Gli ebrei cacciati dai paesi arabi dopo la creazione dello Stato d’Israele
Sono uno degli ebrei, parte del milione dimenticato dagli accordi che hanno portato nel 1947 /48 alla creazione della Palestina degli ebrei, lo Stato d’Israele, e alla mancata contemporanea nascita della Palestina degli arabi rifiutata dagli arabi. Gli Stati arabi convinsero gli arabi palestinesi a fuggire per poi tornare, appena gli ebrei fossero stati distrutti e cacciati in mare. Gli arabi palestinesi si lasciarono convincere e per facilitare l’avanzata araba abbandonarono le loro case, perché non volevano “accontentarsi” di ciò che veniva loro offerto su un piatto d’argento. Quindi i rifugiati palestinesi sono stati prodotti dagli arabi stessi e l’ONU – non i paesi arabi che l’avevano causata – creò l’UNRWA per aiutare i “profughi”.
Ora, io e un milione di ebrei dei paesi arabi, siamo stati costretti ad abbandonare il paese nel quale i nostri antenati vivevano almeno dal tempo dei Romani (parliamo almeno del I° secolo, ma anche prima – in Irak e Iran -Persia da oltre duemila anni) e abbiamo abbandonato nel paese che consideravamo nostro tutti i nostri beni, il lavoro, le case ecc. Per noi l’ONU non ha creato un progetto UNRWA, ma ci ha abbandonati, lasciando che ci arrangiassimo da soli: la maggior parte si trasferì nello Stato d’Israele ricostruendo lì le antiche comunità sefardite, ashkenazite, yemenite ecc. Siamo stati aiutati in questa opera dalle comunità ebraiche del Mondo che dopo la tragedia della Shoà erano in gravissime difficoltà. Arabi e musulmani sono oltre un miliardo e mezzo, invece di aiutare i rifugiati della Palestina, li hanno manipolati per continuare la loro lotta contro gli ebrei e naturalmente contro lo Stato d’Israele. Si legga per esempio il libro di Renzo de Felice sulla storia degli ebrei in Libia negli ultimi due secoli e si capirà come il nazionalismo nasseriano sia riuscito a vanificare ogni tentativo di pacificazione.
Per quanto la mancata decisione da parte dell’ONU sia stata un atto immorale, noi abbiamo reagito e ci siamoricostruiti una vita nei paesi che ci hanno accolti e in cui ci siamo potuti trasferire. La decisione di costituire l’UNRWA solo per gli arabi palestinesi, ma non per gli ebrei, è stata un atto immorale e discriminatorio nei confronti degli ebrei (“Il milione dimenticato”): gli ebrei non si sono persi d’animo e hanno reagito ovunque cercando di ricrearsi una vita senza aspettare l’aiuto degli altri. In ultima analisi la decisione di costituire l’UNRWA si è rivelata un fatto fallimentare: gli arabi e i palestinesi arabi non si sono impegnati per cercare di superare lo status di rifugiati, creando una vita basata sulle proprie forzi in maniera autonoma. L’ONU avrebbe dovuto stabilire un tempo massimo entro il quale ricostruire la propria autonomia e i paesi arabi avrebbero dovuto accoglierli e aiutarli a rifarsi una nuova vita, cosa che non è successa neanche durante quest’ultimo conflitto.
Il concetto di Zedakà (il giusto aiuto caritatevole) prevede proprio la necessità di aiutare il prossimo a superare lostato di indigenza., non quello di perpetuarlo all’infinito come sta accadendo. E non entro qui nella polemica sull’uso che hanno fatto membri dell’UNWRA che hanno attaccato gli israeliani che dormivano nei loro letti o ballavano il 7 ottobre nel rave, causando così non solo morti tra gli israeliani e gli ebrei, ma anche tra gli arabi palestinesi, in quanto la reazione di Israele era del tutto prevedibile e la responsabilità in ultima analisi è proprio di chi ha aizzato le folle.
La soluzione due stati per due popoli è stata ripetutamente rifiutata fin dall’inizio. Oggi l’obiettivo scritto negli Statuti sia di Hamas che di Hezbollah, dall’Iran e dai suoi alleati è “uccidi l’ebreo: Atbach ljhùd”, lo stesso grido con cui gli arabi uccidevano gli ebrei a Tripoli.
La situazione potrà cambiare solo se gli arabi capiranno che interesse di tutti è di vivere in pace e di educare ibambini fin da quando sono in culla che la vita è stata data dal Signore per amare il prossimo e non per odiarlo: nel Mondo c’è spazio per tutti. Nulla appartiene esclusivamente a una persona o a un popolo, tutto viene dato dalSignore perché ne goda assieme agli altri, ognuno negli spazi in cui hanno vissuto nel corso della storia.
Scialom Bahbout – Uno del milione dimenticato