David Gerbi – Psicoanalista junghiano e psicoterapeuta
La vita di Abramo è una vita di separazioni, tutte con lo scopo sacro di avvicinarsi a D-O il più possibile e di realizzare la sua missione per sé stesso e per il futuro dell’umanità. Abramo si separa dal modello idolatrico paterno, dalla sua terra, dalla sua gente e dai suoi genitori. Rinuncia ad Agar e al loro figlio Ismaele. Si prepara persino a rinunciare ad Isacco, il figlio della discendenza promessa da D-O, quando questi glielo chiede.
Rinuncia a discutere con D-O della sua apparente contraddizione: da un lato, la promessa di una discendenza numerosa come le stelle, e dall’altro, la richiesta di sacrificare suo figlio.
Curiosamente, Abramo negozia con D-O per salvare gli abitanti di Sodoma e Gomorra, figli di un’umanità posseduta dal male, ma accetta senza riserve il comando divino riguardo a Isacco. Passa attraverso molte prove, tra cui la morte di Sara, che muore convinta che Isacco sia stato sacrificato.
Eppure, D-O ferma la mano di Abramo mentre si accinge a sacrificare il figlio, ordinandogli, tramite un angelo, di offrire invece un ariete. Anche la rinuncia temporanea da Sara è una prova: Abramo le chiede di dire che è suo fratello, un gesto difficile ma necessario.
Un altro momento cruciale è il distacco da Lot. Quando il rapporto con il nipote si deteriora, Abramo sceglie di rinunciare alla sua supremazia patriarcale per amore della pace. Con lucidità e spirito di equità, decide di separare le loro strade per evitare ulteriori conflitti. Questa separazione riflette anche una liberazione interiore: Lot rappresenta la parte regressiva e legata al mondo pagano di Abramo, una parte che egli deve abbandonare per poter crescere spiritualmente.
La vita di Abramo è tutta una serie di rinunce. Nonostante la sofferenza, egli sceglie costantemente di abbandonare ciò che lo trattiene per seguire la voce di D-O. Questa continua capacità di separarsi è la chiave della sua elevazione spirituale.
Vedere la crisi come opportunità di progredire.
Joseph Campbell, in linea con questa visione, afferma:
“Qualunque sia il tuo destino, qualunque cosa accada, devi dire a te stesso: ‘Questo è ciò di cui ho bisogno.’
Anche se tutto sembra andare a rotoli, affronta ogni situazione come un’opportunità, una sfida da accogliere con amore e non con scoraggiamento. Portando amore in quei momenti difficili, scoprirai che la forza di affrontarli è già dentro di te. Ogni disastro che superi diventa un miglioramento del tuo carattere, della tua statura e della tua vita. Che privilegio incredibile!”
Allo stesso modo, Einstein sottolinea l’importanza della crisi come momento di innovazione:
“La crisi è la miglior cosa che possa accadere a persone e interi Paesi perché è proprio la crisi a portare il progresso. È nella crisi che nasce l’inventiva, le scoperte e le grandi strategie. Senza crisi non ci sono sfide, senza sfide la vita è routine, una lenta agonia. L’unica crisi minacciosa è la tragedia di non voler lottare per superarla.”
Abramo affronta le sue crisi, causate da separazioni e cambiamenti, con fede incrollabile in D-O. È questa fede che gli permette di continuare il suo cammino, rinunciando a tutto ma mai alla voce divina che sente dentro di sé.
Grazie alla separazione dalla vecchia vita avviene la trasformazione e la rinascita.
Un detto di Lao Tse ben riassume questa dinamica:
“Ciò che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.”
Abramo, come il bruco nel bozzolo, si trasforma in una farfalla capace di vedere le cose dall’alto. Ma questo processo richiede coraggio, pazienza e la volontà di lasciarsi alle spalle il vecchio mondo con i suoi pensieri pagani. Come dice Joseph Campbell:
“Dobbiamo essere disposti a lasciar andare la vita che avevamo pianificato per accogliere la vita che ci sta aspettando.”
I nostri maestri insegnano:
“La capacità di confidare in D-O e di non preoccuparsi del domani può trasformare le maledizioni più dure nelle benedizioni più sublimi.”
Abramo, fonte della Benedizione, trasmette questa incrollabile fede nel D-O di Israele. La sua storia ci insegna che nella vita siamo chiamati a fare sacrifici, ad abbandonare vecchi attaccamenti, e a fidarci di un progetto più grande di noi.
Ognuno di noi affronta momenti in cui deve rinunciare a relazioni, progetti o parti di sé per un bene superiore. Questo processo, per quanto doloroso, porta a una crescita personale e spirituale. Alla fine, Abramo ci ricorda che siamo qui di passaggio, e il nostro compito è lasciare un buon segno per le generazioni future.
Rinunce, separazioni e sacrifici, se guidati dalla fede, portano alle soddisfazioni più grandi: il compimento del nostro scopo divino. Solo lasciando andare ciò che ci trattiene possiamo accogliere le benedizioni che ci aspettano.