Assaf Granit è il primo chef israeliano a essere premiato con la Stella Michelin dalla prestigiosa Guida Rossa. Il cuoco fa parlare di sé anche per l’impegno militare.
Leonardo Ciccarelli
È il primo chef israeliano ad aver ricevuto 1 Stella Michelin in Francia: Assaf Elkanna Granit è il cuoco e titolare di Shabour, uno splendido bistrot non lontano dal Centre Pompidou, la prima grande opera internazionale di Renzo Piano. Per anni il nome di Granit è stato sinonimo di Machneyuda, un ristorante incredibile, adiacente al mercato Machane Yehuda a Gerusalemme ma col tempo le cose sono cambiate e oggi, pur avendo sempre il Machneyuda, è titolare di ben 31 ristoranti in giro per il mondo. Perla del suo impero è lo Shabour, 1 Stella Michelin dal 2021. Granit è stato uno dei primi chef israeliani ad aprire un ristorante di successo in Europa. È noto per la sua personalità energica e per il suo approccio innovativo alla cucina. È un grande ambasciatore della cucina israeliana nel mondo ed è un sostenitore dell’utilizzo di ingredienti stagionali e locali, cosa non sempre scontata all’estero. Proprio per questo porta avanti la sua idea di cucina ecosostenibile. Vediamo la storia dello chef nato in Israele che stasera sarà ospite della puntata di Masterchef.
La storia di Assaf Granit
Nato nel quartiere Rassco di Gerusalemme il 20 agosto 1978, i suoi genitori erano degli israeliani di origine polacca. Il vero cognome di Granit è “Guterman” ma i genitori lo cambiarono per “ebraicizzare” la famiglia. L’infanzia la passa nel quartiere di Nayot dove frequenta la Denmark High School. La sua passione per la cucina si manifesta fin dalla giovane età, quando aiuta sua nonna nella preparazione dei piatti tradizionali ebraici.
Lo chef da giovane ha grande voglia di fare e per la sua irruenza viene soprannominato “Bufalo” dai compagni di scuola. Ancora oggi si porta dietro questo soprannome e l’ha portato con sé anche nell’esercito: a 18 anni fa il canonico servizio di leva che in Israele dura 2 anni e 8 mesi per gli uomini (2 anni per le donne) e diventa ufficialmente combattente nella brigata dei paracadutisti. Durante l’addestramento subisce un duro infortunio e viene così riassegnato a servire come istruttore medico. Finito l’obbligo di leva decide di intraprendere professionalmente la carriera da cuoco. In realtà non abbandona mai del tutto la divisa e resta riservista, quindi da chiamare “in caso di necessità”. Lascia l’esercito circa 15 anni fa per sopraggiunti limiti d’età.
La sua carriera comincia in locande di Gerusalemme e poi si sposta nella modaiola Tel Aviv, città in cui fa tutta la gavetta. Apre vari ristoranti e nel 2002 si trasferisce in Francia come stagista prima di Alain Ducasse e poi di Pierre Gagnaire, due degli chef più importanti e influenti di tutti i tempi.
Dopo l’esperienza francese torna a casa e comincia ad aprire i propri ristoranti, su tutti il già citato Machneyuda, ma la Francia è ormai la sua seconda casa e vi si stabilizza a partire dal 2019. Dopo solo un mese la rivista Forbes lo nomina come uno dei nuovi ristoranti più alla moda di Parigi, dopo un altro mese riceve un premio da Le Fooding e a dicembre 2019 viene premiato come miglior ristorante parigino dall’inserto gastronomico di Le Figaro. Ci vorranno però 2 anni per ricevere la Stella Michelin ma nel 2021 finalmente viene riconosciuto anche dalla Guida Rossa che gli assegna il macaron. Oltre ai suoi ristoranti, Granit ha pubblicato un libro di cucina e ha partecipato a diverse trasmissioni televisive.
Lo chef combattente
Assaf Granit ha fatto un gran parlare di sé in Francia (e non per meriti gastronomici) a partire da novembre perché ha sposato con devozione la causa israeliana nella guerra con la Palestina. “Un giorno indossi il grembiule da cuoco, il giorno dopo la divisa militare”, con queste parole il cuoco annuncia a novembre, sulle colonne di Le Figaro, l’abbandono temporaneo dei suoi ristoranti a Parigi per andare in patria a combattere Hamas. “Non pensavo che avrei mai indossato di nuovo la divisa — dice Granit — mi sento come se fossi in un universo parallelo. Sto vedendo delle cose che accadono solo nei film”.
Lo chef si è tenuto in allenamento e si è nuovamente arruolato come riservista dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. Quella sera si trovava nel suo ristorante Boubalé, ultima sua apertura a Parigi dedicata alla cucina ashkenazita, quando riceve una telefonata dal medico capo dell’esercito israeliano, suo vecchio commilitone. Gli chiede se può venire a combattere, serve il suo aiuto e la sua influenza internazionale. Assaf Granit non ci pensa due volte: “Ne sentivo il bisogno come persona e come padre. Volevo essere un esempio per tutti”. Rinnova quindi l’accordo con El Al, la compagnia aerea di bandiera israeliana e parte per combattere i palestinesi.
La chiamata alle armi è dunque arrivata quando la stagione di Masterchef era già tutte registrata dato che le puntate di un’intera stagione di Masterchef Italia solitamente vengono girate nel periodo che va tra marzo e agosto. È probabile che la partecipazione di uno chef così impegnato sul tema possa creare un vespaio di polemiche soprattutto alla luce del caos generato dalla Rai e dall’Ambasciata d’Israele in risposta alle dichiarazioni pacifiste del cantante Ghali nei giorni di Sanremo.