La proposta c’è stata, qualche giorno fa: «Ma te la sentiresti di fare il sindaco di Roma?». Autore della domanda, Rocco Buttiglione, presidente dell’Udc, ultra cattolico. E l’interpellato è Riccardo Pacifici, presidente della Comunità ebraica di Roma.
L’idea è suggestiva, sia per l’ambiente da cui proviene, sia per i richiami storici: l’ultimo sindaco romano di religione ebraica fu Ernesto Nathan, primo cittadino dal 1907 al 1913, massone, laico, definito «il sindaco della modernità». Buttiglione ci ha provato, prospettando a Pacifici la possibilità di mettere insieme – intorno al suo nome – un consenso trasversale e che va oltre i partiti e gli attuali blocchi in campo. Uno schieramento moderato, un listone civico e moderato che peschi nel centrodestra e nel centrosinistra, nella società civile e negli industriali.
L’operazione sarebbe ben vista anche da Luca Cordero di Montezemolo, avvistato proprio l’altroieri in Sinagoga per un colloquio riservatissimo col rabbino capo Riccardo Di Segni. E Pacifici, nel suo quasi ventennale impegno nella Comunità (consigliere, portavoce, vicepresidente, poi presidente), ha tessuto buoni rapporti con quasi tutti: da Rutelli a Veltroni, da Gasbarra a Moffa, da Marrazzo alla Polverini, da Zingaretti fino ad Alemanno. Stesso discorso col governo (Mario Monti è andato al Ghetto per l’anniversario del rastrellamento nazifascista del ’43) e con ampi settori del mondo cattolico, come dimostra l’incontro dell’estate scorsa col ministro Andrea Riccardi (che, per ora, ha rifiutato l’offerta di correre come sindaco per il centrosinistra) oppure, ancora di più, la visita di Benedetto XVI in Sinagoga nel 2010, 24 anni dopo Wojtyla («il silenzio di Pio XII davanti alla Shoah duole come atto mancato», disse il Pontefice).
Pacifici, per ora, si è limitato ad ascoltare Buttiglione. E sta valutando la proposta, calcolando pro e contro. Perché da una parte, fare il sindaco è un’idea affascinante. Ma, dall’altra, c’è il rischio di portare la Comunità in mezzo ad uno scontro tra fazioni politiche. Di certo, la sua eventuale discesa in campo potrebbe creare un vero terremoto e, magari, convincere anche Alemanno ad un passo indietro. Alleanze e programmi, a quel punto, sarebbero tutte da rivedere. A destra e a sinistra.
I nodi Le primarie del Pdl per il sindaco Il 16 dicembre si dovrebbero svolgere le primarie del Pdl per la scelta di tutti i candidati: presidente del consiglio, governatore del Lazio, sindaco di Roma. Contro Alemanno, Santori e Bianchini Il confronto nel Pd che agita il partito Il 20 gennaio, inizialmente, erano previste invece le primarie del Pd. Ma è probabile che oggi, nella direzione romana, si anticipi la data del confronto tra i candidati al 13 gennaio La data per la Pisana ancora sotto giudizio Per la Regione si voterà il 10 e 11 febbraio, insieme a Molise e Lombardia. Ma sulla data pesa ancora il ricorso al Consiglio di Stato presentato dalla ex governatrice Polverini
Il Corriere della Sera – ROMA