A giugno la 45enne Alysa Stanton verrà ordinata dalla Hebrew Union College di Cincinnati: è il primo caso
Alessandra Farkas
Alysa Stanton (da Abc News / Courtesy Hebrew Union College-Jewish Institute of Religion) NEW YORK – Chiamatelo “Effetto Obama”. Per la prima volta nella storia, una donna afro-americana sta per essere ordinata rabbino, mentre la famigerata cittadina bianca e razzista del Mississippi immortalata dal film con Gene Hackman e Willem Dafoe Mississippi Burning – Le radici dell’odio ha appena eletto il suo primo sindaco nero. Per la 45enne Alysa Stanton il mantra obamiano del “Yes we can” diventerà realtà il prossimo 6 giugno. Quando la mamma single cresciuta in una famiglia di afro-americani pentecostali di Cleveland verrà ordinata rabbino dalla Hebrew Union College-Jewish Institute of Religion di Cincinnati, diventando così la prima donna-rabbino nera al mondo. Due mesi più tardi la Stanton e sua figlia Shana – una quattordicenne adottata quando la piccola aveva un anno – si trasferiranno a Greenville, in Nord Carolina, dove la neoeletta Rabbi Stanton assumerà l’incarico ufficiale, dietro il pulpito della Congregation Bayt Shalom, una delle sinagoghe più importanti del sud.
AVANZANO LE MINORANZE – La sua storia offre lo spaccato di un’America in grande evoluzione, sempre più inclusiva e tollerante, dove l’era Obama sta rompendo tabù un tempo considerati insormontabili. «Da piccola mia madre mi ha incoraggiata ad esplorare altre religioni – racconta la donna in un’intervista alla Abc News -. A dieci anni mio zio, cattolico devoto, mi regalò il mio primo libro di grammatica ebraica». Il resto è storia. Dopo aver studiato la Cabala, a 20 anni decide di convertirsi. «La maggior parte della gente lo fa per potersi sposare con un ebreo. La mia è stata invece una scelta spirituale, religiosa, etica e sociale». E in questo non è certo la sola. Secondo una recente indagine dell’Institute for Jewish and Community Outreach di San Francisco il 20% della popolazione ebraica americana – 1.2 milioni di persone circa – oggi è costituito da minoranze: neri, asiatici, latinos. «La Stanton è il simbolo del grande cambiamento in atto all’interno della comunità ebraica statunitense – teorizza Jonathan Sarna, studioso di Ebraismo americano alla Brandeis University di Boston -, una comunità che sta diventando sempre più variegata a causa di conversioni, matrimoni misti e adozioni».
IL PRIMO SINDACO NERO – Ma anche l’elezione di Philadelphia, in Mississippi, è il segnale di questa evoluzione. La famigerata cittadina dove nel 1964 il Ku Klux Klan trucidò tre giovani attivisti per i diritti civili (due ebrei, Andrew Goodman e Michael Schwerner e un afroamericano, James Chaney), martedì ha eletto il suo primo sindaco nero: James A. Young, un pastore Pentecostale che ha battuto l’uscente sindaco Rayburn Waddell, un bianco. «La mia vittoria è il segno di una metamorfosi profondissima – ha commentato il 53enne Young -, esprime il desiderio di scrollarsi di dosso un passato tragico e doloroso». Per una città di 7.300 anime – un tempo fortino del KKK – dove il 56 % della popolazione è bianca e il 40 % nera, è una rivoluzione. E forse, come ha commentato la 72enne Dorothy Webb, preside in pensione che ha votato per Young, «finalmente ci aiuterà a cancellare la nostra reputazione di roccaforte sudista, razzista e intollerante».
22 maggio 2009
http://www.corriere.it/esteri/09_maggio_22/stati_uniti_prima_donna_afroamericana_rabbino_farkas_f001ad0e-46ea-11de-a4e0-00144f02aabc.shtml
Alessandra Farkas
Alysa Stanton (da Abc News / Courtesy Hebrew Union College-Jewish Institute of Religion) NEW YORK – Chiamatelo “Effetto Obama”. Per la prima volta nella storia, una donna afro-americana sta per essere ordinata rabbino, mentre la famigerata cittadina bianca e razzista del Mississippi immortalata dal film con Gene Hackman e Willem Dafoe Mississippi Burning – Le radici dell’odio ha appena eletto il suo primo sindaco nero. Per la 45enne Alysa Stanton il mantra obamiano del “Yes we can” diventerà realtà il prossimo 6 giugno. Quando la mamma single cresciuta in una famiglia di afro-americani pentecostali di Cleveland verrà ordinata rabbino dalla Hebrew Union College-Jewish Institute of Religion di Cincinnati, diventando così la prima donna-rabbino nera al mondo. Due mesi più tardi la Stanton e sua figlia Shana – una quattordicenne adottata quando la piccola aveva un anno – si trasferiranno a Greenville, in Nord Carolina, dove la neoeletta Rabbi Stanton assumerà l’incarico ufficiale, dietro il pulpito della Congregation Bayt Shalom, una delle sinagoghe più importanti del sud.
AVANZANO LE MINORANZE – La sua storia offre lo spaccato di un’America in grande evoluzione, sempre più inclusiva e tollerante, dove l’era Obama sta rompendo tabù un tempo considerati insormontabili. «Da piccola mia madre mi ha incoraggiata ad esplorare altre religioni – racconta la donna in un’intervista alla Abc News -. A dieci anni mio zio, cattolico devoto, mi regalò il mio primo libro di grammatica ebraica». Il resto è storia. Dopo aver studiato la Cabala, a 20 anni decide di convertirsi. «La maggior parte della gente lo fa per potersi sposare con un ebreo. La mia è stata invece una scelta spirituale, religiosa, etica e sociale». E in questo non è certo la sola. Secondo una recente indagine dell’Institute for Jewish and Community Outreach di San Francisco il 20% della popolazione ebraica americana – 1.2 milioni di persone circa – oggi è costituito da minoranze: neri, asiatici, latinos. «La Stanton è il simbolo del grande cambiamento in atto all’interno della comunità ebraica statunitense – teorizza Jonathan Sarna, studioso di Ebraismo americano alla Brandeis University di Boston -, una comunità che sta diventando sempre più variegata a causa di conversioni, matrimoni misti e adozioni».
IL PRIMO SINDACO NERO – Ma anche l’elezione di Philadelphia, in Mississippi, è il segnale di questa evoluzione. La famigerata cittadina dove nel 1964 il Ku Klux Klan trucidò tre giovani attivisti per i diritti civili (due ebrei, Andrew Goodman e Michael Schwerner e un afroamericano, James Chaney), martedì ha eletto il suo primo sindaco nero: James A. Young, un pastore Pentecostale che ha battuto l’uscente sindaco Rayburn Waddell, un bianco. «La mia vittoria è il segno di una metamorfosi profondissima – ha commentato il 53enne Young -, esprime il desiderio di scrollarsi di dosso un passato tragico e doloroso». Per una città di 7.300 anime – un tempo fortino del KKK – dove il 56 % della popolazione è bianca e il 40 % nera, è una rivoluzione. E forse, come ha commentato la 72enne Dorothy Webb, preside in pensione che ha votato per Young, «finalmente ci aiuterà a cancellare la nostra reputazione di roccaforte sudista, razzista e intollerante».
22 maggio 2009
http://www.corriere.it/esteri/09_maggio_22/stati_uniti_prima_donna_afroamericana_rabbino_farkas_f001ad0e-46ea-11de-a4e0-00144f02aabc.shtml