Ha ricevuto minacce di morte per i suoi studi sul ruolo dei polacchi nella Shoah
Un eminente storico canadese i cui scritti sulla Shoah in Polonia gli hanno attirato minacce di morte ha dichiarato martedì che le critiche feroci al suo lavoro rappresentano un attacco ingiustificato alla libertà accademica.
In un’intervista, Jan Grabowski, professore all’università di Ottawa, ha detto che non permetterà alla “campagna di odio” di distrarlo dall’analisi di ciò che egli definisce un brutto, ma poco noto frammento di storia.
“Mi sento attaccato sul piano personale, ma questo su cui svolgo gli studi per me è un tema molto più importante da affrontare,” Grabowski ha dichiarato al Canadian Press di Ottawa. “Si tratta di un puro e semplice attacco alle libertà accademiche fondamentali, che qui in Canada diamo per scontate. Sono sconcertato”.
Il professore, che ha trascorso anni studiando la Shoah in Polonia, sostiene che molti polacchi che uccisero ebrei non fossero stati semplicemente costretti a collaborare con gli occupanti nazisti durante la Seconda Guerra Mondiale.
Secondo gli studi di Grabowski, molti di loro stavano realizzando il proprio sogno di una Polonia priva di ebrei, ma al contempo c’erano anche ardenti oppositori all’occupazione tedesca. “Niente è semplice in questa questione”.
Prima i suoi critici erano per lo più in Polonia, ma ora si rivolgono anche all’università canadese dove insegna da 25 anni, scrivendo lettere in cui lo accusano di mentire e di falsificare la documentazione storica e lamentando che le sue opinioni danneggino la Polonia, come ha fatto la “Polish League Against Defamation”.
“Egli falsifica la storia della Polonia, proclamando la tesi secondo cui i polacchi furono complici nello sterminio degli ebrei”, scrive l’associazione polacca. “Grabowski non aderisce alle regole fondamentali della credibilità di un ricercatore, ma usa affermazioni vivide ed esagerate per creare costruzioni propagandistiche, invece di fornire un quadro onesto dei fatti”. Una delle lettere è stata firmata da 130 studiosi polacchi – nessuno dei quali specialista dell’Olocausto, secondo Grabowski.
A parere dell’accademico, che ha ricevuto nel 2014 il Premio Internazionale per il miglior libro sull’Olocausto per la sua opera Hunt for the Jews: Betrayal and Murder in German-Occupied Poland, il clima politico che c’è attualmente in Europa orientale sta rafforzando i gruppi nazionalisti. Inoltre Grabowski ha sottolineato che molti firmatari delle lettere contro di lui occupano cariche nell’attuale governo polacco.
Circa 5,5 milioni di cittadini polacchi – tra cui 3 milioni erano ebrei – furono uccisi nella guerra e molti polacchi considerano la propria nazione come innocente per le atrocità naziste. Grabowski, che continuerà le proprie ricerche anche recandosi in Polonia, trova che le verità che emergono dai suoi studi contrastino con i “miti” prediletti dai nazionalisti, che per questo motivo non gradiscono il suo lavoro. Lo studioso ha denunciato le minacce ricevute alle autorità e sta valutando le opzioni legali. L’Università di Ottawa per ora non ha rilasciato commenti, ma il professore ha dichiarato che il rettore gli ha garantito il suo pieno supporto.
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