“E Abramo disse al servo più anziano…io ti farò giurare l’Eterno, il Dio dei cieli e il Dio della terra, che tu non prenderai per moglie a mio figlio alcuna delle figlie dei Cananei…ma andrai al mio paese e al mio casato a prendere una moglie per mio figlio, per Isacco” (Genesi 24:2-4).
Il capitolo centrale del brano della Torah di questa settimana, racconta la famosa storia di Eliezer, il fedele servitore di Abramo, che fu mandato dal padrone ad Aram Nahariyim per trovare una moglie adatta per Isacco. Arrivato ad un pozzo fuori città, incontrò Rebecca che, superata la prova cui fu sottoposta inconsapevolmente, accettò di andare con lui per diventare la sposa di Isacco.
Nella parte conclusiva del brano, la Torah racconta del primo incontro tra Rebecca e Isacco. Le parole di questi versi, lasciano intendere che in quel momento accadde qualcosa di misterioso.
Isacco era andato nei campi a pregare e Rebecca, che cavalcava un cammello, quando lo vide cadde subito dal cammello.
Perché Rebecca cadde dal cammello quando vide Isacco? Perché la vista di Isacco in preghiera ha avuto un tale impatto su di lei?
Una possibile spiegazione è che Rebecca scoprì in quel momento che Isacco non era esattamente la persona che lei si aspettava.
Rebecca era un esempio di gentilezza amorevole e sincerità. Quando Eliezer la vide al pozzo fuori della sua città, le si avvicinò e le chiese dell’acqua e lei non solo diede da bere a quello sconosciuto, ma abbeverò anche tutti i suoi dieci cammelli. Fu allora che Eliezer comprese che quella fanciulla avrebbe dovuto sposare il figlio di Abramo, colui che era l’incarnazione di Chesed, della benignità senza limiti. Una giovane donna che dimostrava eccellenza nella qualità del Chesed, avrebbe sposato il figlio di Abramo, il più grande esempio di Chesed che il mondo abbia mai conosciuto, per essere una coppia perfetta.
Ma Isacco era diverso da suo padre.
Naturalmente aveva imparato dal padre ad elargire benignità, ma questa non era la sua caratteristica principale. Isacco eccelleva principalmente nella qualità della Ghevurah (letteralmente “forza”), che gli consentiva di avere una potente autodisciplina e grande forza di sacrificio di sé nel servizio devoto al Signore. La sua forza era nella preghiera e nel servizio a Dio, non nell’estendere la sua fiducia ad altre persone.
Questo è ciò che Rebecca di cui si rese conto quando lo vide pregare fuori nel campo. Lei si era aspettata che Isacco fosse proprio come lei, ma solo ora capiva che non era così. Isacco era un po’ diverso dalle sue aspettative e davanti a questa consapevolezza, Rebecca cadde dal cammello/gamal.
La parola cammello/gamal allude alla “ghemilut chasadim/dispensare benignità, estendere la gentilezza. Con la “caduta” di Rebecca, la Torah ci dice che lei prese la decisione di adattarsi, di adeguarsi a ciò che era Isacco.
Sia lei che Isacco erano certamente gentili e generosi, ma Rebecca intuì che l’area di eccellenza del futuro marito era qualcos’altro e per questo dovette adattarsi di conseguenza. Lei doveva “abbandonare” la sua concentrazione sul “ghemilut chasadim/dispensare benignità.
Questa intuizione presenta una lezione cruciale per giovani uomini e donne che sono alla ricerca di un coniuge o che stanno iniziando una vita coniugale.
Un matrimonio di successo richiede un certo grado di flessibilità. Quasi tutti, mariti e mogli, ad un certo punto del matrimonio si rendono conto che il loro partner non è esattamente quello che si aspettavano. C’è sempre qualcosa nel coniuge che sorprende. E così bisogna “cadere dal cammello”, rivalutare le proprie aspettative e accettarsi a vicenda per quello che si è.
Molti dei problemi che sorgono in un matrimonio derivano dall’inflessibilità, dal rifiuto di “cadere dal cammello”. Più flessibili siamo, più felice e solida sarà la relazione che saremo in grado di creare.
Rebecca capì che, nonostante Isacco non fosse esattamente quello che si aspettava, ciò non significava che ci fosse qualcosa che non andasse in lui. Significava semplicemente che era una persona eccezionale, ma in un modo diverso.
Questo è ciò che dobbiamo capire anche nelle nostre relazioni. Solo perché qualcuno non è esattamente quello che vogliamo che sia, questo non è un motivo per perdere il rispetto per quella persona. Dobbiamo allenarci a “cadere dal cammello”, ad avere flessibilità e ad apprezzare le persone per quello che sono anche quando ci aspettavamo qualcosa di diverso, Shabbat Shalom.
