Se diventa sempre più difficile essere ebrei (e musulmani)
Yasha Reibman*
Dobbiamo chiederci se in Europa ci sia ancora posto per ebrei e musulmani o se ci troviamo su un piano inclinato che arrivi a proibire due pratiche centrali per ebraismo e Islam. Polonia, Norvegia, Svizzera, Islanda hanno vietato la macellazione rituale. L’Assemblea Parlamentare del Consiglio d’Europa ha chiesto di fatto la proibizione della circoncisione.
Il Corriere ha affrontato il tema il 5 ottobre, ma data la posta in gioco qualcosa va puntualizzato. La circoncisione nulla ha a che fare con le mutilazioni genitali femminili, dal momento che nessuna funzione fisiologica viene limitata. Semmai, come sottolineato nel 2012 dall’American Academy of Pediatrics, dal punto di vista medico, i rischi sono superati dai vantaggi (come una minor probabilità di contrarre HIV, Papilloma virus, Herpes genitale e sifilide). Una conseguenza positiva del dibattito potrebbe essere una più ampia consapevolezza della necessità di controllare la coagulazione prima dell’intervento riducendo i rischi di emorragie.
E’ invece una richiesta da respingere quella di spostare l’età della circoncisione affinché il bambino possa esprimere il consenso. Innanzitutto per il bambino stesso, perché tale intervento è minimo se fatto da piccoli, mentre diventa impegnativo, sotto ogni aspetto medico e psicologico, se affrontato da grandi. Si tratterebbe poi di una richiesta discriminatoria: il consenso del bambino non viene preteso per altre pratiche mediche (come le doverose vaccinazioni) o ‘sociali’ (come i fori nelle orecchie). Ma il dibattito deve anche essere serio e non può esserci reato senza pena.
E’ facile prevedere che, in seguito al divieto, ai bambini verrebbero diagnosticate malformazioni urogenitali tali da necessitare la circoncisione oppure i neonati verrebbero portati all’estero per rientrare circoncisi. Per un reato in cui non vi è danno, verrebbero arrestati i genitori o i figli affidati ai servizi sociali? E’ evidente che tali iniziative nascano dalla paura suscitata da immigrazione e fondamentalismo islamico, ma la paura è cattiva consigliera. Il rischio è che l’Occidente non faccia tesoro della propria storia, lastricata di falliti ma terribili tentativi di limitare i diritti delle minoranze, a cominciare proprio dagli ebrei, o di eliminare del tutto il fenomeno religioso, come nell’Unione Sovietica.
Dobbiamo tutti vigilare perché non si abbandoni la difesa della libertà religiosa a favore della conquista di una, inquietante poiché obbligatoria, libertà dalla religione.
*Già Portavoce e Vicepresidente della Comunità ebraica di Milano