Nel brano della Torà di questa settimana, si susseguono tre argomenti apparentemente non collegati, ma che in realtà condividono un importante tema comune. Il primo argomento (Numeri 8:1-4) è il comando dato ad Aronne di accendere quotidianamente la Menorah. RaSH”Y (Rabbì Shelomo Ytzchqy, Francia 1040-1105) spiega che il Sommo Sacerdote si era dispiaciuto di non aver potuto partecipare alle offerte speciali portate dai capi delle altre tribù per celebrare l’inaugurazione del Tabernacolo. Per questo il Signore disse a Mosè di rassicurare il fratello e che lui avrebbe avuto un privilegio più grande, quello di accendere la Menorah.
Il secondo argomento (Numeri 8:5-26) è il processo di consacrazione dei Leviti. I primogeniti, che furono risparmiati dalla piaga inflitta sui primogeniti egiziani, avrebbero dovuto servire nel Tabernacolo come assistenti dei sacerdoti, ma persero questo privilegio a causa del peccato del vitello d’oro. A questo compito, furono sostituiti dai Leviti che, invece, non aderirono all’idolatria del vitello d’oro. I Leviti furono per questo formalmente consacrati, offrendo sacrifici speciali per espiare a nome dei figli d’Israele il peccato del vitello d’oro.
Il terzo argomento (Numeri 9:1-14) riguarda la celebrazione di Pesach. La Torah racconta che quando giunse il momento dell’offerta del sacrificio di Pesach, due persone non poterono offrire il sacrificio per il loro stato di impurità causato dall’essere stati in contatto con un cadavere umano. Su loro richiesta, non solo gli fu data l’opportunità di offrire il sacrificio il mese successivo, il 14 di Iyar, ma questa data è divenuta ricorrenza oggi nota come “Pesach Sheni/Il secondo Pesach”, giorno in cui coloro che non avevano potuto offrire il sacrificio a Pesach, potevano recuperare l’offerta mancata.
Questi tre argomenti condividono il tema comune del Tikkun, la restaurazione, la possibilità di ricevere una seconda opportunità. Aronne è vero che non fu chiamato a portare le offerte speciali per l’inaugurazione del Tabernacolo come gli altri capi tribù, ma gli fu dato l’incarico di accendere quotidianamente la Menorah, un privilegio ancora più grande. Il popolo commise un grave peccato adorando il vitello d’oro, ma quel fallimento fu restaurato e rettificato attraverso l’elezione dei Leviti. Le persone che a causa di una impurità non poterono presentare il sacrificio di Pesach al tempo stabilito, hanno avuto la possibilità di presentarlo il mese successivo.
Queste tre sezioni, si possono considerare una sorta di preparazione, di allenamento spirituale per affrontare gli avvenimenti che si leggono a partire dal capitolo 11 del libro dei Numeri: le angosciose storie delle lamentele e delle cadute dei figli d’Israele durante il viaggio attraverso il deserto.
Quando leggiamo queste storie, potremmo scoraggiarci, addirittura avvilirci, nell’apprendere come e quanto i nostri antenati fossero caduti così in basso, al punto da non potersi più riprendere. Infatti, quella generazione fu destinata a perire nel deserto e quindi a non entrare nella terra d’Israele. Questo epilogo, potrebbe farci pensare all’irreparabilità di un errore, all’ineluttabilità di un evento.
Ecco, dunque, il perché la Torah ci presenta prima queste sezioni, per insegnarci che la riparazione, la rettifica, il poter avere una seconda possibilità dopo un errore, è sempre possibile.
Come ha insegnato Rav Nachman di Breslav (1772-1810): “Se credi di poter rovinare, credi pure di poter riparare”.
Può succedere, per l’angoscia e il rimorso che si prova a causa delle averot/trasgressioni commesse, che qualcuno pensi di non essere più degno di osservare altre mitzwot. Questa situazione è il risultato dell’azione astuta dello Yetzer Hara/l’inclinazione che ci porta ad agire nel male. Il pensiero negativo di sé stesso, la convinzione della irreparabilità delle proprie azioni malvagie, fanno cadere in una sorta di depressione che porta ad arrendersi e a non compiere anche quelle mitwoth che si potrebbero tranquillamente rispettare, perché si ritiene di non essere più degni.
Come ci indica rav Nachman, dobbiamo ricordare che il Signore auspica sempre alla correzione dei nostri errori, alla riparazione del danno e ci stimola ad andare avanti e a progredire, non è mai troppo tardi. E non importa quali e quanti errori abbiamo commesso in passato perché, se la sapremo cogliere, ci verrà sempre data l’opportunità di guadagnarci la grazia del Signore, Shabbat Shalom.