Il calendario ebraico segue il ciclo lunare, ma tiene conto anche di quello solare, Hanukkà inizia sempre il 25 Kislev: non è un caso che per il Natale sia stata fissata la data del 25 dicembre. La coincidenza del Natale con Hanukkà cade raramente (l’ultima volta nel 2005 e la prossima nel 2035). Un anno con due 25 è insolito: venticinque è un numero potente nel pensiero ebraico. È il valore della parola יהי (yehi): nella Torah la prima volta che Dio pronunciò questa parola fu per la creazione della luce, indispensabile nella creazione: Dio disse yehì or: sia la luce. Questa luce non era celeste, ma come spiega Rashi, era un tipo diverso di luce, separata dall’oscurità e descritta come “buona”.
I Maestri del Talmud affermano che questa luce fu nascosta per impedire che i malvagi ne facessero un uso improprio e quindi fu nascosta per essere riservata e potesse splendere solo sui giusti. La ricerca di questa luce è un’azione cui ogni uomo dovrebbe dedicarsi. Dice l’autore dello Sfat emet che attraverso le luci di Hanukkà possiamo trovare la Luce nascosta nelle mizvoth e illuminare la vita dell’uomo in questo mondo.
Ora il mondo è oscurato dalle tenebre delle guerre che agitano vari popoli. Il popolo ebraico è stata costretto a subire molti attacchi sia in passato che recentemente il 7 ottobre 2023: i capi delle Nazioni e delle religioni hanno la responsabilità politica e morale di cercare la verità e indirizzare le società; essi devono avere il coraggio di prendere le decisioni che la verità impone. Solo così potranno salvare l’umanità ed evitare che scivoli in un precipizio dal qaule non potrebbe più rialzarsi. L’unica vera rivoluzione è cercare la verità e metterla in pratica: nel timore di esporsi , non si deve cedere alla tentazione di nascondere la verità e accettare una versione di comodo e distorta dei fatti.
Solo riconoscendo che siamo ancora nell’onda del tentativo di distruggere il popolo ebraico, possiamo capire perché è così importante festeggiare Hanukkà e questo non solo per rispetto della verità e non solo per gli ebrei. Nella sua Storia della filosofia occidentale il filosofo non ebreo premio Nobel Bertrand Russell scrive: se non ci fosse stata la resistenza e l’opposizione dei Maccabei nei confronti dell’ellenismo non ci sarebbero stati né il Cristianesimo né l’Islamismo.
Infatti sarebbe stato più facile accettare la cultura ellenista che era stata adottata da tutto il mondo: il messaggio di verità e resistenza dei Maccabei è oggi ancora più attuale.
Scialom Bahbout