Milano. Una mozione del Partito democratico depositata a Montecitorio chiede di ridare i soldi all’Unrwa, l’agenzia istituita dalle Nazioni Unite per aiutare i rifugiati palestinesi del 1948, i cui finanziamenti sono stati sospesi da Stati Uniti, Gran Bretagna, Francia, Germania, Giappone, Italia, Australia, Canada, Estonia, Finlandia, Islanda, Svezia, Svizzera (persino la neutrale Svizzera!) dopo che è emerso che migliaia di suoi dipendenti festeggiavano nelle chat di telegram per il massacro degli ebrei e che almeno dodici tra essi hanno partecipato attivamente al 7 ottobre. Poi in questi mesi difficili per la guerra, per arrotondare gli insegnanti hanno lavorato come carcerieri degli ostaggi israeliani.
Non da oggi, ma da anni, la Ong Un Watch ha informato le Nazioni Unite di prove che mostrano armi nascoste nelle sedi Urnwa, dove sbucano alcuni dei tunnel del terrore. E da anni veniva raccontato di come questi stipendiati dell’Agenzia per i rifugiati palestinesi educassero i bambini palestinesi all’odio degli ebrei. I palestinesi sono gli unici rifugiati che godono di questo titolo dopo 75 anni. Gli ebrei cacciati dai paesi arabi, negli stessi anni e in un numero pressoché analogo, si sono integrati in Israele e negli altri paesi che li hanno accolti. Lo stesso è avvenuto per i vari profughi delle diverse guerre nel mondo, istriani compresi. E, diventati cittadini nei loro nuovi paesi, non sono più considerati profughi. I palestinesi rappresentano un caso unico. Nonostante il 40 per cento dei rifugiati palestinesi viva in Giordania e abbia passaporto giordano e un altro 20 per cento viva tra Libano e Siria e abbia i rispettivi passaporti, hanno tutti ancora il titolo di rifugiati. Persino il padre delle modelle Gigi e Bella Hadid, l’operatore immobiliare milionario Mohamed Hadid, mantiene e trasmette alle proprie figlie lo status di rifugiato, sebbene viva (con pieno merito) nel lusso negli Stati Uniti. Essere rifugiato è qualcosa che si tramanda di generazione in generazione per il bene del budget dell’Urnwa e perché rimane un’arma per far fallire le trattative di pace con Israele. Su questo punto, Yasser Arafat prima e Abu Mazen dopo hanno respinto accordi di pace definitivi con lo stupore di Washington. In un accordo di pace, i rifugiati potranno essere infatti risarciti economicamente, ma Israele non potrà accettare l’insediamento dei discendenti dei rifugiati palestinesi del 1948 dentro ai propri confini per non ritrovarsi a vivere da un giorno all’altro in un paese a maggioranza islamica. Dal canto loro, col rifiuto ostinato a qualunque compromesso, i palestinesi hanno così rinunciato allo stato palestinese pur di mantenere lo status di rifugiati. Il conflitto non è dunque legato alla guerra del 1967, non è territoriale, ma è correlato al 1948, alla nascita di Israele e al fatto che possa esserci uno stato ebraico nella terra dell’islam.
Ora che è scoppiato il bubbone Unrwa, António Guterres, il segretario generale delle Nazioni Unite, è inorridito. Ma bisogna capirlo. Guterres è entrato in carica nel 2017, quello stesso giorno al buffet di benvenuto ha mangiato una mela avvelenata e solo l’8 ottobre 2023 deve essere stato risvegliato dal bacio di vero amore del principe. Sei anni di sonno. Settimana scorsa – quando ancora cercava di ignorare le malefatte dell’Urnwa – ha dichiarato che la guerra tra Hamas e Israele è la peggior crisi umanitaria da quando è in carica. Naturalmente non si riferisce al pogrom del 7 ottobre condotto dai terroristi dentro ai confini israeliani, Guterres quel giorno dormiva, per il segretario generale la crisi riguarda Gaza. Dormiva anche quando nel solo 2017 in conflitti e guerre sono morte in Iraq oltre trentaseimila persone, in Yemen trentatremila, nella Siria del dittatore Assad circa settantamila persone e nel solo Afghanistan negli scontri tra esercito e talebani più di settantunmila. Ha dormito nel 2018, nel 2019, 2020 e 2021. Dormiva anche nel 2022 quando la Russia ha invaso l’Ucraina, in quel solo anno ci sono stati oltre ottantamila morti. Secondo l’Uppsala Conflict Data Program, sempre nello stesso anno in Etiopia negli scontri con il Fronte di liberazione del Tigray son morte oltre centomila persone. Guterres si preoccupa del dramma dei palestinesi che in questi mesi devono vivere in tendopoli a causa della guerra, ma nel solo 2022 in Africa si contavano oltre ventotto milioni di sfollati, due milioni nel solo Burkina Faso. Cinque e passa milioni in Congo. In Sudan tre milioni e mezzo. Nel Nagorno Karabakh seicentomila, in Afghanistan quattro milioni di sfollati e nel 2023 in Pakistan sono stati cacciati due milioni di afghani. Dalla Siria ci sono sette milioni di sfollati, quattro dallo Yemen. A questo punto, viene il sospetto che vi sia un tunnel che colleghi Khan Yunis, dove si ritiene si trovi lo stato maggiore di Hamas, e il Palazzo di vetro delle Nazioni Unite e che il misterioso principe, che con amore ha baciato il segretario generale, sia Yahia Sinwar.
Il Foglio – 30/1/2024