P.P. Punturello
Anzi, diciamolo meglio, i Maestri hanno omesso un dolorosa verità quando ci hanno trasmesso la memoria degli eventi storici di Channukkà e dobbiamo capire il perché di questa omissione, se vogliamo cogliere l’essenza della festa. Le tradizioni popolari Ebraiche ci raccontano gli eventi di Channukkà in maniera quasi infantile, come fossimo bambini, proteggendo la nostra innocenza e selezionando la memoria dei fatti. Un posto centrale nel racconto storico di Channukà in Shabbat 31b è occupato dal miracolo dell’olio quando i Maestri affermano senza mezzi termini che: “Quando i Greci entrarono nel Santuario resero impuri tutti gli oli che si trovavano in esso e quando la casa reale dei Chasmonaim ebbe il sopravvento e li sconfisse cercarono nel Tempio e non trovarono se non una ampolla d’olio che aveva ancora il sigillo del Sommo Sacerdote. Essa però conteneva olio sufficiente per accendere un solo giorno: avvenne un miracolo e accesero con esso per otto giorni. L’anno successivo stabilirono che questi giorni fossero giorni di festa con inni di lode e ringraziamento.”
La Ghemarà, come possiamo leggere, accenna appena allo scontro militare e non ne dà nessun particolare né descrive i motivi dello stesso. I Greci entrano nel Bet MIkdash, lo profanano, la famiglia ebraica sacerdotale dei Chashmonaim detti Maccabim si ribella, li sconfigge, inaugura nuovamente il Santuario ed in quel momento accadde il miracolo della ampolla d’olio che dura otto giorni. Perchè i Greci entrarono nel Tempio? Perché avvenne questa guerra? Perché la Ghemarà non ci racconta più particolari? Perché i Maestri aspettarono un anno prima di fissare quei giorni come festa? A causa di questa assenza di dati e per gli strani voli pindarici tra momenti storici che i Maestri ignorano, la narrativa ebraica ha sviluppato un racconto dove esiste una netta linea di demarcazione tra buoni e cattivi, tra gli ebrei buoni e fedeli ad Hashem ed i greci cattivi ed idolatri. A differenza della Ghemarà il testo della tefillà di Al Hanissim che si aggiunge nella amidà e nella birkat hamazon durante i giorni di Channukkà ci offre i particolari dello scontro militare: “ Al tempo di Matatyà figlio di Yochanan Sommo Sacerdote Chasmonay e dei suoi figli, quando il malvagio regno ellenico si levò contro il tuo popolo di Israele per fargli dimenticare la tua Torà e fargli trasgredire le leggi da Te volute, Tu, nella tua grande misericordia, fosti dalla loro parte nel momento della sventura, difendesti la loro causa, facesti loro giustizia, fosti loro vendicatore, consegnasti i forti nelle mani dei deboli, coloro che erano numerosi nelle mani dei pochi, i malvagi nelle mani dei giusti, gli impuri nelle mani dei puri e gli empi nelle mani di chi si occupava della tua Torà. Rendesti grande e santo il tuo Nome nel mondo e al tuo popolo Israele concedesti grande salvezza e liberazione come oggi. Poi i tuoi figli entrarono nella tua residenza e sgombrarono il tuo Santuario, lo purificarono, accesero i lumi nei tuoi sacri atri e fissarono questi otto giorni di inaugurazione per la celebrazione e il ringraziamento. Tu facesti per loro miracoli e prodigi e noi renderemo omaggio al tuo grande Nome per sempre”.
Quello che la Ghemarà non racconta viene, invece, descritto con precisione dal testo di Al Hanissim ed i greci, che nella Ghemarà sono semplicemente nominati come coloro che resero impuri gli oli, nella teffilà di Al Hanissim sono definiti come il “malvagio regno ellenico” giunto nella storia ebraica per far “dimenticare la tua Torà e fargli trasgredire le leggi da Te volute”. Il testo di Al Hanissim apre una riflessione in termini politici: il regno malvagio di Grecia voleva cancellare l’esistenza spirituale di Israele ed ecco il motivo della ribellione ebraica, della miracolosa vittoria e del miracolo dell’olio che durò oltre il tempo consueto. Restano aperti alcuni dei quesiti sui quali la Ghemarà sorvola silenziosa: Perché i Maestri aspettarono un anno prima di fissare quei giorni come festa e chi erano questi greci idolatri che entrarono nel Bet HaMikdash profanandolo? Il silenzio e la censura dei nostri Maestri vanno cercati proprio in questo anno sospeso tra gli eventi e la proclamazione della festa di Channukkà.
La realtà storica degli eventi prima dello scontro militare ci racconta di una società ebraica molto ellenizzata dove il Sommo Sacerdote da Yeoshua si era fatto chiamare Giasone ed il suo successore Menelao. Una società dove le classi più agiate e colte progettavano i giochi olimpici a Yerushalaim, dove i veri greci-siriani non avevano nessuna intenzione di prendere le armi contro gli ebrei e dove le armi furono invece usate tra ebrei e contro se stessi, in quella che altro non fu che una guerra civile con partecipazione greco-siriana. A questo punto gli “ievanim” ovvero i greci del testo della Ghemarà sono prima di tutti gli ebrei ellenizzati che videro schierarsi di fronte altri ebrei, non ellenizzati o comunque non disposti a cedere alla cultura greca ogni aspetto della propria vita, in altre parole non disposti ad una totale assimilazione. La guerra fratricida fu il più grande trauma ed il più grande dolore per il popolo ebraico dell’epoca e per i Maestri che aspettarono un anno, il massimo tempo del lutto, il tempo necessario per superare il dolore delle morti della guerra tra fratelli, prima di dichiarare i giorni di Channukà come giorni di festa. Una festa che ha al centro del proprio messaggio la luce. La luce come mezzo di comunicazione, di incontro, di rispetto, di illuminazione reciproca. Una luce che invita al superamento degli scontri ed a soluzioni che non siano le armi. I Maestri hanno censurato il dolore della guerra civile per non consegnare nelle nostre mani l’idea che in casi estremi la spada possa essere una soluzione e ci obbligano invece ad uno sguardo su piccole luci diverse tra loro. La sfida è comprenderle e custodirle tutte.
https://anousimitalia.wordpress.com/2014/12/17/i-maestri-ci-hanno-mentito/