La Torà è sempre molto attenta a ciò che ci racconta e che ci insegna. Della vita dei patriarchi, ad esempio, non sempre conosciamo i dettagli, spesso siamo a conoscenza solo di alcuni episodi. È il caso della vita di Isacco, di cui la Torà – essenzialmente – ci racconta due fatti salienti: la legatura sull’altare ad opera del padre Avraham e lo … scavare pozzi (!) di cui la Torà ci parla questa settimana. È strano che la Torà dedichi attenzione a questi due momenti molto distanti e diversi fra di loro. In realtà l’insegnamento è molto profondo e riguarda la vita quotidiana di ognuno di noi. Tutti abbiamo momenti (chi più chi meno) che dedichiamo alla Torà e alle preghiere, tutti abbiamo a che fare con una vita terrena, dunque un lavoro, dei figli, occupazioni di carattere fisico. L’ebreo ha come compito di vivere in parallelo queste “due vite” : dedicare momenti importanti alla vita che chiamiamo “spirituale” (la “legatura di Isacco”) e momenti dedicati alla vita “materiale”, rappresentati in questa parashà nel modo più evidente possibile ossia tramite “lo scavare pozzi”.