Talia Bidussa, presidente dell’Unione Giovani Ebrei d’Italia, ha parlato questa mattina nel corso dell’Assemblea del Consiglio dei Diritti Umani delle Nazioni Unite che si sta svolgendo in questi giorni a Ginevra. Bidussa ha parlato durante l’Articolo 7, il punto dell’agenda durante il quale si discute della “Situazione dei diritti umani in Palestina e negli altri territori arabi occupati”.
“Non vi è nessun altro Paese che sieda nel Consiglio per i diritti umani contro il quale si rivolgano tante segnalazioni e si prendano risoluzioni quanto avviene per Israele: la quantità di energia, denaro, attenzione spesi per discutere la situazione israeliana si mostra a questo punto chiaramente discriminatoria, specialmente considerato il massiccio numero di violazioni dei diritti umani che questo Consiglio ignora”, ha sottolineato Bidussa.
Nella giornata di domani parlerà di fronte al Consiglio a nome degli studenti ebrei d’Europa anche il direttore Eujs Jonathan Keyson, nel corso dell’Articolo 9 dedicato a “Razzismo, discriminazione razziale, xenofobia, e altre relative forme d’intolleranza, seguito e implementazione della Dichiarazione di Durban e del Programma d’Azione”.
Grazie Signor Presidente
Mi chiamo Talia Bidussa, e sono orgogliosa di rappresentare la European Union of Jewish Students, organizzazione ombrello di 35 unioni studentesche ebraiche nazionali.
Di nuovo questo mese, sotto gli occhi di tutti, studenti ebrei sono stati attaccati in campus universitari del Belgio, della Francia, dell’Australia e del Regno Unito solo in quanto sono stati identificati come ambasciatori di Israele. Non possiamo farci sfuggire la connessione che intercorre tra questi attacchi e l’atteggiamento della comunità internazionale verso Israele.
Non vi è nessun altro Paese che sieda nel Consiglio per i diritti umani contro il quale si rivolgano tante segnalazioni e si prendano risoluzioni quanto avviene per Israele: la quantità di energia, denaro, attenzione spesi per discutere la situazione israeliana si mostra a questo punto chiaramente discriminatoria, specialmente considerato il massiccio numero di violazioni dei diritti umani che questo Consiglio ignora.
L’Articolo 7 viene usato come strumento politico contro Israele, facendo sì che le parti coinvolte nel conflitto si allontanino ulteriormente anziché avvicinarsi. Questo non aiuta il processo di pace, come lo aiuterebbe invece una condanna del terrorismo di Hamas e Hezbollah, contro cui Israele protegge i suoi cittadini. L’Articolo 7 serve solo come mezzo per fornire una giustificazione a movimenti che fanno di un violento antisionismo la loro bandiera.
Fintanto che questo Articolo esiste le Nazioni Unite perdono il loro diritto a essere considerate come una terza parte neutrale e diventano un attore fazioso del conflitto. Ogni istanza che il Consiglio ha su quanto concerne il rispetto dei diritti umani da parte dello Stato di Israele può e deve essere discussa all’Articolo 4 (dedicato a “Situazioni dei diritti umani che necessitano l’attenzione del Consiglio”, ndr), come sostenuto dall’Unione Europea. L’Articolo 7 è stato condannato dal Segretario Generale delle Nazioni Unite e da molte democrazie, e tuttavia continua ad esistere per l’influenza di considerazioni politiche di importanza secondaria.
Signor Presidente, se questo Consiglio vuole battersi per i suoi principi fondanti vi sollecitiamo a mettere fine all’esistenza di questo Articolo discriminatorio!
Talia Bidussa
L’Unione Informa 23.3.2014