HaTikwa (M. Zarfati)
La simmetria dei desideri, Neuland, Nostalgia e Tre piani sono solo alcuni dei titoli degli amatissimi libri di Eshkol Nevo, una delle voci israeliane più autorevoli e interessanti nell’ambito della letteratura contemporanea, dopo Amos Oz e David Grossman. Nato a Gerusalemme nel 1971, laureato in psicologia, cresciuto tra gli Stati Uniti e Israele, Nevo è oggi scrittore per vocazione e insegnante per passione. Insegna e tiene corsi di letteratura creativa in varie istituti tra cui la scuola Holden di Torino, istituto di cui ci ha raccontato con orgoglio la sua esperienza. Arrivato a Roma in occasione del Festival della Cultura Ebraica, ho avuto modo non solo di poter scambiare qualche parola con lui, ma addirittura di poterci andare a cena e colmare quindi il divario tra Eshkol scrittore e Eshkol persona.
Effettivamente, appena appresa la notizia della cena, ero piuttosto impaurita, ma estremamente elettrizzata. D’altronde, andare a cena col proprio scrittore preferito significa coronare un vero sogno: quello di poter conversare amabilmente con qualcuno che con i suoi libri è stato in grado di “guarirti” e guardarti dentro. Ho avuto dunque modo di discorrere con Nevo della sua Israele, del boom economico che sta subendo negli ultimi anni, del conflitto israelo-palestinese – un argomento comune che segna spesso i personaggi dei suoi libri, ma soprattutto della sua passione per l’insegnamento e per la letteratura. A portarlo a Roma, ha confessato, non è stato soltanto il Festival della Cultura Ebraica e la possibilità di incontrare i suoi tantissimi lettori Italiani, ma una grande novità. Tre piani, uno dei suoi libri più famosi, diventerà un film che avrà come regista Nanni Moretti e uscirà sul grande schermo entro il prossimo anno. Con questo Nevo si dimostra senza dubbio, non solo un grande rivoluzionario, ma anche un vero pioniere della letterature israeliana. Parliamo dunque di uno scrittore che riesce a farsi spazio nel mondo della cinematografia, spezzando così i pregiudizi legati all’antisionismo.
Mi ha particolarmente colpito il commento che Eshkol ha condiviso durante la conferenza, una conferenza strutturata in maniera frontale accanto a Maurizio Molinari e con una notevole partecipazione di lettori e ammiratori romani. Lo scrittore ha appunto raccontato di un episodio accaduto alla presentazione del suo libro a Milano, quando una donna del pubblico prese la parole per confessare allo stesso Eshkol che “Grazie a questo libro, ho perdonato me stessa”. Piacevole dunque anche la partecipazione del pubblico, la passione con cui ognuno gli ha chiesto una dedica sul libro alla fine della serata. Discutendo poi a cena, tra un carciofo alla giudia ed un bicchiere di vino rosso, tra le rovine di teatro Marcello e il portico d’Ottavia come sfondo, mi ha raccontato che da grande sognava di insegnare, non avrebbe mai pensato di scrivere libri e di “guarire” anime deluse tramite la sua scrittura. La sua prospettiva mutò drasticamente dopo aver letto un libro che gli cambiò la vita e che gli permise di capire che la scrittura avrebbe tracciato il suo destino.
Particolarmente interessante è stato lo spunto dato durante la conferenza sul mondo dell’editoria in generale. In un mondo che rincorre imperterrito la modernità, dominato da Facebook, Istragram e Twitter, ci domandiamo come stia cambiando il ruolo della letteratura e del libro nello specifico. L’interrogativo è forte, ma la lettura sembra non esser stata abbandonata. Eshkol ha infatti ammesso che sicuramente in futuro forse i libri nella loro forma odierna non esisteranno più; l’inchiostro e le pagine che si ingialliscono con gli anni e che hanno quasi il profumo dei sogni, verranno indubbiamente sostituite da nuove tecnologie. D’altronde ciò sta già accadendo oggi con i libri formato Kindle o Ebook. Tuttavia, a detta di Nevo, l’uomo continuerà a scrivere e il mondo continuerà a leggere, perché la letteratura nella sua essenza è un bisogno fisiologico dell’essere umano. Israele infatti è uno dei paesi in cui si legge di più e gli scrittori di ogni origine bramano d’esser tradotti per così finire nei ripiani delle librerie a Tel Aviv e a Gerusalemme. L’editoria Israeliana è indubbiamente un campo fertile. Ha parlato inoltre delle sue influenze Italiane, riscontrabili nella sua scrittura, come Italo Calvino e Paolo Giordano, di cui per giunta sta leggendo la sua ultima e consigliata opera “Divorare il cielo”.
Nevo ha poi condiviso con me e con gli altri commensali, il complicato rapporto con la sua Israele: un odi et amo, terra d’amore e contraddizioni, del rapporto speciale con la sua bambina e del suo misterioso rapporto con i segreti. Infatti, per l’appunto, senza rivelare troppo e lasciandoci con un alone di mistero, ci ha comunicato che ad Ottobre uscirà un nuovo libro. Non mi ha svelato alcun dettaglio sulla sua nuova opera, ma ci ha tenuto a ribadirmi quanto per lui ogni libro sia un viaggio. Un viaggio per gli universi dell’io che non sappiamo neppure di conoscere. Dunque, per capire dove ci porterà questa volta Nevo con la sua penna e il suo realismo magico, non possiamo fare altro che aspettare impazienti Ottobre, nonché l’imminente uscita del film ispirato al suo libro nel 2020.