Lo scaldavivande
Aspetti pratici di un’osservanza sabbatica
Come è noto, il sabato è proibito cucinare, ma è permesso tenere cibi in caldo durante la giornata, purché la loro cottura almeno essenziale sia terminata prima dell’inizio dello Shabbat, ed in certe circostanze di sabato si possono anche scaldare cibi del tutto freddi. Oggi uno dei mezzi più pratici per avere cibi caldi durante i pasti sabbatici è l’uso dello scaldavivande che per brevità e con un termine corrente nell’ebraico, oggi si usa spesso chiamare plata. Anche noi lo chiameremo così nel seguito di questo scritto.
L’uso della plata è consentito di sabato, purché la plata sia stata attaccata alla presa di corrente prima dell’inizio dello Shabbat (se il sabato è preceduto da uno o due giorni di festa solenne, la plata va attaccata prima dell’inizio della festa).
È preferibile, ma non indispensabile, che la plata sia ricoperta di carta stagnola. È senz’altro permesso mettere sulla plata vivande solide o liquide prima dell’inizio del sabato, a condizione che quelle solide siano giunte almeno alla cottura essenziale (cioè siano mangiabili, seppure una maggiore cottura da completarsi durante il sabato le renderà più piacevoli al palato). Se si tratta invece di sostanze liquide, purché esse siano a temperatura tale che toccandole la mano si ritragga, cioè almeno circa 42°.
Se sulla plata è stato messo prima dell’inizio del sabato un recipiente pieno di acqua calda, anche durante il sabato sopra questo recipiente si potranno mettere cibi già cucinati pure se freddi, perché si riscaldino, siano essi solidi o liquidi.
Se la plata è ricoperta di carta stagnola, vi si può mettere sopra anche di sabato un recipiente contenente cibo perché si riscaldi, a patto che si verifichino le seguenti condizioni:
(a) il cibo deve trovarsi in un recipiente diverso da quello in cui è stato cotto;
(b) se si tratta di un cibo liquido, non deve essersi raffreddato del tutto.
Un cibo che sia stato messo sulla plata prima dell’inizio dello Shabbat e che si trovi nello stesso recipiente in cui era stato cotto, una volta tolto dalla plata può esservi rimesso solo alle seguenti condizioni:
(a) al momento in cui lo si è tolto si aveva l’intenzione di rimetterlo;
(b) il recipiente è stato sempre tenuto in mano: lo si può appoggiare su un tavolo o su altra superficie asciutta (non però sul pavimento), ma tenendo sempre il manico del recipiente in mano;
(c) il cibo non si deve raffreddare del tutto prima di esser rimesso sulla plata.
Menahem Emanuele Artom