לִפְנֵי אֵידֵיהֶן שֶׁל גּוֹיִם שְׁלשָׁה יָמִים אָסוּר לָשֵׂאת וְלָתֵת עִמָּהֶן
לִפְנֵי אֵידֵיהֶן שֶׁל גּוֹיִם. שֵׁם כִּנּוּי לִגְנַאי לְחַגֵּיהֶם וּלְמוֹעֲדֵיהֶם: לָשֵׂאת וְלָתֵת. לִמְכֹּר וְלִקְנוֹת. מִשּׁוּםדְּאָזְלֵי וּמוֹדוּ לַעֲבוֹדָה זָרָה בְּיוֹם אֵידָם
Mishnah ‘Avodah Zarah 1, 1 e R. ‘Ovadyah da Bertinoro: A partire da tre giorni prima delle“disgrazie” (antifrasi derogatoria per “feste”) dei popoli pagani era proibito avere relazioni commerciali con essi, per il fatto che poi si sarebbero recati a render grazie alle loro divinità per il successo acquisito.
Secondo la Torah l’idolatria è proibita anche ai non ebrei in quanto costituisce uno dei sette precetti dei figli di Noach. Pertanto incombe su di noi il comandamento di “non porre inciampo di fronte al cieco” evitando di indurli, mediante i nostri comportamenti, a un atto vietato. Quali sono le festività pagane anticamente soggette a questa norma?
וְאֵלּוּ אֵידֵיהֶן שֶׁל גּוֹיִם, קָלֶנְדָּא, וּסְטַרְנוּרָא
קָלֶנְדָּא. שְׁמֹנָה יָמִים אַחַר תְּקוּפַת טֵבֵת: סְטַרְנוּרָא. שְׁמֹנָה יָמִים קֹדֶם הַתְּקוּפָה. לְפִי שֶׁרָאָה אָדָם הָרִאשׁוֹן יוֹם שֶׁהָיָה מִתְמַעֵט וְהוֹלֵךְ, אָמַר, אוֹי לִי שֶׁמָּא בִשְׁבִיל שֶׁסָּרַחְתִּי חוֹזֵר הָעוֹלָם לְתֹהוּ וָבֹהוּ,עָמַד וְיָשַׁב שְׁמֹנָה יָמִים בְּתַעֲנִית [וּבִתְפִלָּה], כֵּיוָן שֶׁנָּפְלָה הַתְּקוּפָה וְרָאָה יוֹם שֶׁמַּאֲרִיךְ וְהוֹלֵךְ, אָמַרמִנְהָגוֹ שֶׁל עוֹלָם הוּא, עָמַד וְעָשָׂה שְׁמֹנָה יָמִים טוֹבִים. לְשָׁנָה אַחֶרֶת, עֲשָׂאָן לְאֵלּוּ וָאֵלּוּ יָמִים טוֹבִים . הוּא קְבָעָם לַשָּׁמַיִם, וְהֵם קְבָעוּם לַעֲבוֹדָה זָרָה
Mishnah ‘Avodah Zarah 1, 3 e R. ‘Ovadyah da Bertinoro (cfr. ‘Avodah Zarah 8a): Le Calende, otto giorni dopo il solstizio invernale e i Saturnali, negli otto giorni precedenti…
I Saturnali, in onore del dio Saturno-Sole, erano celebrati nell’antica Roma dal 17 al 25 dicembre (giorno del Sole nascente, a partire dal quale si calcolava che le giornate tornassero ad allungarsi): venivano festeggiati mediante un sovvertimento dell’ordine sociale, per cui era lecitoagli schiavi denigrare i padroni, e con l’abitudine di farsi regali, soprattutto candele: la Mishnah altera la parola in Starnura, forse proprio perché “nura” significa lume in aramaico. Dal 25dicembre al 1° gennaio, giorno delle Calendae, trascorrono altri otto giorni…
Mi è stato domandato che male ci sia nel festeggiare la notte di San Silvestro, il Sylvester come lo chiamano in Israele. Sotto il nome di Calendae, il 1° gennaio è menzionato fra le festività dei non ebrei durante le quali è proibito per una settimana ogni contatto commerciale con essi secondo la Mishnah all’inizio del trattato sull’idolatria (‘Avodah Zarah). Ecco che il Sylvester nasce come uso idolatrico ed è vietato in base ai criteri che ho ricordato all’inizio. Il celebre commentatore R. ‘Ovadyah da Bertinoro (sec. XV), riportando fonti più antiche, scrive che le Calendae ricorrono negli otto giorni successivi al solstizio invernale. Dal momento che il Primo Uomo constatava che fino ad allora i dì si accorciavano, pensò inizialmente che a causa del suo peccato il mondo stesse tornando al caos primordiale e decise di trascorrere otto giorni in digiuno e preghiera, finché si accorse che nel frattempo le giornate avevano ricominciato ad allungarsi. Si rese allora conto semplicemente che così andava il mondo e decise di istituire altri otto giorni di festa per l’umanità successiva. “Egli li intese in onore del Cielo, ma gli altri li hanno dedicati all’idolatria”. Fra il 25 dicembre e il 1° gennaio ci sono otto giorni, come sono otto i giorni di Chanukkah, che pure hanno inizio il 25 kislev. Ma lo spirito è tutto differente… (parzialmente adattato da un articolo pubblicato su “Pagine Ebraiche” in occasione di Chanukkah 5781).