Qualche precisazione di genere su Chanukkà
Rav Amedeo Spagnoletto
Come e’ noto esiste una regola generale nell’halachà, essa prevede che le donne non siano obbligate al compimento di alcune mizvod che abbiano la caratteristica di dover essere compiute entro un tempo prestabilito. Già la mishnà nel trattato di kiddushin si esprime cosi’: “E per tutte le mizvod positive determinate dal tempo gli uomini sono obbligati e le donne sono esentate”. Nè la mishna’ nè il talmud ci dicono quale e’ la ragione di questa esenzione; i rabbini durante i secoli hanno tentato di dare una spiegazione che a seconda del contesto e delle epoche ha assunto ora connotati più “tradizionali” – (garantire la tutela del shalom bait (l’armonia familiare), visto che la donna ha il dovere di servire il proprio marito ed accontentarlo, qualora fosse impegnata nell’adempimento delle regole legate al tempo, potrebbe urtare la suscettibilità del coniuge venendosi cosi a rompere l’unità e la concordia in seno alla famiglia. Avudharam) – ora espressioni più moderne (la particolare elezione spirituale della donna fa si che non abbia bisogno di numerosi precetti, intesi come strumenti per avvicinare l’uomo al bene ed al sacro. Hirsh).
Come in tanti altri aspetti anche in questo ambito esistono però le eccezioni. Tra le altre, spicca quella di Chanuccà. Infatti le donne hanno il dovere, quanto gli uomini di accendere i lumi, quantunque vi sia un tempo determinato entro il quale il precetto deve essere compiuto, ovvero dal tramonto e per tutta la notte. Anzi il talmud, questo concetto lo esprime in modo convinto e senza esitazione! “Ma certo che la donna accende!” richiamando l’insegnamento di R. Yehoshua’ ben Lewi’ che le riteneva obbligate in quanto coinvolte nel miracolo.
Coinvolgimento in che senso? Apparentemente e’ ovvio. Le donne erano parte del popolo e se la nazione si salva dal nemico che voleva assimilarli, ed anche distruggerli, tutti sono inclusi.
O forse si tratta di un ruolo più attivo?
Stando alle fonti del Talmud e ai brani che inseriamo nella tefillot di Chanucca’ (‘al ha- nissim, ha-nerod hallalu) tanto nel racconto del miracolo dell’olio, quanto nel prodigio della vittoria dei pochi sui molti ottenuta da Mattatià e i suoi figli non emerge una particolare figura femminile.
Qualche cenno però è rintracciabile nel libro dei Maccabei, li dove e’ ricordato che le donne furono oggetto di aggressioni e assassinii al pari degli uomini (cfr. Mac. II 3: 17), o dove si dice che le madri che non accettarono di sottostare al divieto di fare la milà ai loro figli vennero barbaramente messe a morte (Mac. I 1:58).
Pur tuttavia, in entrambi i casi e’ più esatto parlare di coinvolgimento nelle persecuzioni che aver preso parte al miracolo.
Il midrash colma questo silenzio con una serie di racconti che affidano un ruolo da protagoniste alle donne nella storia di Chanuccà. In epoca medievale il loro ruolo e’ esaltato da Aharon ha-Koen di Lunel (XIV sec.) anche finendo con il confondere la storia di Giuditta, che a dire il vero agisce in un contesto ed in un epoca diversa. Egli infatti racconta che fu grazie ad una ragazza di nome Giuditta che avvenne il miracolo. Delle figlie di Yochannan ha-koen era la più bella ed il re greco voleva sposarla. Lei gli diede in pasto un cucinato con il formaggio che gli procurò tanta sete. Si ubriacò e una volta addormentato lo decapitò e condusse il macabro cimelio a Gerusalemme. I soldati, resisi conto della morte del loro capo si diedero alla fuga.
R. Nissim Gerondi (XIV sec.) integra l’episodio sostenendo un punto sul quale il midrash insiste particolarmente secondo cui l’azione di Giuditta fu determinata da un infame editto che prevedeva un ius primae noctis a favore del governante straniero.
Ma il Midrash, in un’altra fonte si spinge a dire che fu proprio l’audacie azione di una donna a fare scaturire la rivolta dei Maccabei.
Era il giorno in cui la figlia di Mattatià doveva andare in sposa ad El’azar, anche egli un asmoneo. Durante il banchetto ella si denudò provocando la vergogna e l’ira dei famigliari. Al cospetto di tutti prese la parola e disse che se provocava tanto zelo il fatto che si fosse spogliata pur senza commettere alcun peccato, avrebbe dovuto destare una reazione ben più grande il sapere che alla sera sarebbe stata violentata da un goi. Invitava quindi i Maccabei a prendere esempio da Shim’on e Lewi’ i figli di Giacobbe che, sebbene da soli, avevano vendicato l’oltraggio di cui era stata oggetto Dinà. Destati dall’insegnamento e richiamati da un così forte incitamento i Maccabei organizzarono la rivolta.
Ora si capisce meglio perche’ il talmud sottolinea “…ma certo…”.
Il talmud in almeno altri due casi sottolinea che le donne sono coinvolte nel miracolo e quindi devono partecipare col compimento di determinate mizvod. Avviene in relazione con Purim e Pesach. Nel primo caso, e’ più che evidente il perchè, la protagonista degli eventi e’ stata Ester, e conosciamo la storia grazie al libro che porta il suo nome, ma anche nel secondo caso, quello di Pesach, dice la ghemara’ in Sotà che: “grazie al merito delle donne pìe il popolo ebraico ha potuto essere redento”.
In tutti e tre i casi una partecipazione più che attiva anzi per certi versi fondamentale per determinare il corso degli avvenimenti.
Da queste fonti della tradizione ebraica emerge che l’acquisto da parte delle donne del diritto/dovere a mettere in pratica dei precetti dai quali potrebbero sembrare esentate, non si ferma alla semplice partecipazione passiva agli eventi, che già da sola sarebbe sufficiente, (a ben vedere come già detto erano parte del popolo) ma passa sempre attraverso un ruolo da vere protagoniste, tanto nel loro complesso, quanto con figure di spicco, eroine che cambiano la direzione degli eventi e della storia ebraica. Sarà anche per questo motivo se il miracolo più grande, quello dell’eternità di Israele, contro e nonostante le avversità della storia, si è realizzato grazie alla trasmissione di madre in figlia dell’ebraismo, una luce che spazia e testimonia come… lei accende! …e come se accende!
Amedeo Spagnoletto
Scritto per il Portavoce dell’Adei Wizo