“In principio, Dio creò…” (Genesi 1:1).
Commentando queste famose prime parole della Torà, Rash”y (Rabbì Shelomò Ytzchaqy 1040-1105) cita i maestri del Midrash che spiegano la parola “Bereshit/in principio” nel significato di “Bishvil haTorà Shenikret Reshit/”per la Torà, che è chiamata la prima”. In altre parole, Dio avrebbe creato il mondo affinché la Torà potesse essere studiata e osservata così da essere lo strumento del perfezionamento del creato. La Torà con tutti i suoi precetti non è semplicemente quindi un elemento aggiuntivo alla creazione, è lo scopo stesso per cui il mondo esiste e si mantiene.
Vediamo fino a che punto questa interpretazione si estende nella storia della creazione.
La Torà racconta che quando Dio annunciò la creazione degli astri – il sole, la luna e le stelle – dichiarò: “Siano i luminari nella distesa dei cieli per separare il giorno dalla notte; e siano dei segni e per le stagioni e per i giorni e per gli anni. E servano da luminari nella distesa dei cieli per dar luce alla terra” (Genesi 1:14-15).
Rash”y spiega che i luminari servono come “segni”, perché determinano il susseguirsi dei giorni, degli anni e delle stagioni, in particolare, in base alla rivoluzione della luna attorno alla terra fissiamo io calendario dei mesi. Questa determinazione influenza direttamente la nostra osservanza rituale, poiché stabilisce quali giorni devono essere celebrati come festività. I luminari determinano anche i tempi rilevanti per il nostro programma giornaliero di preghiera. I luminari servono come “segni” anche nel senso che quando si dovesse verificare un’eclissi, non deve essere considerato solo come un fatto naturale ma un presagio che dovrebbe motivarci all’introspezione e al pentimento.
Rash”y poi aggiunge poi che i luminari “serviranno anche a questa funzione: illuminare la terra”.
Rabbì Israel Meir Kagan (noto come Chafetz Chayym 1839-1933), sottolinea una sorprendente implicazione nei commenti di Rash”y: l’illuminazione della terra da parte del sole e della luna, potrebbe essere considerata azione fondamentale per la vita sul nostro pianeta, in realtà è solo una funzione secondaria. La funzione primaria dei luminari è favorire la corretta osservanza dei precetti, quali i tempi delle festività e della preghiera, fornire luce e calore è certo un dato essenziale ma non primario.
Un altro esempio di questo concetto si può trovare nel Talmud (Berachot 41), in cui si commenta il versetto della Torà (Deuteronomio 8:8) che ricorda le sette specie di cereali e frutti per cui è lodata la Terra d’Israele (grano, orzo, vite, fico, melograno, olivo e dattero). La terra è benedetta da queste specie, spiega il Talmud perché ci informano degli “shiurim”, le misure halachiche necessarie per uscire d’obbligo da alcuni precetti. Ad esempio, la dimensione di un’oliva è il volume che determina l’atto del “mangiare”, la dimensione di un grande dattero è la quantità di cibo il cui consumo viola il digiuno del giorno di Kippur. Questi alimenti sono tutti gustosi e nutrienti, ma questa è solo la loro funzione secondaria. Lo scopo principale per cui sono stati creati è stabilire le giuste misure che ci aiutano a osservare la Torà, lo scopo di tutta l’esistenza, in modo corretto.
Sia il Chafetz Chayym, sia i maestri del Talmud, ci invitano a “ricalibrare” le nostre menti e portarci a guardare il mondo e le nostre vite da una prospettiva completamente diversa.
Se l’universo è stato creato in virtù della Torà e i suoi precetti, a maggior ragione lo sono anche le nostre vite. Certamente ci è consentito beneficiare dei beni materiali di questo mondo, ma il nostro scopo primario deve essere rivolto allo studio e all’osservanza della Torà che ci insegna come godere correttamente di questo mondo.
Fin dalle prime parole della Torà, ci viene insegnato quella che deve essere la nostra massima priorità. Anche se siamo coinvolti in molte cose diverse e, ovviamente, abbiamo bisogno di guadagnarci da vivere e di provvedere ai nostri bisogni fisici, dobbiamo essere consapevoli che il punto primario su cui dobbiamo concentrarci è il servire il Creatore attraverso lo studio della Torà e l’osservanza dei precetti, il resto poi verrà da se, Shabbat Shalom!