“Allora Mi ricorderò del Mio patto con Yaakòv…”. (Vayikrà 26, 42). Ci fa notare lo Tzaddik Rabbì Yeshayà ha-Levy Horowietz, conosciuto coma Ashlà ha-Kadosh, che questo verso non deve esser letto come consolazione per il popolo d’Isarele per le dure parole espresse precedentemente. Bensì questo è da considerarsi come proseguimento di ciò che è stato detto precedentemente. Poiché quando il Santo Benedetto ricorda i Patriarchi d’Israele, si risveglia in Lui la middàt hadin – l’attributo del rigore, e si domanda, per quale motivo noi non seguiamo la via dei nostri padri. Vista questa interpretazione, i baalè keria – coloro che leggono pubblicamente la Torà, sbagliano quando alzano la loro voce leggendo queste parole, poiché non cambia il significato di questo verso da quelli che li precede e da quelli che il segue.