Nella prima parte della nostra parashà, la Torà ci racconta la miracolosa uscita dall’Egitto e il passaggio del Mar Rosso. Nella seconda parte invece ci viene narrato dei primi episodi, inerenti la vita nel deserto, in condizione di libertà. Subito dopo il passaggio del Mar Rosso, ci viene narrata una storia particolare, che inizia con le seguenti parole:”..e giunsero ad Elim dove c’erano dodici sorgenti di acqua e settanta palme da dattero e si accamparono li sull’acqua”.
I commentatori si chiedono che motivo ci sia di introdurre il racconto che segue con questa descrizione. Non c’è dubbio che le tappe nel deserto, fossero tutte in funzione della presenza di acqua, ma forse era superfluo narrarlo così espressamente.Naturalmente la Torà, oltre a dati precisi, riguardo ciò che viene narrato in essa, da anche degli insegnamenti a chi la legge e la studia: 12 sorgenti d’acqua simboleggiano sicuramente qualcosa che ha a che fare col popolo.
Il numero dodici simboleggia il numero delle Tribù; mentre settanta è il numero degli anziani, eletti da Mosè, per amministrare il popolo.
Ora bisogna chiarire il significato dell’acqua e delle palme da dattero.
Nel libro di Isaia troviamo nuovamente un accenno all’acqua: “tutti gli assetati si rechino all’acqua”.
L’acqua gode di un forte simbolismo nell’ebraismo: è considerata la vita e ciò che dà la vita.
Nel nostro caso, si tratta di vita spirituale o, perlomeno, ciò che regola la vita di un uomo, di un ebreo – la Torà. I maestri della mishnà insegnano: “en maim ellà Torà – non c’è acqua se non la Torà ” è poi: “come non si vive per tre giorni consecutivi, senza bere acqua, non si può vivere senza studiare Torà”.
I datteri sono il frutto della dolcezza, da cui, nell’antichità si ricavava il miele.
L’episodio successivo a questo è il mattan torà- l’episodio in cui viene manifestazione sinaitica, in cui verranno promulgati i Dieci Comandamenti.
Significa quindi che il popolo, appena attraversato il Mar Rosso, dovette fare una tappa obbligatoria, ma doverosa, dove verrà finalmente, in modo morale e giuridico proclamato popolo, libero e con una legge.
Shabbat shalom