“Come possiamo parlare di un futuro condiviso con dei partner che negano l’evidenza archeologica e non riconoscono nemmeno che abbiamo una storia?”
Sono estremamente frustrata. Oggi [11 giugno] sono stata fermata, trattenuta in custodia, hanno cercato di prendere il mio telefono e mi hanno minacciato di arresto. Tutto questo non è avvenuto durante le proteste in corso in America. Stavo semplicemente passeggiando a Gerusalemme, nel mio sito storico preferito – il Monte del Tempio – in compagnia di una vecchia amica. Ho iniziato a raccontare in diretta su Facebook la storia dei vari templi che si sono succeduti in quel luogo, quando sono stata seccamente informata (mentre ero ancora in diretta) che è illegale affermare che c’era un tempio sul Monte del Tempio.
Fateci mente locale. Mi è stato detto dalle forze di sicurezza del Waqf [l’ente a guida giordana che gestisce il patrimonio islamico a Gerusalemme] che è illegale affermare che sul Monte del Tempio sorgeva un tempio. Qualsiasi tempio. Cioè: in quel sito non c’è mai stato nulla prima che vi fosse una moschea. Sin dai tempi di Adamo [testuale], in quel sito c’è stata solo una moschea e affermare che ci sia mai stato qualcos’altro è una offensiva menzogna sionista [testuale]. Vi esorto a guardare il video su Facebook [cliccando sulla foto qui sotto] e sentire con le vostre orecchie.
Sono particolarmente appassionata di quel periodo della storia, quello che inizia con il Secondo T***** (qui mettete la parola che, a quanto pare, è illegale pronunciare sul Monte del Tempio). Ma come possiamo parlare di un futuro condiviso con dei partner che non riconoscono nemmeno che abbiamo una storia? E queste riscritture della storia vengono accettate sempre più. Nell’ottobre 2016 Algeria, Egitto, Libano, Marocco, Oman, Qatar e Sudan hanno presentato alle Nazioni Unite una risoluzione che condannava Israele per non aver tutelato il diritto unico ed esclusivo dell’islam sul Monte del Tempio. Nessun tempio ebraico, nessun santuario da cui Gesù cacciò i corrotti cambiavalute: l’islam ha il diritto esclusivo al sito più santo dell’ebraismo, il luogo verso cui da sempre gli ebrei di tutto il mondo si volgono in preghiera, anche se per gli ebrei ora è illegale pregare lassù.
Proprio così. Per chi non lo sapesse, gli ebrei e solo gli ebrei possono essere arrestati per il reato di pregare nel loro luogo più santo. L’attuale obbligo di mascherina anti-coronavirus ha evitato che il movimento delle mie labbra venisse interpretato come una preghiera portando al mio arresto. Ma un’altra volta sono stata espulsa dalla spianata del Monte del Tempio per aver mosso le labbra in un modo che avrebbe potuto essere una preghiera.
Oggi sono stato separata dalla mia amica e prelevata dalla sicurezza del Waqf per essere interrogata. Mi hanno detto che mi avrebbero rilasciato se la smettevo di dire bugie. Ma non stavo dicendo bugie. Mi hanno detto che mi avrebbero rilasciato se avessi potuto dimostrare che lassù c’era qualcosa prima di una moschea. Ho risposto che dovevo solo tirar fuori il mio kit di datazione al carbonio che tengo sempre nello zainetto e l’avrei dimostrarlo in un batter d’occhio. Il sarcasmo li ha disorientati.
Ma ciò che li ha davvero mandati in confusione è che ho continuato a insistere sul fatto che in quel sito sono esistiti diversi templi. Almeno quattro, o forse tre e mezzo. Il Primo Tempio (Beit Hamikdash HaRishon), il tempio asmoneo (che forse era solo a metà, perché costruito su parti già esistenti), il Tempio di Erode (cioè il secondo Beit Hamikdash) e un tempio dedicato a Giove. Il Secondo Tempio è chiamato a buon diritto di Erode poiché egli rimosse ogni pietra degli asmonei prima di costruire il suo edificio.
Mentre continuavo a ripetere i fatti riguardanti l’epoca del Seconda Tempio, tenevo stretto il telefono che loro cercavano di afferrare. Sembrava che non capissero bene come funziona un video live, e soprattutto che non capissero che cancellando la storia delle altre due religioni su cui si basa la loro fede, non fanno che minare la loro rivendicazione su questa terra.
Dopo un po’ di domande sono stata consegnata agli agenti della polizia israeliana, che ha cercato di rimanere seri mentre mi dicevano che in effetti non avevo fatto nulla di illegale, ma che dovevo rispettare il sito e dunque non potevo dire che in quel posto è sorto un Beit Hamikdash (Tempio ebraico). Devo dire che anche loro sono sembrati molto sorpresi di apprendere che in quel sito ci sono stati più di due templi. E ancora più sorpresi di apprendere che, un tempo, c’è stata anche una chiesa. Ma nessuno conosce più la storia? C’è di bello che annoiare le persone con i particolari della storia ti permette d’essere rilasciato abbastanza velocemente dalla custodia delle forse di sicurezza.
Ho pensato a tutti i turisti che sono venuti a vedere la mia storia ebraica, la loro storia cristiana, e a tutti i visitatori che verranno, si spera, quando si potrà di nuovo viaggiare. Come si può capire perché questa terra è santa per tre religioni se non è nemmeno permesso parlarne?
Quando le Nazioni Unite contribuirono a negare la mia storia, l’allora Segretario Generale Ban Ki-Moon ebbe parole di condanna per quella risoluzione. L’allora Direttrice generale dell’Unesco Irina Bokova affermò che “negare, nascondere o cancellare qualsiasi tradizione ebraica, cristiana o musulmana mina l’integrità del sito: la moschea al-Aqsa è anche il Monte del Tempio, il cui muro occidentale [“del pianto”] è il luogo più sacro dell’ebraismo”.
Ecco perché mi sento così frustrata: per come narrare la storia convalidata sul piano archeologico possa diventare un fatto carico di implicazioni politiche, e per quanto sia facile riscrivere la storia. Quindi: studiamo la storia, apprendiamo i fatti, impariamo la verità.
P.S. Mi scuso per eventuali errori nel video: devo ancora imparare molto sull’era del Secondo Tempio, ma lo farò.
(Da: Times of Israel, 11.6.20)