Il nome di un’operazione militare spiegato da Rash”y, Rabbì Moshe David Valle e Rabbì Moshe Chayym Luzzatto.
Oggi ci siamo svegliati con la notizia, più o meno prevista, dell’operazione militare di Israele contro i siti nucleari e di produzione di missili e droni iraniani. Un’azione che era considerata certa dagli osservatori più esperti, ma non prevista pienamente, sia riguardo il modo in cui è iniziata, sia riguardo i target presi di mira e, a quanto pare, neanche riguardo la durata perché questa operazione sembra essere destinata a proseguire per il raggiungimento di tutti gli obiettivi.
La scelta del nome di questa operazione, ‘Am kelavi/un popolo come un leone, si basa su un verso del libro dei Numeri (23:24) le cui parole sono parte di una profezia rivelata attraverso il mago di Pitru, Bilam, ingaggiato dal re moabita Balaq per maledire e nuocere ad Israele. Tuttavia, il Signore fece uscire dalla sua bocca benedizioni al posto di maledizioni. Questo è il verso: “Ecco un popolo che si ergerà come una leonessa e si innalzerà come un leone; non si coricherà finché non avrà divorato la preda e bevuto il sangue dei trafitti”.
Il commento di Rash”y (Rabbì Shelomò Ytzchaqy, 1040-1105) è estremamente interessante soprattutto per la vena mistica, comunque non rara, del commentatore di Troyes:
“Ecco un popolo che si ergerà come una leonessa e si innalzerà come un leone – quando i figli d’Israele si alzano dal loro sonno al mattino, essi sono forti come una leonessa e come un leone per afferrare le mitzwoth, indossare gli tzitziyoth, recitare lo Shemà e mettere in tefillin. Non si coricherà di notte, nel suo letto, finché non avrà divorato e annientano ogni cosa dannosa (meziq), che venga a farne la sua preda. E in che modo? Recitando lo Shemà nel letto (subito prima di dormire) e affidando il suo spirito a Dio. Se un campo o una schiera militare vengono a recare danno ai figli d’Israele, Il Santo benedetto Egli sia, li custodisce e combatte le loro battaglie facendo cadere trafitti i nemici”.
Il commento di Rash”y contiene, al tempo stesso, due dei quattro modi di interpretazione: 1. Remez/ allusione, quando parla del comportamento del leone allude al fatto che allo stesso modo l’ebreo si deve comportare nell’osservanza delle mitzwoth; 2. Sod/segreto, quando evidenzia il principio dell’osservanza delle mitzwoth quale strumento a nostra disposizione, non solo per impedire al lato dell’impurità (Sitrà Achraaà) di danneggiare il lato della santità (Qedushà) facendo preda delle scintille sacre disperse, ma anche di riportare quelle già depredate nella santità.
Secondo Rabbì Moshe David Valle (1697-1777) le parole della prima parte del verso “ecco un popolo che si ergerà come una leonessa e si innalzerà come un leone” sono memoria della redenzione avvenuta in Egitto e anche profetiche per un futuro prossimo e afferma che “le afflizioni dei figli d’Israele in Egitto sono servite per eliminare il male interiore e purificarli come l’argento e l’oro e per le loro sofferenze l’Egitto ha avuto poi la sua punizione. E così sarà in futuro anche per il resto delle nazioni dove gli ebrei saranno esiliati”.
La seconda parte del verso “non si coricherà finché non avrà divorato la preda e avrà bevuto il sangue dei trafitti” cela un significato segreto: “se dovessero venire le forze dell’impurità (chitzonim) per opprimere e fare violenza sui figli d’Israele così da depredare tutte le 288 scintille sacre, come il computo della parola teref/טרף/preda, alla fine questo popolo si ergerà contro queste forze e non gli basterà riprendere la preda da loro e riportare le scintille oppresse alla loro radice nella santità (Qedushà) ma, si otterrà molto di più, perché da loro si prenderà la loro essenza vitale, la loro forza e tutto il bene che c’è in esse per far salire per mezzo del Ma”N/ מ״ן (mayyn noqvim; il canale di comunicazione con i mondi superiori che trasmette dal basso verso l’alto), verso la santità stessa, per completare la sua costruzione…la parola coricare allude alla mancanza di tranquillità e serenità per questo popolo fino a quando non sarà completata la sua restaurazione e non sarà fatto tornare ciò che è stato perso al suo padrone, perché la santità non vuole perdere alcuna cosa le appartenga”.
Il Sefer Otzerot Ramchal è un libro pubblicato a Bne Beraq nel 1986. È di fatto una raccolta di commenti al Tanakh, omelie, articoli e discorsi sulla Torah estrapolati dall’epistolario di Rabbì Moshe Chayym Luzzatto (1707-1746). Sul verso della parashà di Balaq citato, Ramchal scrive che “Israele deve superare molte guerre prima di fermarsi dalla sua opera. E la guerra finale sarà quella di Gog e Magog quando Israele si innalzerà come un leone per fare giustizia delle nazioni che lo hanno oppresso durante l’esilio…E la guerra di Gog e Magog è l’ultima volontà di dominio sulla Qedusha dello Yetzer Harà (SaM/ס״ם). Ma ci sarà un’ultima ricerca che dovrà essere fatta. Ed allora si renderà nota l’unicità di Colui che diffonde la luce, benedetto il Suo Nome e Israele non può riposare finché non porta a termine la sua opera, ricercare tutte le scintille che il Sitra Achraà ha rubato dalla Qedushà e questo è il significato delle parole “non si coricherà finché non avrà divorato la preda”.
Ramchal poi spiega che le parole “il sangue dei trafitti” alludono alla Qelipat Nogah (la prima forza dell’impurità) “nella quale è mescolato il bene e il male e che nel futuro avvenire sarà reinserita nella Qedushah. È chiamata Dam/il sangue delle altre Qelipot, poiché le mantiene in vita. Ma nel tempo della restaurazione/Tiqun la Qelipat Nogah prenderà dal Sitrà Achraà le scintille sacre, chiamate Chalalim/trafitti (perché non hanno alcuna essenza vitale di per sé che invece dipende dalle azioni degli uomini) e le riporterà nella Qedushah. E nel momento in cui tra le azioni degli uomini non ci sarà alcun difetto, si completerà la restaurazione/Tiqun…e sul quel tempo è detto (Isaia 25:8): “Distruggerà per sempre la morte; l’Eterno, il Signore, asciugherà le lacrime da ogni viso, toglierà via da tutta la terra il vituperio del Suo popolo, perché l’Eterno ha parlato”.
Che le parole di questi grandi maestri d’Israele siano di sostegno, forza spirituale e spinta verso il miglioramento dell’osservanza delle mitzwoth, a tutto Israele, per superare questo difficile momento e raggiungere la consapevolezza – il prima possibile – di quanto importante sia per il popolo d’Israele, comprendere il proprio dovere, per arrivare alla restaurazione completa di tutto il creato, Shabbat Shalom ‘al Israel אכי״ר.