Pagine Ebraiche – 24.9.2024
Con il permesso della famiglia pubblichiamo la lettera scritta dal capitano Daniel Maimon Toaff prima di entrare a Gaza, poche settimane dopo il 7 ottobre.
«Comincerò dicendo che ricordo che da bambino, nonno e nonna mi dicevano sempre che quando sarei cresciuto non ci sarebbero più state guerre e non sarebbe servito l’esercito. Ho capito molto presto che non era vero, perché ho imparato cosa sono il popolo di Israele, la terra di Israele e lo Stato di Israele, che in ogni generazione si alzano contro di noi per annientarci, e il Santo, benedetto Egli sia, ci salva.
Noi ci troviamo in un momento storico, un momento che sarà ricordato per le generazioni, e noi qui abbiamo il privilegio di partecipare a questa storia. Un altro capitolo nella storia del popolo ebraico. Ogni capitolo nella storia del popolo ebraico inizia sempre da una cosa: le nostre lotte interne, quando osiamo pensare che anche chi la pensa diversamente da me sia inutile, rotto, non parte del popolo, e scollegato da noi.
Ogni volta che giungono le nostre crisi interne, ne deriva una catastrofe nazionale, come quella che è appena accaduta a noi: neonati sgozzati, intere famiglie distrutte, e noi siamo rimasti qui con le uniformi dell’IDF per difendere il nostro popolo, e abbiamo fallito. Bisogna dire la verità.
Ora tocca a noi, è il nostro turno di portare il peso, di assumere la responsabilità per il popolo. Come Abramo, Isacco e Giacobbe, ciascuno con la sua prova, Mosè che portò il popolo nella terra, Giosuè ben Nun nella conquista della terra, Davide, Salomone e i re di Israele, Ester e Mardocheo, i Maccabei, i membri delle organizzazioni clandestine, i partigiani, gli ebrei che affrontarono le sofferenze della Shoah, i soldati dell’IDF di tutte le generazioni: tutti presero la responsabilità per il loro popolo. Ora tocca a noi.
Un mese e mezzo fa era Rosh Hashanah, i Dieci Giorni di Penitenza e Yom Kippur. Tutti noi abbiamo pregato per il bene collettivo, e personalmente, la cosa su cui mi concentro sempre di più è il “Libro della Vita”. Non si tratta di vivere un altro anno o non morire, ma di avere una vita significativa, di fare del bene per il popolo di Israele e la terra di Israele. Io mi concentro sempre su questo e prego che la nostra vita sia dedicata a fare del bene per il popolo e la terra, una vita in cui rendiamo il mondo un posto migliore, e rendiamo il nostro popolo migliore. Questo è lo scopo della vita, e ora sono giunto a questo momento, e ho avuto il privilegio di fare questa cosa e di vivere questa vita: una vita di collettività e di fare del bene per il popolo di Israele con tutto il mio essere.
Grazie per un’educazione straordinaria, senza compromessi, con valori eterni di un popolo eterno che vincerà sempre. Ai miei cari fratelli, vi amo tutti. Ho imparato da ciascuno di voi, sono sempre orgoglioso di raccontare ciò che fate. Siete il mio orgoglio, anche se a volte mi comporto come un bambino sciocco, sappiate che vi amo sempre e sono orgoglioso di voi.
Grazie a mamma e papà, che per tutta la vita mi avete dato ciò di cui avevo bisogno, ma non mi avete mai permesso di montarmi la testa e pensare di essere il centro del mondo. Tutta la mia vita vedo come vi preoccupate di fare il bene ovunque vi troviate, sia mamma che lavora giorno e notte, sempre preoccupata per i problemi del nostro popolo nei luoghi in cui si trova, e come non rimane mai indifferente e pretende che giustizia e verità prevalgano. E sia papà che lavora sempre per il popolo, per la sicurezza del nostro popolo, e ne trae una soddisfazione ispiratrice. Siete la fonte della mia vita.
L’uomo è il riflesso del suo ambiente, e l’ambiente in cui sono cresciuto è questo: un ambiente di donazione infinita e di fare per il bene comune, non guardando solo a me stesso. Vi amo e vi chiedo, mentre io sono lì a combattere contro il male e a riportare il bene al popolo di Israele, che voi siate qui a casa, continuando a fare del bene per il nostro popolo. Non fermatevi mai. Tenete sempre la testa alta e il petto in fuori, perché siete riusciti a crescere una generazione fedele e devota al popolo di Israele, alla terra di Israele e alla Torah di Israele. Guardate che impero avete cresciuto: ogni figlio, con la sua unicità, contribuisce al popolo di Israele. Questa è la prova del successo di genitori eccellenti. Tutti dovrebbero invidiarvi per quanto siete riusciti a fare.
“E concedimi di crescere figli e nipoti saggi e intelligenti, amanti del Signore, timorati di Dio, che siano veramente un seme santo attaccato al Signore. Che illuminino il mondo con buone azioni e in ogni lavoro di servizio al Creatore.” [Preghiera istituita da Rav Levi Itzchak di Berditchev, recitata dai genitori ogni Motzei Shabbat. N.d.r.]
Questo è ciò che avete fatto e in cui siete riusciti, e io prego di riuscire come voi. Ci vediamo presto, e vi chiedo di mantenere sempre il sorriso, non importa cosa accada, e di continuare a fare per il popolo e la terra. Vi amo senza fine».
Vice comandante di Compagnia nel battiglione “Shaked” del Corpo Ghivati, caduto in combattimento a Rafah, nella striscia di Gaza, figlio di Shlomo Toaff, nipote di Shamaria Toaff e pronipote di Shlomo Yona Renzo Toaff. Possa il suo ricordo essere di benedizione.