giuda Maccabeo si mise un velo durante il matrimonio, Giuda si interessò di lei e da quel momento ebbero la meglio sui Greci. La solidarietà familiare ritrovata ebbe questo effetto.
I servi cananei che non sono affrancati sono esentati dall’obbligo di accendere la Hanukkah, perché la loro regola è come quella delle donne che sono esentate da tutte le mizvot affermative che cadono in tempi determinati; per loro non c’è ragione di applicare quanto è stato stabilito per le donne, che sono state invece obbligate ad accendere la Hanukkah perché ebbero parte nel miracolo.
La donna che accende la Hanukkah fa uscire d’obbligo anche gli uomini dal momento che è obbligata a seguire quella mizwà e la base del miracolo si trova nell’azione di una donna. Fra i Rishonim però c’è chi nega che la regola sia questa.
Il precetto di Hanukkah è molto importante e vi si deve prestare molta attenzione per diffondere la conoscenza del miracolo e per aumentare ancor più le lodi e i ringraziamenti al Signore per i miracoli che ha fatto per noi. Diceva Rav Unà: se un individuo è attento e scrupoloso con il lume di Hanukkah, ornandolo, curandolo per renderlo più bello (dato che è prescritto di fare così, ma non è un obbligo) avrà figli talmidè chahamim perché è scritto: poiché la mizwà è un lume e la Torà è luce attraverso il lume di Hanukkah scende su di lui la luce della Torà.
Rav Elio Toaff