Di Chanukkàh abbiamo due distinte mitzwoth, l’accensione dei lumi e la recitazione dell’hallel durante tutti gli otto giorni della festa. Non ci dobbiamo sorprendere che i chakhamim abbiano istituito due mitzwoth distinte, perché celebriamo due miracoli che sono avvenuti. Il miracolo della menoràh viene ricordato tramite l’accensione dei lumi di chanukkàh, mentre ricordiamo la vittoria sui greci tramite la hallel. La ghemarà in massekhet Meghillàh (14a) ci insegna che recitiamo la hallel quando siamo salvati tramite un miracolo. Il miracolo della menoràh, per quanto grande, non avrebbe giustificato la recitazione dell’hallel, perché non ci ha salvato.
Non sempre durante i mo’adim recitiamo la hallel in forma completa: a Sukkot questo avviene, ma a Pesach in terra d’Israele si recita nella forma completa solamente il primo giorno, mentre nei giorni di chol hamo’ed e nell’ultimo giorno di Mo’ed si recita in forma abbreviata. I Chakhamim in massekhet Ta’anit (28b) spiegano dov’è la differenza. Ogni giorno di Sukkot è uno Yom Tov a parte, perché i sacrifici offerti in ogni giorno della festa differiscono da quelli del giorno precedente. I sacrifici di Pesach sono invece identici in ogni giorno della festa. Per questo si recita l’hallel in forma completa solamente il primo giorno. Le Tosafot chiedono; se seguissimo lo stesso criterio anche di Chanukkàh dovremmo recitare l’hallel in forma completa solamente nel primo giorno. Perché ogni giorno di Chanukkàh viene visto come un’unità separata.
Le Tosafot sostengono che il miracolo dell’olio si rinnovava ogni giorno. Ma la risposta delle Tosafot non è soddisfacente, perché l’hallel ricorda la vittoria militare. Evidentemente lo Tosafot non considerano i due miracoli di Chanukkàh come distinti l’uno dall’altro. La battaglia fra i Chashmonaim ed i Greci si svolse infatti su due fronti: ci fu certamente uno scontro militare, ma anche e soprattutto uno scontro di culture. Ricordiamo questo nell’aggiunta alla ‘amidàh di Chanukkàh: non celebriamo solamente la vittoria dei pochi contro i molti, ma anche quella dei puri contro gli impuri. Terminata la guerra, il successo militare era palese. Ma la vittoria nell’ambito spirituale era tutt’altro che evidente. La luce della Menoràh viene associata alla luce della Toràh.
L’olio della menoràh, che riusciva ad ardere nonostante la contaminazione operata dai greci, è la dimostrazione che la luce della Toràh aveva avuto la meglio sulle tenebre di Yavan. Il miracolo della Menoràh non è pertanto staccato dalla vittoria militare, ma la integra. Nella hallel di chanukkàh pertanto ricordiamo entrambi gli aspetti. Se avessimo ricordato unicamente la vittoria militare, sarebbe stato sufficiente recitare l’hallel solo il primo giorno, ma la vittoria nell’ambito spirituale rimanda ad un rinnovamento in ogni giorno della festa, e per questo recitiamo l’hallel in forma completa tutti i giorni di Chanukkàh.